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Correzione errore materiale: no alla demolizione postuma

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37951/2024, ha annullato un’ordinanza che aggiungeva un ordine di demolizione a una sentenza di patteggiamento attraverso la procedura di correzione errore materiale. La Corte ha stabilito che l’omissione di tale ordine non è una svista formale, ma un errore di giudizio (error in iudicando) che può essere sanato solo mediante impugnazione della sentenza da parte del Pubblico Ministero, e non con una correzione postuma.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: la Cassazione Fissa i Limiti sull’Ordine di Demolizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 37951/2024) ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: la correzione errore materiale non può essere utilizzata per aggiungere statuizioni omesse che richiedono una valutazione di merito da parte del giudice, come l’ordine di demolizione di opere abusive. Questa pronuncia chiarisce la netta distinzione tra una mera svista formale e un errore di giudizio, che può essere sanato solo attraverso i mezzi di impugnazione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa il 14 maggio 2024 dal Giudice per le indagini preliminari. La sentenza applicava una pena concordata a un imputato per una serie di reati, tra cui alcuni di natura edilizia. Tuttavia, nel dispositivo della sentenza, il giudice aveva omesso di inserire l’ordine di demolizione delle opere abusive e di ripristino dello stato dei luoghi, una statuizione che la legge prevede come conseguenza obbligatoria per determinati illeciti edilizi.

Pochi giorni dopo, il 23 maggio 2024, lo stesso giudice, accorgendosi dell’omissione, emetteva un’ordinanza di correzione errore materiale ai sensi dell’art. 130 c.p.p., integrando la precedente sentenza con l’aggiunta dell’ordine di demolizione. L’imputato, tramite il suo legale, ha proposto ricorso per cassazione avverso tale ordinanza, sostenendo che l’omissione non costituisse un errore materiale, bensì un errore di giudizio, non emendabile con la procedura semplificata di correzione.

La Decisione della Cassazione: No alla Correzione Postuma

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando senza rinvio l’ordinanza di correzione. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha agito in modo illegittimo, poiché ha utilizzato uno strumento – la correzione dell’errore materiale – per un fine che non gli è proprio.

Secondo gli Ermellini, l’omessa statuizione relativa all’ordine di demolizione non è una semplice dimenticanza formale, ma un vero e proprio error in iudicando (errore di giudizio). Pertanto, tale vizio poteva essere sanato unicamente attraverso l’impugnazione della sentenza originaria da parte del Pubblico Ministero, l’unico soggetto legittimato a lamentare una statuizione mancante a sfavore dell’imputato. Non essendo stata proposta alcuna impugnazione, la sentenza era divenuta definitiva su quel punto.

Le Motivazioni: la Differenza Cruciale tra Errore Materiale e Vizio di Giudizio

La Corte ha lungamente argomentato le ragioni della sua decisione, basandosi su una consolidata giurisprudenza. Il punto centrale della motivazione risiede nella natura dell’ordine di demolizione. Questo non è un automatismo privo di valutazione. Al contrario, prima di impartirlo, il giudice deve compiere un’attività ricognitiva per verificare la sussistenza di specifici presupposti fattuali e giuridici. Ad esempio, deve accertare:

1. Che il manufatto abusivo esista ancora e non sia stato già demolito (magari in esecuzione di un’ordinanza amministrativa).
2. Che l’area non sia stata già acquisita al patrimonio del Comune a seguito di una delibera che dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici.

Questi accertamenti sono incompatibili con la nozione di correzione errore materiale, la quale, per definizione, può riguardare solo errori (od omissioni) che non comportano una modificazione essenziale dell’atto e la cui eliminazione non richiede alcuna attività valutativa. L’errore materiale è quello che emerge ictu oculi (a prima vista) dal testo del provvedimento, senza bisogno di ulteriori indagini. L’omissione dell’ordine di demolizione, invece, rappresenta un vizio nel processo formativo della volontà del giudice, che si diffonde nella decisione stessa. Una volta emessa, la sentenza, nella sua unità organica, non può subire interventi correttivi che ne alterino la sostanza.

Conclusioni: l’Intangibilità della Decisione e le Vie di Ricorso

Questa sentenza ribadisce il principio dell’intangibilità del giudicato. Una decisione, una volta assunta, può essere modificata solo attraverso i canali procedurali previsti dalla legge, ovvero le impugnazioni. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento eccezionale, limitato a sanare sviste puramente formali che non intaccano il contenuto decisionale. Utilizzarla per rimediare a un errore di giudizio, come l’omessa applicazione di una sanzione accessoria obbligatoria, significa violare le regole del processo e i diritti della difesa. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza, lasciando impregiudicato il potere-dovere del giudice competente, nell’ambito di un diverso e autonomo giudizio, di disporre la demolizione delle opere abusive, qualora ne ricorrano i presupposti.

È possibile aggiungere un ordine di demolizione a una sentenza di patteggiamento tramite la procedura di correzione di errore materiale?
No, secondo la sentenza in esame, l’omissione dell’ordine di demolizione costituisce un errore di giudizio (error in iudicando) e non un mero errore materiale. Pertanto, non può essere aggiunto con la procedura di correzione, ma avrebbe dovuto essere oggetto di impugnazione da parte del Pubblico Ministero.

Cosa distingue un errore materiale da un errore di giudizio secondo la Corte?
Un errore materiale è una svista formale o di calcolo che non altera la sostanza della decisione e la cui correzione non richiede alcuna attività valutativa (es. un nome scritto male). Un errore di giudizio, invece, riguarda la valutazione dei fatti o l’applicazione della legge e incide sul contenuto della decisione; l’ordine di demolizione rientra in questa categoria perché presuppone un accertamento di merito da parte del giudice.

Chi avrebbe potuto rimediare all’omissione dell’ordine di demolizione nella sentenza originale?
L’omissione avrebbe potuto essere sanata soltanto attraverso l’impugnazione della sentenza originale. L’unico soggetto legittimato a proporla, in questo caso, era il Pubblico Ministero, poiché si trattava di una statuizione mancante a sfavore dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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