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Coordinatore per la sicurezza: nomina e responsabilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un committente, confermando la sua responsabilità penale per non aver nominato un coordinatore per la sicurezza. La sentenza stabilisce che la presenza di un professionista qualificato avrebbe certamente portato alla sospensione dei lavori, evitando il crollo di una struttura in un palazzetto a causa di un pericolo grave e imminente, chiaramente percepibile anche da non addetti ai lavori.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Coordinatore per la sicurezza: la responsabilità del committente per mancata nomina

L’omessa nomina del coordinatore per la sicurezza in un cantiere non è una mera formalità, ma una grave mancanza che può avere conseguenze penali per il committente. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, confermando la condanna di un imprenditore a seguito del crollo di una struttura durante l’allestimento di un evento. La decisione sottolinea come la presenza di questa figura professionale sia cruciale per prevenire incidenti, specialmente in presenza di pericoli evidenti.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un tragico evento: il crollo di una struttura all’interno di un palazzetto durante le fasi di montaggio per un concerto. L’incidente ha innescato un procedimento penale a carico del legale rappresentante della società committente. La principale accusa mossa nei suoi confronti era quella di non aver nominato, come previsto dalla legge, un coordinatore per la sicurezza per l’esecuzione dei lavori.

Dopo una condanna in primo grado e un parziale annullamento in Cassazione con rinvio, la Corte d’Appello aveva nuovamente confermato la responsabilità dell’imputato, rideterminando la pena a seguito della prescrizione di alcuni reati. Contro questa decisione, sia l’imputato che il responsabile civile (la società) hanno proposto un ulteriore ricorso in Cassazione, contestando principalmente la ricostruzione del nesso di causalità tra la mancata nomina e l’evento dannoso.

La Responsabilità legata al Coordinatore per la Sicurezza

La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel dare per scontato che un ipotetico coordinatore avrebbe interrotto i lavori. Secondo i ricorrenti, il giudice non aveva considerato che il professionista avrebbe potuto essere rassicurato dal progettista sulla regolarità del montaggio, non intervenendo.

Inoltre, veniva contestata la valutazione delle prove, sostenendo che i segnali premonitori del crollo non fossero così evidenti e che la Corte avesse effettuato una valutazione ex post, cioè basata sulla conoscenza che il crollo era poi effettivamente avvenuto. In sostanza, si metteva in dubbio che un coordinatore per la sicurezza, se presente, avrebbe avuto l’obbligo concreto di intervenire.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto tutte le argomentazioni, dichiarando i ricorsi inammissibili. I giudici hanno chiarito che il ruolo del giudice del rinvio, pur avendo autonomia nella valutazione delle prove, è vincolato a colmare le lacune indicate nella precedente sentenza di annullamento. In questo caso, la Corte d’Appello aveva correttamente integrato la motivazione, spiegando in modo logico e coerente perché la nomina del coordinatore per la sicurezza avrebbe evitato l’incidente.

Le motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali:

1. I Doveri del Coordinatore: Ai sensi dell’art. 92 del D.Lgs. 81/2008, il coordinatore ha il potere e il dovere di sospendere i lavori in caso di “pericolo grave ed imminente”. Questo obbligo scatta indipendentemente dal fatto che il pericolo derivi da rischi interferenziali o da altre cause. Nel caso specifico, le prove avevano dimostrato che sin dalle prime ore della mattina del tragico giorno, erano presenti “chiari e inequivocabili segnali” del crollo imminente. Tali segnali, percepiti anche da tecnici non qualificati presenti sul posto, sarebbero stati a maggior ragione evidenti per un professionista esperto come un coordinatore.

2. Il Giudizio Controfattuale: La Corte ha ritenuto corretto il ragionamento della Corte d’Appello secondo cui un coordinatore, in virtù della sua specifica competenza ed esperienza, non si sarebbe accontentato delle rassicurazioni di un progettista non presente sul posto. Di fronte a segnali di pericolo così evidenti, avrebbe attivato i suoi poteri inibitori, fermando le lavorazioni e scongiurando l’evento. La responsabilità del committente deriva proprio da questa omissione: non nominando il coordinatore, ha privato il cantiere della figura di garanzia che per legge avrebbe dovuto vigilare e intervenire.

Le conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza un principio cardine della sicurezza sul lavoro: la nomina del coordinatore non è un adempimento burocratico, ma un presidio di sicurezza essenziale. Il committente ha una posizione di garanzia che non può essere elusa. La sua responsabilità penale può essere affermata anche per omissione, qualora si dimostri, attraverso un giudizio controfattattuale, che l’adempimento dell’obbligo di nomina avrebbe con alta probabilità impedito l’evento lesivo. La decisione serve da monito per tutti i committenti, sottolineando che la valutazione dei rischi e la gestione della sicurezza in cantiere devono essere affidate a figure professionali competenti, la cui assenza può costare non solo in termini economici, ma anche in vite umane.

Qual è il dovere principale del coordinatore per la sicurezza di fronte a un pericolo grave e imminente?
Secondo l’art. 92, comma 1, lett. f) del D.Lgs. 81/2008, il coordinatore ha l’obbligo di sospendere le singole lavorazioni fino a quando la situazione di pericolo non viene risolta, a prescindere dalla natura del rischio.

Perché il committente è stato ritenuto responsabile dell’incidente?
Il committente è stato ritenuto responsabile perché ha violato l’obbligo di legge di nominare un coordinatore per l’esecuzione dei lavori. La Corte ha stabilito che se questa figura fosse stata presente, avrebbe interrotto i lavori a causa del pericolo evidente, impedendo così il crollo.

Come è stato applicato il ‘giudizio controfattuale’ in questo caso?
Il giudice ha ragionato in modo ipotetico, chiedendosi cosa sarebbe successo se il coordinatore fosse stato nominato. Ha concluso che, data la sua professionalità e i segnali di pericolo palesi, il coordinatore avrebbe quasi certamente fermato i lavori, dimostrando così il nesso di causalità tra l’omissione del committente e l’incidente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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