Conversione Ricorso in Appello: Quando un Vizio di Motivazione Cambia la Strada del Processo
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito un importante principio procedurale: quando un ricorso contesta essenzialmente un vizio di motivazione, non si può ‘saltare’ il secondo grado di giudizio. In questi casi, si applica la conversione ricorso in appello, un meccanismo che ripristina il corretto iter processuale. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.
I Fatti di Causa
Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Genova, che aveva dichiarato un automobilista responsabile per la violazione dell’art. 187, comma 8, del Codice della Strada. La condanna consisteva in una pena pecuniaria di 48.000 euro di ammenda, di cui una parte in sostituzione di una pena detentiva.
Durante il processo di primo grado, la difesa aveva chiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Il Tribunale, tuttavia, aveva respinto tale richiesta, motivando che il fatto contestato non presentava le caratteristiche di particolare tenuità, ma si limitava a integrare la fattispecie di reato.
Il Ricorso in Cassazione e il Vizio di Motivazione
L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso diretto per Cassazione. Il motivo principale del ricorso era l’erronea applicazione dell’art. 131-bis c.p. e, soprattutto, una carenza assoluta di motivazione da parte del Tribunale. Secondo la difesa, il giudice di primo grado aveva escluso la particolare tenuità del fatto con una motivazione solo apparente, senza considerare adeguatamente la modesta entità del fatto e le condizioni di vita dell’imputato, che aveva intrapreso un percorso di recupero positivo dopo l’episodio.
Anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha concordato, nelle sue conclusioni scritte, sulla necessità di annullare la sentenza, ma limitatamente alla questione della particolare tenuità del fatto. Si profilava quindi una chiara critica alla solidità del ragionamento del primo giudice.
Le Motivazioni della Suprema Corte sulla Conversione Ricorso in Appello
La Corte di Cassazione non è entrata nel merito della questione sulla tenuità del fatto. Ha invece concentrato la sua analisi su un aspetto puramente procedurale. Il motivo sollevato dalla difesa, pur essendo formalmente inquadrato come violazione di legge (art. 606, lett. b), c.p.p.), riguardava in sostanza un vizio di motivazione (art. 606, lett. e), c.p.p.).
La giurisprudenza consolidata stabilisce che un ricorso per saltum (cioè che salta il grado d’appello) non è ammissibile se si fonda su un vizio di motivazione. Questo perché il controllo sulla logicità e completezza della motivazione spetta primariamente alla Corte d’Appello. Il principio generale è quello dell’osservanza dei gradi di giurisdizione, che non può essere derogato in questi casi.
Di conseguenza, in applicazione dell’art. 569, comma 3, del codice di procedura penale, la Corte ha disposto la conversione ricorso in appello. In pratica, l’impugnazione presentata erroneamente come ricorso per Cassazione è stata ‘trasformata’ in un atto di appello. Gli atti sono stati quindi trasmessi alla Corte d’appello di Genova, che sarà il giudice competente a riesaminare la questione della motivazione sulla particolare tenuità del fatto.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un cardine del nostro sistema processuale: la gerarchia dei mezzi di impugnazione. Un imputato che ritiene la motivazione di una sentenza di primo grado carente o illogica non può rivolgersi direttamente alla Cassazione, ma deve prima passare per il vaglio della Corte d’Appello. La decisione della Suprema Corte, pur non decidendo il caso nel merito, ha il pregio di rimettere il processo sul binario corretto, garantendo all’imputato la possibilità di far valere le sue ragioni nel grado di giudizio appropriato e tutelando al contempo l’ordinato svolgimento della giurisdizione.
Perché il ricorso per Cassazione è stato convertito in appello?
Perché il motivo principale del ricorso non era una pura violazione di legge, ma un vizio di motivazione della sentenza di primo grado. La legge processuale non consente di ‘saltare’ la Corte d’Appello per contestare la motivazione di una sentenza.
Cosa significa ‘conversione del ricorso in appello’ in questo caso?
Significa che la Corte di Cassazione, ritenendo inammissibile il ricorso diretto, lo ha trasformato in un regolare atto di appello, trasmettendo il caso alla Corte d’appello di Genova affinché lo giudichi nel merito.
Qual era la questione che l’imputato voleva far riesaminare?
L’imputato contestava il fatto che il Tribunale avesse escluso l’applicazione della causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ (art. 131-bis c.p.) con una motivazione ritenuta insufficiente e solo apparente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 20813 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 4 Num. 20813 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 28/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/11/2023 del TRIBUNALE di GENOVA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
lette le conclusioni scritte depositate dal Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO Procuratore NOME AVV_NOTAIO, che ha concluso chiedendo l’annullamento della sentenza impugnata limitatamente alla questione della causa di estinzione della particolare tenuità del fatto.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Il Tribunale di Genova, con il provvedimento indicato in epigrafe, ha dichiarato la responsabilità di NOME COGNOME per il reato di cui all’art. 187, comma 8 D.Lgs. n. 30 aprile 1992, n. 285 (di seguito: “C.d.S.”), applicando la pena di euro 48000 di ammenda (di cui 45000 in sostituzione di sei mesi di arresto). Non è stata ritenuta la particolare tenuità del fatto perché, secondo la motivazione addotta dal Tribunale, il fatto non aveva le caratteristiche della particolare tenuità, perchè era semplicemente il reato contestato.
Avverso tale sentenza, l’imputato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per cassazione, articolando un solo motivo, con il quale deduce, ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. b) ed e), erronea applicazione e conseguente carenza assoluta di motivazione per avere il Tribunale escluso la particolare tenuità del fatto, di cui all’art. 131-bis c.p., senza motivare se non in modo solo apparente. La difesa aveva motivato la richiesta, evidenziando la modestia del fatto e le condizioni di vita e sociali dell’imputato, che dopo il fatto aveva compiuto un positivo percorso di recupero
Il Procuratore generale ha depositato conclusioni scritte con le quali ha chiesto l’annullamento della sentenza, limitatamente alla concessione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto.
Il ricorso deve essere convertito in appello, posto che il motivo formulato attiene sostanzialmente ad un vizio di motivazione, di cui all’art. 606 co. 1 lett. e) cod. proc. pen. In tal caso, infatti, il ricorso non può essere presentato per saltum, ma deve essere convertito in appello, ai sensi dell’art. 569 co. 3 codice di rito (sez. 6 n. 26419 del 3/7/2012, Rv. 253122; sez. 3 n. 48978 del 8/10/2014, Rv. 261208; sez. 6 n. 26350 del 31/5/2007, Rv. 236860; n. 40373 del 18/10/2007, Rv. 238230), ostandovi il generale principio della osservanza dei gradi della giurisdizione (sez. 1 n. 48139 del 10/12/2008, Rv. 242789).
P.Q.M.
Convertito il ricorso in appello, dispone trasmettersi gli atti alla Corte di appello di Genova per il giudizio.
Così deciso in Roma, il 28 marzo 2024.