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Convalida DASPO: valutazione dei fatti è obbligatoria

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida DASPO perché il giudice non aveva valutato compiutamente i fatti a causa della mancanza dell’informativa di polizia nel fascicolo. La Corte ha stabilito che per una corretta convalida DASPO, il giudice deve poter esaminare tutti gli atti per verificare autonomamente la pericolosità del soggetto, non potendosi basare solo sul provvedimento del Questore. Il ricorso è stato invece respinto per la presunta violazione del termine di 48 ore per la difesa, considerata non invalidante senza la prova di un pregiudizio concreto.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: Perché il Giudice Deve Valutare Tutti gli Atti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38133/2024) ha ribadito un principio fondamentale nel procedimento di convalida DASPO: il giudice non può essere un mero ratificatore della decisione del Questore, ma deve svolgere un’autonoma e completa valutazione dei fatti. La decisione sottolinea che la mancanza dell’informativa di polizia nel fascicolo del giudice costituisce un vizio che può portare all’annullamento del provvedimento. Analizziamo nel dettaglio questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un provvedimento del Questore di una grande città del nord, con cui veniva applicato a un soggetto un DASPO per la durata di otto anni, insieme all’obbligo di presentarsi presso gli uffici di Polizia per quattro anni, in occasione delle partite di una nota squadra di calcio. Il Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) del Tribunale locale convalidava tale provvedimento.

Contro l’ordinanza del G.i.p., il destinatario della misura proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso

L’interessato lamentava due specifiche violazioni di legge:

1. Compressione del diritto di difesa: Il ricorrente sosteneva che l’ordinanza di convalida fosse stata emessa a meno di 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore, violando il termine concesso per preparare un’adeguata difesa.
2. Mancata valutazione dei fatti: Si denunciava che il G.i.p. non avesse potuto effettuare una reale valutazione dei fatti, poiché nel fascicolo processuale mancava un atto fondamentale: la comunicazione della notizia di reato redatta dalla DIGOS, che era alla base della misura stessa.

L’Analisi della Corte sulla convalida DASPO

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a conclusioni differenti.

Sul Termine per la Difesa

In merito al primo punto, la Corte ha ritenuto il motivo infondato. Richiamando un orientamento consolidato, ha spiegato che la violazione del termine di 48 ore concesso per presentare memorie difensive non determina automaticamente la nullità dell’ordinanza di convalida. Si tratta di una “nullità a regime intermedio”, che può essere fatta valere solo se la parte interessata dimostra di aver subito un pregiudizio concreto e specifico al suo diritto di difesa. Nel caso di specie, non essendo stato allegato alcun pregiudizio specifico, la censura è stata respinta.

Sull’Obbligo di Valutazione del Giudice

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Corte ha affermato con forza che il giudice della convalida ha il dovere di “valutare compiutamente i fatti indicati dall’autorità di pubblica sicurezza”. Questo controllo giurisdizionale non può essere superficiale ma deve entrare nel merito della riconducibilità delle condotte alle ipotesi di legge e della concreta e attuale pericolosità del soggetto.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito che, per adempiere a questo dovere di valutazione, è indispensabile che il giudice abbia a sua disposizione tutti gli atti necessari, a partire dall’informativa di Polizia Giudiziaria che ha dato origine al procedimento. Nel caso esaminato, il G.i.p. aveva basato la sua decisione unicamente sul provvedimento emesso dal Questore, un atto che, seppur importante, non è sufficiente a garantire un controllo giudiziale pieno ed effettivo.

Questo richiamo formale al provvedimento del Questore è stato giudicato insufficiente per ritenere assolto il dovere di valutazione imposto dalla legge. La mancanza dell’informativa ha creato un “vizio motivazionale” nell’ordinanza del G.i.p., poiché gli ha impedito di formare un convincimento autonomo basato su una conoscenza completa dei fatti. Pertanto, la Corte ha concluso per la sussistenza del vizio denunciato.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata, limitatamente all’obbligo di presentazione alla polizia, e ha rinviato il caso al G.i.p. del Tribunale di Milano per un nuovo giudizio. Gli atti dovranno essere riesaminati alla luce della documentazione completa.

Questa sentenza rafforza il principio secondo cui la convalida DASPO è un momento cruciale di garanzia giurisdizionale. Il giudice non può limitarsi a un controllo formale, ma deve esercitare un potere di valutazione sostanziale, fondato sulla conoscenza diretta di tutti gli elementi fattuali. La decisione assicura che misure preventive così incisive sui diritti personali siano sempre soggette a un vaglio rigoroso e completo da parte dell’autorità giudiziaria.

La convalida di un DASPO emessa prima delle 48 ore è sempre nulla?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non si tratta di una nullità automatica. La violazione del termine di 48 ore per la difesa può invalidare l’atto solo se la parte interessata dimostra di aver subito un pregiudizio concreto e specifico, cosa che non è avvenuta in questo caso.

Per la convalida DASPO, il G.i.p. può basarsi solo sul provvedimento del Questore?
No. La sentenza stabilisce che il G.i.p. ha il dovere di valutare compiutamente i fatti e non può limitarsi a richiamare il provvedimento del Questore. È necessaria la disponibilità degli atti fondanti, come l’informativa di polizia, per consentire al giudice di formare un proprio e autonomo convincimento sulla pericolosità del soggetto.

Qual è la conseguenza se il G.i.p. convalida un DASPO senza avere accesso all’informativa di polizia?
La conseguenza è un “vizio motivazionale” dell’ordinanza di convalida. Come deciso in questo caso, tale vizio porta all’annullamento dell’ordinanza, con rinvio al giudice per un nuovo esame che dovrà basarsi sulla documentazione completa per essere legittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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