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Convalida Daspo: nullo se prima delle 48 ore

La Cassazione annulla una convalida Daspo perché emessa dal GIP prima della scadenza del termine di 48 ore concesso alla difesa per presentare memorie. La Corte ha stabilito che tale violazione del diritto di difesa rende l’ordinanza nulla e l’obbligo di presentazione inefficace.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida Daspo: Nullo il Provvedimento del Giudice se Emanato Prima delle 48 Ore

Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 4760 del 2024, ha ribadito con forza questo principio in materia di convalida Daspo, stabilendo che il provvedimento del giudice è nullo se emesso prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie memorie difensive. Questa decisione chiarisce un aspetto cruciale della procedura, garantendo che anche nelle misure di prevenzione, connotate da urgenza, lo spazio per la difesa sia pienamente rispettato.

Il Caso: Una Convalida Troppo Rapida

La vicenda trae origine da un provvedimento del Questore che imponeva a un soggetto un Daspo di 5 anni, con divieto di accesso a tutte le manifestazioni sportive e l’obbligo di presentarsi presso la stazione dei Carabinieri in occasione degli incontri di una squadra di calcio. Il provvedimento veniva notificato all’interessato il 14 aprile alle ore 9:35. Sorprendentemente, il Giudice per le indagini preliminari (GIP), su richiesta del Pubblico Ministero, emetteva l’ordinanza di convalida già il giorno successivo, 15 aprile, alle ore 10:00. In pratica, erano trascorse meno di 25 ore dalla notifica, ben al di sotto del termine previsto per l’esercizio del diritto di difesa.

Poco dopo, alle 10:43 dello stesso 15 aprile, il difensore depositava una memoria difensiva, ma il GIP aveva già deciso. Questo ha portato la difesa a ricorrere in Cassazione, lamentando una palese violazione del diritto di difesa.

La Violazione del Diritto di Difesa e la Convalida Daspo

Il cuore della questione giuridica ruota attorno al termine di 48 ore. La legge (l. n. 401 del 1989) e la giurisprudenza consolidata riconoscono al destinatario di un Daspo con obbligo di presentazione il diritto di esercitare la propria difesa in sede di convalida. Questo diritto si concretizza nella possibilità di depositare memorie, deduzioni e esaminare la documentazione trasmessa dal Questore. Per garantire l’effettività di tale diritto, è stato individuato, in via analogica con quanto previsto per il pubblico ministero, un termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento.

Nel caso di specie, il GIP ha proceduto alla convalida Daspo senza attendere la scadenza di questo termine, comprimendo di fatto la possibilità per l’interessato di far valere le proprie ragioni. La difesa ha sostenuto che tale fretta procedurale non solo fosse illegittima, ma determinasse una nullità di ordine generale dell’ordinanza, ai sensi dell’art. 178 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e dichiarando inefficace l’obbligo di presentazione.

Le Motivazioni

I giudici hanno chiarito che l’ordinanza di convalida emessa prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica, senza che l’interessato abbia potuto concretamente esercitare il proprio diritto di difesa, è affetta da nullità di ordine generale. Il termine non è una mera formalità, ma una garanzia sostanziale. La pronuncia della Cassazione ha inoltre definito “radicalmente nullo” anche il successivo provvedimento “confermativo” emesso dal GIP dopo il deposito della memoria difensiva, in quanto privo di motivazione e non idoneo a sanare la violazione originaria.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio inderogabile: la fretta non può mai giustificare la compressione del diritto di difesa. La convalida Daspo deve sempre avvenire nel rispetto del termine di 48 ore, per consentire al destinatario della misura di interloquire con il giudice. Qualsiasi provvedimento emesso in violazione di questa regola è nullo e la misura restrittiva della libertà personale ad esso collegata (come l’obbligo di firma) è inefficace. Questa decisione rappresenta una fondamentale tutela per i cittadini, assicurando che anche le procedure di prevenzione siano soggette a un rigoroso controllo di legalità e al rispetto delle garanzie difensive.

Entro quanto tempo il destinatario di un Daspo con obbligo di firma può presentare le sue difese?
La giurisprudenza ha individuato un termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento per consentire al destinatario di depositare memorie e deduzioni difensive prima della decisione del giudice sulla convalida.

Cosa succede se il Giudice convalida il Daspo prima che siano trascorse le 48 ore?
Secondo la Corte di Cassazione, l’ordinanza di convalida emessa prima della scadenza del termine di 48 ore è affetta da nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa.

Qual è la conseguenza della nullità dell’ordinanza di convalida?
La nullità comporta l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza da parte della Cassazione e la declaratoria di inefficacia della misura limitativa della libertà personale, come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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