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Convalida DASPO: motivazione per relationem e urgenza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un tifoso destinatario di un DASPO decennale per essere stato trovato con un coltello allo stadio. La sentenza chiarisce i criteri per la convalida DASPO, stabilendo che la motivazione del giudice può legittimamente rinviare agli atti di polizia per dimostrare la pericolosità del soggetto. Inoltre, ha ribadito che la mancata motivazione sull’urgenza rileva solo se il ricorrente prova di aver saltato un evento sportivo nel lasso di tempo tra la notifica e la convalida.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Convalida del DASPO: La Cassazione sui Limiti della Motivazione

La procedura di convalida DASPO rappresenta un punto di equilibrio cruciale tra l’esigenza di prevenire la violenza negli stadi e la tutela della libertà personale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 33803 del 2025, offre importanti chiarimenti sui requisiti di motivazione che il giudice deve rispettare nel confermare la misura disposta dal Questore. La Corte ha stabilito che una motivazione sintetica, che rinvia agli atti di polizia, è sufficiente a giustificare la pericolosità del soggetto, e ha precisato in quali casi la mancata esplicitazione dell’urgenza può invalidare il provvedimento.

I Fatti del Caso: Tentato Ingresso allo Stadio con un Coltello

La vicenda trae origine da un episodio di violenza avvenuto in occasione di una partita di calcio. Un tifoso, nel tentativo di accedere all’impianto sportivo, è stato trovato in possesso di un coltello da cucina, occultato nei pantaloni. Durante il controllo, l’uomo si è scagliato contro gli operatori di polizia, minacciandoli.

A seguito di questi fatti, il Questore ha emesso un provvedimento di DASPO della durata di dieci anni, con l’aggiunta della prescrizione dell’obbligo di comparizione presso gli uffici di polizia in concomitanza con le manifestazioni sportive. Tale misura è stata successivamente oggetto di convalida DASPO da parte del Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.).

I Motivi del Ricorso: Motivazione Insufficiente e Mancanza di Urgenza

L’interessato ha proposto ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del G.i.p., lamentando due vizi principali:

1. Omessa motivazione sulla pericolosità sociale: Secondo la difesa, il giudice si era limitato a utilizzare formule di stile generiche, senza argomentare in modo specifico sulla sussistenza dei requisiti che legittimavano l’adozione del provvedimento, violando così la legge e l’art. 13 della Costituzione.
2. Omessa motivazione sulla necessità e urgenza: Il ricorrente sosteneva che il provvedimento mancasse di una spiegazione adeguata delle ragioni di urgenza che ne avevano giustificato l’adozione immediata.

La Decisione della Cassazione sulla Convalida DASPO

La Suprema Corte ha respinto entrambe le censure, fornendo due principi di diritto fondamentali in materia.

La Motivazione “per Relationem” è Legittima

Riguardo al primo motivo, la Cassazione ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui, in sede di convalida, l’ordinanza del giudice ha una natura “servente” rispetto al provvedimento amministrativo del Questore. Pertanto, la motivazione del giudice è considerata legittima anche se sintetica, a condizione che si saldi con quella del provvedimento convalidato. Nel caso di specie, l’ordinanza del G.i.p., pur essendo breve, faceva espresso rinvio alle informative di polizia che descrivevano analiticamente i fatti: il possesso del coltello, il suo occultamento e le minacce proferite. Poiché tali atti erano noti all’interessato, la motivazione per relationem consentiva un adeguato controllo del percorso logico-giuridico seguito, risultando pienamente sufficiente.

L’Onere della Prova sull’Urgenza

Sul secondo punto, la Corte ha dichiarato il motivo inammissibile, richiamando un principio ormai considerato ius receptum. L’omessa motivazione sulle ragioni di urgenza determina l’invalidità della convalida solo ed esclusivamente se si verifica una precisa circostanza: tra la data di notifica del DASPO e la data dell’ordinanza di convalida, deve essersi svolta una manifestazione sportiva in coincidenza della quale l’interessato avrebbe dovuto ottemperare all’obbligo di presentazione. In altre parole, la questione dell’urgenza diventa rilevante solo se il provvedimento ha prodotto effetti concreti prima del controllo giurisdizionale. La Corte ha specificato che grava sul destinatario del provvedimento l’onere di provare tale circostanza. Non avendo il ricorrente dimostrato di aver dovuto saltare una partita in quel breve lasso di tempo, il giudice non era tenuto a esplicitare le ragioni dell’urgenza.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su un bilanciamento tra la necessità di garantire efficacia alle misure di prevenzione e il rispetto delle garanzie costituzionali. La convalida del G.i.p. costituisce il controllo di legalità su un atto che limita la libertà personale, come previsto dall’art. 13 della Costituzione. L’accettazione della motivazione per relationem risponde a un criterio di economia processuale, evitando inutili duplicazioni, a patto che sia garantito al destinatario il diritto di conoscere pienamente le ragioni della misura attraverso gli atti richiamati. Sul fronte dell’urgenza, il ragionamento della Corte è pragmatico: l’invalidità per vizio di motivazione è una sanzione prevista per tutelare il cittadino da un pregiudizio effettivo e immediato. Se tale pregiudizio non si è verificato prima dell’intervento del giudice, la censura sulla mancanza di motivazione dell’urgenza perde la sua concreta ragione d’essere.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida importanti principi per chi si occupa di convalida DASPO. In primo luogo, conferma che le contestazioni generiche sulla motivazione del giudice hanno scarse possibilità di successo se l’ordinanza rinvia a specifici atti di indagine che descrivono chiaramente i fatti. La difesa deve concentrarsi sul merito di tali fatti. In secondo luogo, chi intende eccepire la mancata motivazione sull’urgenza deve essere pronto a fornire la prova di un pregiudizio concreto, dimostrando che il provvedimento ha avuto esecuzione prima del controllo del giudice, impedendo la partecipazione a un evento sportivo. In assenza di tale prova, il motivo di ricorso sarà ritenuto inammissibile.

Nella convalida di un DASPO, il giudice deve motivare in modo autonomo e dettagliato la pericolosità sociale del soggetto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la motivazione del giudice è legittima anche quando è breve e si salda con quella del provvedimento del Questore (motivazione per relationem), facendo riferimento agli atti di polizia che descrivono analiticamente i fatti e che sono noti all’interessato.

L’assenza di una motivazione sull’urgenza rende sempre invalida la convalida del DASPO?
No. La mancanza di una motivazione esplicita sull’urgenza determina l’invalidità della convalida solo se il destinatario del provvedimento dimostra che, tra la notifica del DASPO e la convalida del giudice, si è svolta una manifestazione sportiva alla quale non ha potuto partecipare a causa dell’obbligo di presentazione alla polizia.

A chi spetta l’onere di provare che il DASPO ha prodotto effetti concreti prima della convalida del giudice?
L’onere della prova grava sul destinatario del provvedimento. È lui che, per contestare la mancanza di motivazione sull’urgenza, deve dimostrare di aver subito un pregiudizio concreto, ovvero che il DASPO ha avuto esecuzione prima dell’intervento del giudice impedendogli di partecipare a un evento sportivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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