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Convalida DASPO: l’obbligo di motivazione del GIP

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida DASPO emessa dal GIP di Milano. La Corte ha stabilito che il controllo del giudice non può essere meramente formale, ma deve includere una valutazione sostanziale e motivata sulla pericolosità del soggetto e sulla necessità e urgenza della misura. La violazione del termine di 48 ore per la difesa è stata invece ritenuta irrilevante in assenza di un pregiudizio concreto per l’interessato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Motivazione del Giudice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 38504 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale nel diritto delle misure di prevenzione: la convalida DASPO da parte del Giudice per le indagini preliminari (GIP) non può essere un atto meramente burocratico. Il giudice ha il dovere di effettuare un controllo sostanziale e approfondito, motivando adeguatamente sulla pericolosità del soggetto e sull’urgenza della misura. Approfondiamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: dal Provvedimento del Questore al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un provvedimento del Questore di Milano che imponeva a un giovane il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive (DASPO), unitamente all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il GIP del Tribunale di Milano convalidava tale provvedimento. Contro questa ordinanza di convalida, il difensore del giovane proponeva ricorso in Cassazione, sollevando cinque motivi di doglianza.

Tra i motivi spiccavano la presunta violazione del termine di 48 ore concesso alla difesa, ma soprattutto la totale assenza di motivazione da parte del GIP su aspetti cruciali come l’attribuibilità dei fatti al ricorrente, la sua effettiva pericolosità e la necessità di imporre, oltre al divieto di accesso agli stadi, anche l’obbligo di firma.

La Questione dei Termini Difensivi: un Dettaglio Procedurale

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla tempistica della convalida. Il ricorrente lamentava che l’ordinanza del GIP era stata depositata prima dello scadere delle 48 ore a sua disposizione per presentare memorie difensive. La Cassazione, tuttavia, ha ritenuto questo motivo infondato. Pur riconoscendo che la violazione del termine costituisce una nullità, ha specificato che si tratta di una nullità ‘generale’ e non ‘assoluta’. Di conseguenza, per essere fatta valere, è necessario dimostrare un pregiudizio concreto e attuale: l’interessato deve provare che la violazione del termine gli ha effettivamente impedito di esercitare un suo diritto. Nel caso di specie, non essendo stata intrapresa alcuna attività difensiva, la Corte ha concluso che non vi era stata alcuna lesione effettiva del diritto di difesa.

La Carenza di Motivazione nella Convalida DASPO: il Cuore della Decisione

Il fulcro della sentenza risiede nell’accoglimento degli altri motivi di ricorso, tutti incentrati sulla carenza di motivazione dell’ordinanza del GIP. La Cassazione ha ribadito con forza il ruolo di garanzia che la legge affida al giudice in questa fase.

Il Ruolo di Garanzia del GIP

Il controllo del GIP sull’operato del Questore non può limitarsi a una presa d’atto. Deve essere un controllo penetrante, sostanziale ed esaustivo. Il giudice non può semplicemente aderire alla richiesta del Pubblico Ministero con una motivazione assertiva o apparente. Ha il dovere di verificare autonomamente la sussistenza di tutti i presupposti che legittimano una misura così incisiva sulla libertà personale.

I Presupposti da Valutare: Pericolosità e Urgenza

La Corte ha specificato che il GIP deve valutare attentamente:
1. La pericolosità del soggetto: non è sufficiente che sia genericamente affermata, ma deve emergere da elementi concreti.
2. Le ragioni di necessità ed urgenza: la misura deve essere giustificata da una situazione contingente che richiede un intervento immediato.
3. La congruità della durata della misura imposta.

Nel caso esaminato, il GIP aveva omesso qualsiasi valutazione su questi punti, procedendo a una convalida automatica che la Cassazione ha ritenuto illegittima.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha sottolineato che l’obbligo di presentazione all’autorità di P.S. costituisce una limitazione della libertà personale tutelata dall’art. 13 della Costituzione e, come tale, è soggetta a un inderogabile controllo giurisdizionale. Questo controllo deve essere effettivo e non apparente. Il GIP, limitandosi a ratificare la richiesta del PM con una ‘motivazione meramente assertiva ed assolutamente carente’, non ha svolto il ruolo di garanzia che la legge gli demanda. Di conseguenza, il provvedimento impugnato è stato ritenuto viziato per mancanza di una motivazione adeguata sui presupposti di legittimità della misura di prevenzione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida del GIP con rinvio al Tribunale di Milano per un nuovo esame che dovrà tenere conto dei principi espressi. È stata inoltre disposta la sospensione dell’efficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione. Questa sentenza rappresenta un monito importante: le misure di prevenzione, pur essendo strumenti cruciali per la sicurezza pubblica, devono sempre essere assistite da rigorose garanzie giurisdizionali, a partire da un controllo motivato e sostanziale da parte del giudice.

La violazione del termine di 48 ore per la difesa rende sempre nulla la convalida del GIP?
No. Secondo la Corte, si tratta di una nullità ‘generale’ e non ‘assoluta’. Per renderla efficace, l’interessato deve dimostrare di aver subito un pregiudizio concreto, cioè che l’inosservanza del termine gli ha effettivamente impedito di esercitare il suo diritto di difesa. Una semplice lamentela astratta non è sufficiente.

Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) può convalidare un DASPO limitandosi ad aderire alla richiesta del Pubblico Ministero?
No. La Corte ha stabilito che il GIP ha un ruolo di garanzia e deve svolgere un controllo sostanziale ed esaustivo, non meramente formale. Deve valutare autonomamente tutti i presupposti di legittimità della misura, come la pericolosità del soggetto e le ragioni di necessità e urgenza, fornendo una motivazione non assertiva o carente.

Qual è l’effetto della decisione della Cassazione sul provvedimento del Questore?
La Corte ha annullato l’ordinanza di convalida del GIP e ha rinviato il caso al Tribunale di Milano per un nuovo esame. Inoltre, ha sospeso l’efficacia del provvedimento del Questore, ma solo per quanto riguarda l’obbligo di presentazione alla polizia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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