LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Convalida DASPO: la Cassazione sui termini di difesa

Un soggetto destinatario di DASPO ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che la convalida DASPO da parte del GIP fosse illegittima perché avvenuta prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, affermando che, sebbene la convalida debba avvenire dopo le 48 ore per tutelare il diritto di difesa, una sua emissione anticipata genera una nullità che deve essere eccepita e, soprattutto, l’interessato deve dimostrare il concreto pregiudizio subito. In assenza di tale prova, la convalida resta valida.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: quando la fretta del Giudice non invalida l’atto

La procedura di convalida DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è un meccanismo delicato che bilancia l’esigenza di prevenzione della violenza negli stadi con il diritto di difesa del cittadino. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 24326 del 2025, interviene su un aspetto cruciale: le conseguenze della convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) prima che sia decorso il termine di 48 ore dalla notifica. La Corte stabilisce un principio importante: la violazione del termine non comporta automaticamente la nullità del provvedimento, se non si dimostra un danno concreto al diritto di difesa.

I fatti del caso

Il caso ha origine da un provvedimento emesso dal Questore di Frosinone, con cui veniva imposto a un tifoso l’obbligo di presentazione presso la questura per cinque anni, in occasione delle partite della sua squadra del cuore. Il provvedimento veniva notificato all’interessato il 29 ottobre 2024 alle ore 19:45.
La legge prevede che, per diventare pienamente efficace, questo tipo di misura debba essere convalidato da un GIP entro 48 ore dalla notifica. Tuttavia, nel caso specifico, il GIP provvedeva alla convalida già alle ore 16:30 del 31 ottobre 2024, quindi circa tre ore prima della scadenza effettiva del termine.

La questione della convalida DASPO anticipata

Il ricorrente si è rivolto alla Corte di Cassazione lamentando proprio questa circostanza. A suo avviso, la convalida DASPO anticipata avrebbe violato il suo diritto di difesa. Il termine di 48 ore, infatti, non serve solo al GIP per decidere, ma anche e soprattutto al destinatario del provvedimento per poter esaminare gli atti e depositare memorie difensive. Convalidando l’atto prima del tempo, il GIP avrebbe di fatto vanificato questa possibilità, rendendo il provvedimento nullo.
Il Procuratore Generale presso la stessa Corte di Cassazione aveva appoggiato questa tesi, chiedendo l’annullamento senza rinvio del provvedimento.

Le motivazioni della Cassazione sul termine di convalida DASPO

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo l’importanza del termine di 48 ore, ha rigettato il ricorso basandosi su un recente e consolidato orientamento giurisprudenziale. Secondo la Suprema Corte, la convalida del provvedimento del Questore non può, di regola, intervenire prima dello scadere delle 48 ore dalla notifica, proprio per permettere al destinatario di esercitare il proprio diritto di difesa.

Tuttavia, l’inosservanza di questo termine non genera una nullità assoluta e insanabile. Si tratta, invece, di una ‘nullità generale a regime intermedio’. Questo tecnicismo significa che il vizio non può essere rilevato d’ufficio dal giudice, ma deve essere eccepito, cioè sollevato, dalla parte interessata. Ma non basta: chi eccepisce la nullità ha l’onere di dimostrare che dalla violazione della norma è derivato un ‘pregiudizio concreto’ al suo diritto di difesa.

In altre parole, il ricorrente avrebbe dovuto specificare in che modo la convalida anticipata gli ha impedito di difendersi. Ad esempio, avrebbe potuto sostenere di avere pronta una memoria difensiva da depositare proprio nelle ultime ore a disposizione. Poiché nel ricorso ci si è limitati a denunciare la mera violazione formale del termine, senza allegare alcun pregiudizio effettivo, la Corte ha ritenuto il motivo infondato.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale nel diritto processuale: le nullità non sono quasi mai un fine, ma uno strumento per garantire la sostanza dei diritti. La violazione di una norma procedurale, anche importante come quella sul termine per la convalida del DASPO, non è sufficiente di per sé a invalidare l’atto se non si dimostra che tale violazione ha causato un danno reale ed effettivo al diritto di difesa. Questo orientamento impone alla difesa un ruolo attivo: non basta lamentare l’errore, ma bisogna dimostrare le sue conseguenze negative concrete.

La convalida di un DASPO può avvenire prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
Secondo la Corte di Cassazione, la convalida non dovrebbe avvenire prima dello scadere delle 48 ore per garantire il diritto di difesa. Tuttavia, se questo accade, l’atto non è automaticamente nullo.

Cosa succede se il GIP convalida un DASPO prima del termine di 48 ore?
L’inosservanza del termine comporta una ‘nullità generale a regime intermedio’. Questo significa che la nullità deve essere eccepita dalla parte interessata, la quale deve anche dimostrare di aver subito un concreto pregiudizio al proprio diritto di difesa a causa della convalida anticipata.

È sufficiente lamentare la violazione del termine di 48 ore per ottenere l’annullamento della convalida del DASPO?
No, non è sufficiente. In base alla sentenza, la parte che lamenta la lesione del proprio diritto di difesa deve verificare e dimostrare, in concreto, il pregiudizio che ha subito a causa della convalida avvenuta prima della scadenza del termine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati