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Convalida Daspo: la Cassazione annulla per incertezza

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida Daspo emessa dal GIP, poiché l’assenza dell’orario di deposito del provvedimento non permetteva di verificare il rispetto del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie difese. Questa incertezza ha determinato la violazione del diritto di difesa e la conseguente inefficacia della prescrizione dell’obbligo di comparizione.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida Daspo e Termini Processuali: La Cassazione Sottolinea l’Importanza del Diritto di Difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione: il rispetto rigoroso dei termini processuali è essenziale per garantire il diritto di difesa. Il caso in esame riguarda la convalida Daspo, un provvedimento che impone restrizioni significative alla libertà personale, e dimostra come un’incertezza procedurale, apparentemente minore, possa portare all’annullamento della misura più afflittiva.

I Fatti di Causa

Un soggetto veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che gli imponeva il divieto di accedere a manifestazioni sportive (Daspo) per una durata di 10 anni, accompagnato dalla prescrizione dell’obbligo di comparire presso un ufficio di polizia per 5 anni in occasione degli incontri di calcio.

La cronologia degli eventi è cruciale:
1. Il provvedimento del Questore è emesso il 22 luglio 2023.
2. Viene notificato all’interessato il 24 luglio 2023 alle ore 13:55.
3. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale convalida il provvedimento con un’ordinanza depositata in cancelleria il 26 luglio 2023.

Il punto critico, sollevato dalla difesa, è che l’ordinanza del GIP non specificava l’orario del deposito. Questa omissione ha aperto la strada al ricorso in Cassazione, basato sulla violazione dei termini perentori stabiliti dalla legge.

La Decisione della Corte sulla Convalida Daspo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e dichiarando l’inefficacia dell’obbligo di presentazione. La legge (art. 6 della L. 401/1989) stabilisce una precisa scansione temporale per la convalida Daspo:
* L’interessato ha 48 ore dalla notifica del provvedimento per presentare le proprie ragioni difensive all’autorità giudiziaria.
* Il GIP deve decidere sulla convalida entro le successive 48 ore, e comunque non oltre le 96 ore totali dalla notifica.

Il cuore della questione risiede nel primo termine: il GIP non può emettere la convalida prima che siano trascorse le 48 ore a disposizione del destinatario per difendersi. Farlo significherebbe svuotare di significato questo diritto.

L’incertezza che invalida l’atto

Nel caso specifico, essendo la notifica avvenuta alle 13:55 del 24 luglio, il termine per la difesa scadeva alle 13:55 del 26 luglio. Il provvedimento di convalida è stato depositato il 26 luglio, ma l’assenza dell’orario ha reso impossibile verificare se ciò sia avvenuto prima o dopo le 13:55. Questa incertezza, ha stabilito la Corte, non è risolvibile e si traduce in una violazione del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sul principio del favor rei, secondo cui ogni dubbio deve essere interpretato a favore del destinatario del provvedimento. Non potendo affermare con certezza che il GIP abbia atteso la scadenza del termine dilatorio di 48 ore, il provvedimento di convalida risulta viziato da nullità.

I giudici hanno chiarito che, sebbene l’omessa indicazione dell’orario di deposito non comporti automaticamente la caducazione della misura, ciò avviene quando tale omissione impedisce di verificare il rispetto di un termine essenziale per l’esercizio del diritto di difesa. L’incertezza sulla tempestività della convalida, non superabile con altri elementi certi, comporta la perdita di efficacia della misura.

Di conseguenza, la Corte ha annullato l’ordinanza limitatamente alla prescrizione dell’obbligo di comparizione, la parte del provvedimento che richiede la convalida giurisdizionale, in quanto incide maggiormente sulla libertà personale.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce che le garanzie procedurali non sono meri formalismi, ma pilastri dello stato di diritto. L’incertezza sull’orario di un atto giudiziario, quando da esso dipende la validità di un termine difensivo perentorio, non può essere tollerata. La decisione insegna che la certezza del diritto passa anche attraverso la precisione documentale e che ogni dubbio sull’osservanza delle norme poste a tutela della difesa deve risolversi a favore del cittadino, comportando l’inefficacia degli atti restrittivi adottati in violazione di tali garanzie.

Perché la convalida del Daspo è stata annullata?
È stata annullata perché l’ordinanza del giudice non specificava l’orario di deposito, rendendo impossibile verificare con certezza il rispetto del termine di 48 ore concesso all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa prima della convalida.

Quali sono i termini che il Giudice deve rispettare per la convalida del Daspo?
Il Giudice deve emettere il provvedimento di convalida entro 96 ore dalla notifica del Daspo, ma deve tassativamente attendere che siano trascorse le prime 48 ore per consentire al destinatario di presentare le proprie memorie difensive.

Quali sono le conseguenze dell’annullamento della convalida in questo caso?
La conseguenza è stata la dichiarazione di inefficacia della prescrizione più afflittiva, ovvero l’obbligo per la persona di presentarsi presso un ufficio di polizia in occasione delle partite. L’annullamento ha riguardato specificamente questa parte del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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