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Convalida DASPO: illegittima se prima di 48 ore

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO, limitatamente all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento, un tempo ritenuto indispensabile per garantire il diritto di difesa dell’interessato. La convalida DASPO, avvenuta prima della scadenza di tale termine, è stata dichiarata nulla, anche se l’interessato aveva depositato una memoria difensiva proprio in quelle ore. Il divieto di accesso agli stadi, invece, è rimasto valido.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: perché il rispetto delle 48 ore è cruciale per la difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale nella procedura di convalida DASPO con obbligo di presentazione: il Giudice deve attendere il decorso di 48 ore dalla notifica del provvedimento prima di decidere. Questa pronuncia chiarisce che una decisione affrettata, anche di poche ore, compromette irrimediabilmente il diritto di difesa e determina la nullità della misura accessoria.

Il caso esaminato offre uno spunto cruciale per comprendere l’equilibrio tra esigenze di ordine pubblico e garanzie individuali.

I Fatti del Caso: un Provvedimento e un Ricorso

Un tifoso riceveva un decreto del Questore che gli vietava l’accesso a manifestazioni sportive per cinque anni e gli imponeva l’obbligo di presentarsi in Questura in occasione delle partite della sua squadra. Il provvedimento veniva notificato l’8 gennaio alle ore 18:00.

Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) convalidava il decreto il 10 gennaio alle ore 12:46, su richiesta del Pubblico Ministero presentata la stessa mattina. Tuttavia, l’interessato depositava una propria memoria difensiva alle ore 16:00 dello stesso giorno, ovvero prima della scadenza del termine di 48 ore (che sarebbe avvenuta alle 18:00). Di fatto, la decisione del GIP era intervenuta prima che il termine per difendersi fosse scaduto e senza poter valutare le argomentazioni della difesa.

Il tifoso ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando proprio l’eccessiva compressione del tempo concesso per difendersi e la conseguente violazione del suo diritto.

La Decisione della Cassazione sulla convalida del DASPO

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del GIP. La Corte ha chiarito che il termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore ha natura di “termine dilatorio”. Questo significa che il suo scopo è proprio quello di assicurare un tempo minimo e incomprimibile all’interessato per preparare e presentare le proprie difese.

Le Motivazioni: la Tutela del Diritto di Difesa

Il cuore della motivazione risiede nel principio consolidato secondo cui, per assicurare l’effettività del contraddittorio (seppur documentale), è necessario che la convalida del GIP non intervenga prima che siano decorse le 48 ore dalla notifica. Questo lasso di tempo è finalizzato a consentire l’effettivo esercizio del diritto di difesa. Procedere alla convalida prima di tale scadenza, come avvenuto nel caso di specie, integra una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale.

La Corte ha specificato che l’ordinanza impugnata andava annullata con conseguente perdita di efficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente all’obbligo di presentazione. L’altra parte del provvedimento, ovvero il divieto di accesso agli stadi, è rimasta invece valida e intangibile, poiché la sua efficacia non dipende dalla convalida del giudice.

Le Conclusioni: l’impatto della Sentenza

Questa sentenza riafferma con forza l’importanza delle garanzie procedurali. Anche in un contesto in cui le esigenze di rapidità e prevenzione sono elevate, come quello delle misure di pubblica sicurezza, il diritto di difesa non può essere sacrificato. Il termine di 48 ore non è una mera formalità, ma un presidio essenziale che consente un contraddittorio effettivo. La conseguenza pratica è chiara: un’ordinanza di convalida emessa prematuramente è viziata da nullità per quanto riguarda l’obbligo di presentazione, una delle misure più afflittive collegate al DASPO, che cessa così di produrre i suoi effetti.

Entro quanto tempo il Giudice può convalidare un DASPO con obbligo di presentazione?
Il Giudice per le indagini preliminari deve attendere che siano trascorse almeno 48 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato prima di poter procedere con la convalida.

Cosa succede se il Giudice convalida il provvedimento prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
La convalida è viziata da nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa. Di conseguenza, l’ordinanza del giudice viene annullata e l’obbligo di presentazione imposto dal Questore cessa di avere efficacia.

L’annullamento della convalida dell’obbligo di presentazione cancella anche il divieto di accesso allo stadio?
No. La sentenza chiarisce che l’annullamento riguarda solo l’obbligo di presentazione, che richiede la convalida del giudice. Il divieto di accesso alle manifestazioni sportive (il DASPO vero e proprio) rimane valido e pienamente efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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