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Convalida DASPO: i termini per PM e GIP spiegati

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un tifoso destinatario di un DASPO con obbligo di firma. Il ricorrente lamentava il ritardo del Pubblico Ministero nella richiesta di convalida DASPO. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: l’unico termine perentorio, la cui violazione rende inefficace la misura, è quello complessivo di 96 ore dalla notifica entro cui deve intervenire la convalida del Giudice. Il termine di 48 ore per la richiesta del PM, invece, non è sanzionato con l’inefficacia.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: La Cassazione sui Termini per la Richiesta del PM

La convalida DASPO è un procedimento cruciale che bilancia l’esigenza di sicurezza pubblica con la tutela delle libertà individuali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto procedurale fondamentale: i termini entro cui il Pubblico Ministero (PM) deve chiedere la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP). La Corte ha confermato che il ritardo del PM non invalida automaticamente la misura, a patto che la convalida del giudice avvenga entro 96 ore dalla notifica al destinatario. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Violenza allo Stadio e DASPO del Questore

Al termine di un incontro di calcio ad alta tensione, si sono verificati gravi scontri tra le tifoserie avversarie. Un convoglio ferroviario con a bordo i tifosi ospiti è stato costretto a fermarsi a causa della presenza di persone sui binari con fumogeni e torce. In questo frangente, un gruppo di circa cinquanta tifosi della squadra di casa ha assaltato il treno. Tra questi, le forze dell’ordine hanno identificato un individuo, già noto come membro di un gruppo ultras, mentre si allontanava dagli scontri con una cintura in mano, utilizzata come strumento per offendere.

A seguito di questi eventi, il Questore ha emesso un provvedimento di DASPO della durata di cinque anni, con l’obbligo per il soggetto di presentarsi presso gli uffici di polizia all’inizio di ogni incontro della sua squadra. Il provvedimento è stato notificato all’interessato, ma la richiesta di convalida da parte del PM è giunta al GIP oltre il termine di 48 ore previsto dalla legge.

I Motivi del Ricorso: I Termini della Convalida DASPO in Discussione

Il difensore del tifoso ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali, entrambi focalizzati su presunti vizi procedurali.

La Presunta Violazione del Termine di 48 Ore

Il motivo principale del ricorso riguardava il mancato rispetto del termine di 48 ore che la legge (art. 6, L. 401/89) concede al Pubblico Ministero per chiedere al GIP la convalida del provvedimento del Questore. Secondo la difesa, questo termine doveva considerarsi perentorio, e la sua violazione avrebbe dovuto comportare l’annullamento dell’ordinanza di convalida.

La Carenza di Motivazione sull’Urgenza

In secondo luogo, si lamentava l’assenza di una motivazione specifica da parte del GIP sulle ragioni di necessità e urgenza che giustificavano l’applicazione della misura restrittiva. Tale necessità, secondo la difesa, era ancora più dubbia dato che il tifoso aveva già iniziato a ottemperare all’obbligo di firma per una partita svoltasi tra la notifica del DASPO e la sua convalida da parte del giudice.

L’Analisi della Corte: la corretta interpretazione dei termini per la convalida DASPO

La Corte di Cassazione ha dichiarato infondati entrambi i motivi del ricorso, confermando la validità del provvedimento. Gli Ermellini hanno seguito il loro orientamento consolidato, offrendo un’interpretazione chiara della normativa sui termini procedurali per la convalida DASPO.

La Corte ha spiegato che la legge stabilisce una procedura che si articola in due fasi temporali: il PM deve chiedere la convalida entro 48 ore dalla notifica, e il GIP deve pronunciarsi entro le successive 48 ore. Tuttavia, l’inefficacia della misura scatta solo se il GIP non la convalida entro il termine complessivo di 96 ore dalla notifica iniziale all’interessato. Il termine intermedio di 48 ore per il PM non è considerato perentorio ai fini della validità della misura.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica della norma. La legge stabilisce che le prescrizioni cessano di avere efficacia se il PM non avanza la richiesta e se il giudice non dispone la convalida nei termini. L’uso della congiunzione “e” indica che entrambe le condizioni devono verificarsi affinché la misura diventi inefficace. Di conseguenza, il superamento del solo termine a disposizione del PM non è sufficiente a invalidare il DASPO, se la convalida del giudice interviene comunque nel tempo massimo di 96 ore. Nel caso di specie, questo termine complessivo era stato rispettato.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha ritenuto che la motivazione dell’ordinanza del GIP fosse adeguata. Il giudice aveva correttamente valutato la gravità dei fatti, la pericolosità del soggetto (desunta non solo dall’episodio in sé ma anche da precedenti specifici) e aveva fatto riferimento, per relationem, all’ampia motivazione contenuta nel provvedimento del Questore. L’aver ottemperato all’obbligo di firma prima della convalida, se da un lato dimostrava l’interesse a ricorrere del soggetto, dall’altro non faceva venir meno le ragioni di urgenza che giustificavano la misura preventiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale nella procedura di convalida DASPO: la garanzia per il cittadino è rappresentata dal controllo giurisdizionale che deve avvenire entro il termine massimo e invalicabile di 96 ore. Il termine intermedio per l’azione del PM ha una funzione ordinatoria, volta a sollecitare la Procura, ma il suo mancato rispetto non determina l’automatica caducazione della misura. La decisione sottolinea come la valutazione della pericolosità del soggetto e la necessità della misura si basino su un’analisi complessiva della condotta, dei precedenti e del contesto in cui si sono verificati i fatti, garantendo che le misure preventive siano applicate in modo proporzionato e giustificato.

Il ritardo del Pubblico Ministero nel chiedere la convalida del DASPO (oltre 48 ore) rende il provvedimento inefficace?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’unico termine il cui mancato rispetto causa l’inefficacia del DASPO è il termine complessivo di 96 ore dalla notifica, entro cui deve intervenire la convalida del Giudice per le Indagini Preliminari.

Cosa deve motivare il Giudice nell’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione?
Il Giudice deve motivare sulla sussistenza dei presupposti per la misura, sulla pericolosità del soggetto e, riguardo alla necessità e urgenza, deve considerare l’attualità o la prossimità di competizioni sportive. La motivazione può anche richiamare (per relationem) quella contenuta nel provvedimento del Questore.

Chi deve provare che il DASPO è stato eseguito prima della convalida del Giudice per contestare la mancanza di motivazione sull’urgenza?
Spetta al ricorrente, ovvero alla persona colpita dal provvedimento, dimostrare di avere un interesse concreto al ricorso, provando che la misura ha avuto esecuzione (ad esempio, recandosi a firmare in questura) prima dell’intervento del magistrato che ha convalidato il DASPO.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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