LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Convalida DASPO: Diritto di Difesa e Termini Stretti

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un tifoso contro la convalida di un DASPO. La sentenza chiarisce che il destinatario ha 48 ore dalla notifica per esercitare il diritto di difesa, senza dover attendere il deposito della richiesta del PM. È onere dell’interessato attivarsi per visionare gli atti. La Corte ha inoltre confermato la legittimità della misura basata su una recidiva datata, considerata indicativa di una rinnovata pericolosità alla luce dei nuovi fatti. La corretta procedura di convalida DASPO è stata quindi confermata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: Come e Quando si Esercita il Diritto di Difesa?

La convalida DASPO è una procedura rapida che solleva spesso interrogativi sul corretto bilanciamento tra esigenze di sicurezza pubblica e diritto di difesa del cittadino. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7453/2024) offre chiarimenti fondamentali sui termini e le modalità con cui il destinatario di un DASPO può far valere le proprie ragioni prima che il provvedimento diventi definitivo. Analizziamo insieme i punti salienti di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un DASPO e il Ricorso in Cassazione

Un tifoso, già destinatario in passato di un DASPO emesso nel 2007 e terminato nel 2012, veniva raggiunto da un nuovo provvedimento del Questore. Questo nuovo DASPO non solo gli vietava l’accesso a manifestazioni sportive, ma gli imponeva anche l’obbligo di presentarsi presso le forze dell’ordine. Il provvedimento veniva notificato l’11 agosto, la richiesta di convalida del Pubblico Ministero veniva depositata il 12 agosto e il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) la convalidava il 14 agosto.

Il tifoso, tramite i suoi legali, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali violazioni:

1. Compressione del diritto di difesa: Sosteneva che i tempi strettissimi, a cavallo di un fine settimana e della vigilia di Ferragosto, gli avessero materialmente impedito di accedere agli atti e presentare una memoria difensiva.
2. Motivazione insufficiente: Contestava la decisione del giudice di imporre l’obbligo di firma basandosi su un precedente così datato, senza una valutazione adeguata della sua attuale pericolosità.

La Procedura di Convalida DASPO e il Diritto di Difesa

Il cuore della decisione della Cassazione riguarda il primo motivo di ricorso. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il diritto di difesa del destinatario del DASPO deve essere esercitato entro il termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento.

Questo significa che l’interessato ha due giorni di tempo per presentare memorie o deduzioni al giudice competente. La Corte ha chiarito che questo termine è autonomo e non dipende dai tempi del Pubblico Ministero. L’interessato non deve attendere che il PM chieda la convalida DASPO per attivarsi.

L’Onere della Prova a Carico della Difesa

Un punto cruciale sottolineato dalla Corte è che spetta a chi lamenta la violazione del diritto di difesa dimostrare di aver tentato attivamente, ma senza successo, di accedere agli atti. Nel caso specifico, il ricorrente si era limitato a una generica affermazione sulla chiusura degli uffici giudiziari durante il sabato, senza però allegare alcuna prova di essersi recato presso la Questura o la Procura per visionare la documentazione.

La Cassazione ha stabilito che è un onere del destinatario della misura esercitare tempestivamente il proprio diritto di accesso agli atti, che può avvenire presso:

* La Questura
* La segreteria del Pubblico Ministero
* La cancelleria del Giudice per le Indagini Preliminari

In assenza di tale prova, la semplice coincidenza con un fine settimana non è sufficiente a dimostrare una reale impossibilità di difendersi.

Le Motivazioni: Recidiva Datata e Pericolosità Attuale

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha affrontato il tema della ‘recidiva datata’. La giurisprudenza distingue tra recidivi ‘recenti’ (se il nuovo fatto avviene entro tre anni dalla fine del DASPO precedente) e ‘datati’.

Per i recidivi recenti, vige una presunzione assoluta* di pericolosità che giustifica misure più severe.
Per i recidivi datati, come nel caso in esame, la presunzione di pericolosità è solo relativa*. Ciò significa che l’interessato può fornire prove per dimostrare il suo superamento.

Nel caso di specie, il ricorrente non ha fornito alcun elemento per superare tale presunzione. Anzi, la sua condotta (il coinvolgimento in una rissa su una strada pubblica dopo una partita) è stata ritenuta dai giudici un chiaro indicatore di una ‘rinnovata pericolosità’, sufficiente a giustificare sia il nuovo DASPO sia l’obbligo di firma. La durata della misura, fissata fino alla fine della stagione 2024-2025, è stata considerata congrua e addirittura inferiore al massimo previsto dalla legge.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Questa sentenza riafferma principi chiave sulla convalida DASPO: il diritto di difesa esiste ed è garantito entro le 48 ore dalla notifica, ma richiede un ruolo attivo da parte dell’interessato e del suo difensore. Non è possibile lamentare una violazione di tale diritto se non si dimostra di aver compiuto tutti i tentativi possibili per accedere agli atti. Inoltre, un precedente datato, seppur non crei una presunzione assoluta, può legittimamente fondare una nuova misura restrittiva se i fatti recenti confermano una perdurante pericolosità sociale del soggetto.

Entro quanto tempo si può presentare una memoria difensiva dopo aver ricevuto un DASPO?
La memoria difensiva può essere presentata al Giudice per le Indagini Preliminari entro 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore. Questo termine è identico a quello concesso al Pubblico Ministero per richiedere la convalida.

È necessario attendere che il Pubblico Ministero depositi la richiesta di convalida per accedere agli atti?
No. La Corte ha chiarito che il soggetto interessato può e deve attivarsi immediatamente dopo la notifica per accedere agli atti, senza attendere le mosse del PM. L’accesso può essere richiesto presso la Questura, la Procura della Repubblica o la cancelleria del G.I.P.

Un DASPO molto vecchio può giustificare l’applicazione di un nuovo DASPO con obbligo di firma?
Sì. Sebbene un precedente datato (in questo caso, terminato oltre dieci anni prima) non crei una presunzione assoluta di pericolosità, ne crea una relativa. Se i nuovi comportamenti (come una rissa) confermano una ‘rinnovata pericolosità’, e l’interessato non fornisce prove contrarie, il giudice può legittimamente imporre misure più severe come l’obbligo di firma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati