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Contrabbando tabacchi: la depenalizzazione del reato

Un soggetto, condannato in primo grado per il contrabbando di tabacchi per un quantitativo di 520 grammi, si è visto dichiarare inammissibile l’appello. La Corte di Cassazione, adita dall’imputato, ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio. La motivazione non risiede in un errore processuale, ma nell’intervenuta depenalizzazione del fatto. Con il D.Lgs. 141/2024, il contrabbando tabacchi sotto i 15 kg non è più reato ma illecito amministrativo, anche in caso di recidiva. La Corte ha quindi trasmesso gli atti all’Agenzia delle Dogane per le sanzioni amministrative.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Contrabbando Tabacchi: La Cassazione Annulla la Condanna per Depenalizzazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito gli effetti della nuova normativa sul contrabbando tabacchi. La Suprema Corte ha annullato una condanna per la detenzione di una piccola quantità di sigarette, affermando che, a seguito di una recente riforma, il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Questa decisione ha implicazioni significative per tutti i casi simili, trasformando quello che era un illecito penale in un illecito amministrativo.

I Fatti del Caso: Detenzione di Tabacco Lavorato Estero

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale di Napoli Nord. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato di contrabbando per aver detenuto, ai fini della vendita, 26 pacchetti di tabacco lavorato estero per un peso complessivo di 520 grammi, sottraendoli al pagamento dei diritti di confine. La pena inflitta in primo grado era di due mesi di reclusione e 1.800,00 euro di multa, con confisca e distruzione del tabacco sequestrato.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna all’Inammissibilità dell’Appello

Successivamente, la Corte di Appello di Napoli aveva dichiarato inammissibile l’impugnazione presentata dall’imputato, sostenendo la mancanza di uno specifico mandato al difensore per proporre l’appello. Di conseguenza, la sentenza di primo grado era diventata esecutiva. L’imputato, tramite il suo difensore, ha quindi proposto ricorso per Cassazione, contestando la decisione della Corte di Appello.

La Decisione della Cassazione sul Contrabbando Tabacchi

La Corte di Cassazione, pur ritenendo infondato il motivo di ricorso relativo al mandato difensivo, ha comunque annullato la sentenza. La Corte ha agito d’ufficio, rilevando una questione di diritto fondamentale: il fatto contestato non è più reato.

Il Principio dell’Abolitio Criminis

La Corte ha applicato il principio dell’ abolitio criminis. Una nuova legge, il Decreto Legislativo n. 141 del 2024, entrato in vigore il 4 ottobre 2024, ha modificato la disciplina del contrabbando di tabacchi. La nuova normativa ha depenalizzato la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri per quantitativi inferiori a quindici chilogrammi convenzionali. Tali fatti ora costituiscono un mero illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria, a meno che non ricorrano specifiche circostanze aggravanti, assenti nel caso di specie.

L’Irrilevanza della Recidiva dopo la Riforma

Un punto cruciale della decisione riguarda la recidiva, che era stata contestata all’imputato. La Corte ha chiarito che, secondo la nuova legge, la recidiva nel contrabbando assume rilevanza penale solo se si commette un nuovo delitto di contrabbando. Poiché il fatto contestato (detenzione sotto i 15 kg) è ora un illecito amministrativo, la condizione di recidiva non è sufficiente a trasformarlo nuovamente in reato.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sull’applicazione del principio del favor rei, secondo cui si applica la legge più favorevole all’imputato, inclusa quella che abolisce il reato. Il delitto di contrabbando tabacchi contestato all’imputato, riguardando un quantitativo di gran lunga inferiore alla soglia di 15 kg, non è più previsto come reato dall’ordinamento giuridico. La precedente normativa (art. 291-bis d.P.R. n. 43/1973) è stata sostituita dall’art. 84 del d.lgs. n. 141/2024, che ha esteso i casi di depenalizzazione. Di conseguenza, la condanna penale non può più sussistere.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza sul Contrabbando Tabacchi

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Questo non significa impunità: la Corte ha disposto la trasmissione degli atti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Napoli, che sarà competente per irrogare la sanzione amministrativa prevista dalla nuova legge. La sentenza stabilisce un principio chiaro: le condotte di contrabbando di tabacchi al di sotto della soglia quantitativa stabilita dalla legge sono ora gestite esclusivamente sul piano amministrativo, indipendentemente dalla storia criminale del soggetto.

Il contrabbando di piccole quantità di tabacco è ancora un reato?
No, la sentenza chiarisce che, a seguito del D.Lgs. n. 141 del 2024, la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri in quantità inferiori a 15 chilogrammi convenzionali non costituisce più reato, ma un illecito amministrativo, salvo la presenza di specifiche aggravanti.

La recidiva rende penalmente rilevante il contrabbando di piccole quantità di tabacco?
No, la Corte ha specificato che, secondo la nuova normativa, la recidiva non è sufficiente a rendere penalmente rilevante un fatto che è stato depenalizzato. La recidiva rileva solo se viene commesso un nuovo delitto di contrabbando, non un illecito amministrativo.

Cosa succede a una condanna per un fatto che è stato depenalizzato?
La condanna penale deve essere annullata senza rinvio, poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Gli atti del procedimento vengono trasmessi all’autorità amministrativa competente (in questo caso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) per l’applicazione della sanzione amministrativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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