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Contrabbando tabacchi: annullamento per decriminalizzazione

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di condanna per contrabbando tabacchi. La decisione si basa su una recente modifica legislativa (d.lgs. 141/2024) che ha decriminalizzato la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri in quantità inferiore a 15 kg, trasformando il fatto da reato a illecito amministrativo. Nel caso di specie, l’imputato era stato condannato per la detenzione di 240 grammi di tabacchi. La Suprema Corte, accogliendo il ricorso, ha applicato il principio del ‘favor rei’, stabilendo che il fatto non è più previsto dalla legge come reato e disponendo la trasmissione degli atti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Contrabbando Tabacchi: La Cassazione Annulla la Condanna per Fatto non più Reato

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di contrabbando tabacchi. A seguito di una modifica legislativa, la detenzione di piccole quantità di sigarette non costituisce più reato, ma un semplice illecito amministrativo. La Suprema Corte ha quindi annullato la condanna inflitta a un soggetto trovato in possesso di 240 grammi di tabacchi lavorati esteri, applicando la nuova e più favorevole normativa.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e confermata in appello, con cui un individuo veniva ritenuto responsabile del reato di contrabbando per la detenzione, a fini di vendita, di 240 grammi di tabacchi di provenienza estera. La pena inflitta era di sei mesi di reclusione e 1.200 euro di multa.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su un unico e decisivo motivo: l’intervenuta decriminalizzazione del fatto contestato. In particolare, si sosteneva che, per effetto della nuova legge, la condotta ascritta non fosse più prevista come reato, chiedendo di conseguenza l’annullamento della sentenza senza rinvio.

La Riforma sul Contrabbando Tabacchi: Cosa è Cambiato

Il punto centrale della decisione della Cassazione è l’applicazione del Decreto Legislativo n. 141 del 2024. Questa normativa ha profondamente modificato la disciplina del contrabbando tabacchi, riducendo l’area di rilevanza penale.

La nuova legge stabilisce che la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri in quantità inferiore a quindici chilogrammi convenzionali non è più un reato. Tale condotta è stata declassata a mero illecito amministrativo, punibile con una sanzione pecuniaria. La rilevanza penale scatta solo al superamento di tale soglia o in presenza di specifiche circostanze aggravanti, non riscontrate nel caso in esame.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. I giudici hanno applicato il principio fondamentale del nostro ordinamento penale, sancito dall’articolo 2 del codice penale, noto come favor rei. Secondo tale principio, nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge successiva, non costituisce più reato. Se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali.

Nel caso specifico, la condotta contestata all’imputato (la detenzione di 240 grammi di tabacco) rientra pienamente nella nuova fattispecie di illecito amministrativo. La quantità è ampiamente inferiore al limite dei 15 kg e non sono state contestate aggravanti. Di conseguenza, il fatto per cui era stata emessa la condanna è diventato penalmente irrilevante.

Per queste ragioni, la Corte ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, con la formula “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.

Conclusioni

La sentenza rappresenta una diretta applicazione della recente riforma in materia di contrabbando. Le implicazioni pratiche sono significative: le condotte relative a piccole quantità di tabacco, pur rimanendo illecite, escono dal circuito penale per entrare in quello amministrativo. Questo comporta non solo l’assenza di una pena detentiva, ma anche la cancellazione degli effetti penali della condanna, come l’iscrizione nel casellario giudiziale.

Conformemente alla nuova disciplina, la Corte ha disposto la trasmissione degli atti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente ora competente a valutare e sanzionare la condotta in via amministrativa.

La detenzione di piccole quantità di sigarette di contrabbando è ancora un reato?
No, secondo la nuova normativa (d.lgs. 141/2024), la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri in quantità inferiore a 15 kg non è più reato ma un illecito amministrativo, a meno che non sussistano specifiche aggravanti.

Cosa succede a chi è stato condannato per questo fatto prima dell’entrata in vigore della nuova legge?
In applicazione del principio del ‘favor rei’ (art. 2, comma 2, cod. pen.), se vi è stata una condanna per un fatto che non è più reato, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali. La Corte di Cassazione, come in questo caso, annulla la sentenza di condanna senza rinvio.

Quale autorità è ora competente per sanzionare il contrabbando di piccole quantità di tabacco?
La competenza non è più dell’autorità giudiziaria penale ma passa all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che si occupa di irrogare la sanzione amministrativa prevista dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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