LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Continuazione tra reati: quando viene esclusa

La Cassazione ha respinto il ricorso di un condannato che chiedeva il riconoscimento della continuazione tra reati di armi e droga, commessi a pochi giorni di distanza. La Corte ha stabilito che la natura ‘estemporanea’ del secondo reato, commesso per una necessità economica improvvisa e non come parte di un piano unitario, impedisce l’applicazione dell’istituto, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione tra reati: quando la vicinanza temporale non basta

L’istituto della continuazione tra reati è un pilastro del nostro sistema sanzionatorio penale, poiché consente di mitigare la pena quando più crimini sono legati da un unico disegno. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 39286/2024) chiarisce un punto fondamentale: la natura ‘estemporanea’ di un reato, anche se commesso a breve distanza da un altro, è sufficiente a escludere questo beneficio. Analizziamo insieme il caso e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Due Reati in Due Settimane

Un uomo veniva condannato con due sentenze definitive per due distinti reati commessi nella stessa città a soli 14 giorni di distanza l’uno dall’altro:
1. Un reato in materia di armi, commesso il 3 settembre 2014.
2. Un reato di traffico di stupefacenti, commesso il 17 settembre 2014.

In fase di esecuzione della pena, il condannato chiedeva al Giudice di applicare la disciplina della continuazione, sostenendo che entrambi i reati fossero parte di un unico piano criminale. Gli argomenti a sostegno erano la stretta vicinanza temporale e spaziale, il coinvolgimento in attività illecite di armi e droga in quel periodo e la presenza di un soggetto comune, seppur non come correo, in entrambe le vicende.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’appello di Lecce, in funzione di giudice dell’esecuzione, respingeva l’istanza. La motivazione si basava su un elemento cruciale emerso durante il processo di cognizione: le stesse dichiarazioni del condannato. Egli aveva ammesso di aver accettato l’incarico di trasportare lo stupefacente per un compenso specifico di 1.500 euro, spinto da momentanee difficoltà economiche. Questa ammissione delineava il secondo reato non come una tappa di un piano preordinato, ma come una decisione autonoma e occasionale.

L’Analisi della Cassazione sulla continuazione tra reati

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso del condannato. La sentenza ribadisce principi consolidati e offre importanti spunti interpretativi.

Il Criterio della Determinazione Estemporanea

Il punto centrale della decisione è il concetto di “determinazione estemporanea”. Secondo la Suprema Corte, un reato commesso sulla base di una decisione improvvisa, occasionale e non pianificata non può essere considerato parte di un “medesimo disegno criminoso”. Anche in presenza di altri indicatori, come la vicinanza temporale, l’estemporaneità della volizione criminale spezza il legame programmatico necessario per la continuazione. La Corte richiama un suo precedente a Sezioni Unite (sent. n. 28659/2017), il quale stabilisce che per aversi continuazione è necessario che i reati successivi fossero stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali, già al momento della commissione del primo.

Irrilevanza di Altri Indici in Presenza di Estemporaneità

La difesa aveva puntato sulla contiguità temporale e sulla presenza di una conoscenza comune nelle due vicende. La Cassazione ha ritenuto questi elementi non decisivi. La vicinanza temporale, da sola, non prova l’esistenza di un piano unitario. La presenza di un altro soggetto è stata giudicata un argomento inammissibile e generico, incapace di confutare la motivazione principale della Corte d’Appello, ovvero l’assenza di un collegamento tra il trasporto di droga e l’organizzazione criminale di cui tale soggetto avrebbe fatto parte.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso sottolineando che il riconoscimento della continuazione richiede una verifica approfondita di indicatori concreti. Tra questi rientrano l’omogeneità delle violazioni, la contiguità spazio-temporale, le modalità della condotta e le abitudini di vita del reo. Tuttavia, la presenza di alcuni di questi indici non è sufficiente se emerge che un reato è frutto di una determinazione estemporanea. In questo caso, sono state le stesse dichiarazioni dell’imputato a fornire la prova logica di una volizione criminale autonoma, nata da una circostanza occasionale (la proposta di trasporto per denaro) e non da un programma preesistente. La Corte ha inoltre ribadito che, in sede esecutiva, i fatti non possono essere ricostruiti in modo diverso da come accertati nel giudizio di cognizione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza conferma che per ottenere il beneficio della continuazione tra reati, non è sufficiente dimostrare che più crimini siano stati commessi in un breve lasso di tempo o in contesti simili. È indispensabile provare l’esistenza di un’unica programmazione originaria che li comprenda tutti. La decisione evidenzia come le dichiarazioni rese dall’imputato durante il processo possano diventare un’arma a doppio taglio: se da un lato possono servire a contestualizzare la propria condotta, dall’altro possono involontariamente fornire la prova dell’assenza di quel disegno criminoso unitario che è il presupposto essenziale per l’applicazione di un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Quando si può applicare la continuazione tra reati?
Si applica quando più reati sono commessi in esecuzione di un “medesimo disegno criminoso”, ovvero quando sono parte di un piano unitario e preordinato, deliberato prima della commissione del primo reato.

La vicinanza di tempo e luogo tra due reati è sufficiente per riconoscere la continuazione?
No. Secondo la sentenza, la vicinanza spazio-temporale è solo uno degli indici da valutare, ma non è sufficiente se emerge che uno dei reati è stato commesso per una determinazione estemporanea e occasionale, non prevista nel piano originario.

Cosa si intende per reato commesso per “determinazione estemporanea” e perché esclude la continuazione?
Si tratta di un reato la cui decisione di commetterlo è improvvisa e occasionale, dettata da circostanze contingenti (come una necessità economica improvvisa o un’opportunità imprevista). Esclude la continuazione perché dimostra l’assenza di un piano criminale unitario e preesistente che leghi quel reato agli altri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati