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Continuazione tra reati: la proprietà transitiva

La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso riguardante la rideterminazione della pena nel contesto della continuazione tra reati. La sentenza stabilisce che, in virtù della “proprietà transitiva”, se un reato è legato a un secondo e questo a un terzo, tutti i reati sono considerati uniti dal medesimo disegno criminoso. Pertanto, non è possibile una nuova valutazione della pena se questa è già stata inflitta tenendo conto di tale vincolo, rendendo la richiesta di revisione inammissibile.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione tra reati: la Cassazione applica la proprietà transitiva

L’istituto della continuazione tra reati rappresenta un pilastro del diritto penale sostanziale, finalizzato a mitigare il trattamento sanzionatorio per chi commette più illeciti in esecuzione di un medesimo disegno criminoso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 31891/2025, offre un’importante delucidazione su come questo principio si applichi in casi complessi, introducendo il concetto di “proprietà transitiva”.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un condannato di applicare la disciplina della continuazione tra i reati oggetto di diverse sentenze definitive. In particolare, una seconda sentenza di condanna per associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) era già stata posta in continuazione con i reati di una prima sentenza. A loro volta, i reati della prima sentenza erano stati legati, sempre in continuazione, a quelli di una terza sentenza. Il ricorrente chiedeva alla Corte d’Appello di riconsiderare l’intera vicenda, rideterminando la pena complessiva alla luce dell’unicità del disegno criminoso che, a suo dire, legava tutte le condanne.

La questione giuridica e la continuazione tra reati

Il nucleo della questione giuridica verteva sulla possibilità di ottenere una nuova rideterminazione della pena quando il vincolo della continuazione tra diverse sentenze non è diretto, ma mediato. Il ricorrente sosteneva che, data l’unicità del disegno criminoso, la corte avrebbe dovuto ricalcolare gli aumenti di pena per i cosiddetti “reati satelliti”. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva dichiarato la richiesta inammissibile, basando la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

La Decisione della Cassazione: il Principio della Proprietà Transitiva

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso. Il punto cardine della pronuncia risiede nell’applicazione della “proprietà transitiva” all’istituto della continuazione tra reati.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno spiegato che l’identità del disegno criminoso crea una relazione simmetrica tra tutti i reati che ne fanno parte. Se un reato (A) è connesso per continuazione a un secondo (B), e quest’ultimo è a sua volta connesso a un terzo (C), ne consegue necessariamente che anche il primo e il terzo reato (A e C) sono uniti dal medesimo vincolo. Questo perché tutti e tre costituiscono manifestazioni dello stesso progetto criminale originario.
Nel caso di specie, essendo il reato della seconda sentenza già legato a quelli della prima, e questi a loro volta a quelli della terza, la Corte ha concluso che anche i reati della seconda e terza sentenza dovevano ritenersi “di fatto ritenuti avvinti dal vincolo della continuazione”. Poiché la pena era già stata inflitta tenendo conto di questo legame (anche se non esplicitamente dichiarato in un’unica sede), non era più possibile intervenire con un’ulteriore rideterminazione. In sostanza, il vincolo esisteva già, e la richiesta del ricorrente era superflua e quindi inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di logica e coerenza nell’applicazione della continuazione. Una volta che il legame tra più reati è stabilito, anche in modo indiretto attraverso la proprietà transitiva, non si può chiedere al giudice dell’esecuzione di ricalcolare una pena che già presuppone tale unicità. Questa pronuncia consolida l’orientamento secondo cui la continuazione, una volta accertata, crea una connessione inscindibile tra tutti gli episodi delittuosi, precludendo successive e frammentarie rivalutazioni della sanzione.

Cos’è la continuazione tra reati?
È un istituto giuridico che permette di considerare più reati, commessi in attuazione di un unico piano criminale, come un unico reato continuato, portando a una pena complessiva inferiore rispetto alla somma delle pene per ogni singolo reato.

Cosa si intende per “proprietà transitiva” nella continuazione tra reati?
È un principio logico per cui se un reato A è in continuazione con un reato B, e il reato B è in continuazione con un reato C, allora anche i reati A e C sono uniti dal medesimo vincolo di continuazione, in quanto tutti derivanti dallo stesso progetto criminoso.

È possibile chiedere una nuova determinazione della pena se i reati sono già uniti dalla continuazione, anche in modo indiretto?
No. Secondo questa sentenza, se i reati sono già di fatto collegati dal vincolo della continuazione (anche in virtù della proprietà transitiva) e la pena è stata calcolata di conseguenza, non è ammissibile un’ulteriore richiesta di rideterminazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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