LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Continuazione tra reati: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un ricorso riguardante la richiesta di riconoscimento della continuazione tra reati in fase esecutiva. La Corte ha annullato la decisione del giudice precedente limitatamente a un’omessa pronuncia sull’abrogazione di un reato, dichiarando inammissibile il resto del ricorso poiché sollevava questioni nuove. La sentenza chiarisce i limiti dell’appello in Cassazione e l’obbligo del giudice di esaminare tutte le istanze presentate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione tra Reati: Quando il Ricorso in Cassazione è Ammissibile?

La disciplina della continuazione tra reati è un pilastro del diritto penale sostanziale e processuale, consentendo di mitigare il trattamento sanzionatorio per chi commette più violazioni di legge in esecuzione di un medesimo disegno criminoso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce importanti aspetti procedurali, in particolare i limiti del ricorso quando si discute di questo istituto in fase esecutiva. Analizziamo la decisione per comprendere meglio i confini dell’intervento della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso di una donna condannata con tre diverse sentenze irrevocabili, emesse tra il 1995 e il 2015, per una serie di reati contro il patrimonio e la persona (tra cui appropriazione indebita, falsità, lesioni personali). La ricorrente si era rivolta al Tribunale di Velletri, in qualità di giudice dell’esecuzione, per chiedere il riconoscimento della continuazione tra reati commessi e, di conseguenza, la rideterminazione della pena complessiva in un’unica sanzione più favorevole.

Il Tribunale aveva respinto la richiesta, motivando la decisione sulla base della notevole distanza temporale tra i fatti, della diversa natura dei reati e della presenza di concorrenti differenti. In sostanza, il giudice non aveva ravvisato elementi sufficienti per ritenere che tutti i reati fossero parte di un unico programma criminoso concepito sin dall’inizio. Contro questa decisione, la donna ha proposto ricorso per cassazione.

L’Importanza della Continuazione tra Reati nella Fase Esecutiva

Il giudice dell’esecuzione svolge un ruolo cruciale. Dopo che le sentenze sono diventate definitive, può intervenire su richiesta dell’interessato per applicare istituti come la continuazione tra reati, previsto dall’art. 671 del codice di procedura penale. Questo permette di unificare pene inflitte in procedimenti diversi, a condizione che si dimostri l’esistenza di un “medesimo disegno criminoso”. Il giudice deve valutare se, al momento del primo reato, l’agente avesse già pianificato, almeno a grandi linee, la commissione dei successivi.

Nel caso specifico, la difesa ha contestato la decisione del Tribunale, lamentando una motivazione illogica e una violazione di legge, insistendo per l’annullamento del provvedimento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato una decisione articolata. Ha annullato l’ordinanza impugnata, ma solo limitatamente a un punto specifico: l’omessa pronuncia sull’istanza di rideterminazione della pena a seguito dell’abrogazione del reato di falso in scrittura privata (art. 485 c.p.). Per questa parte, ha rinviato gli atti al Tribunale di Velletri per un nuovo esame.

Per tutto il resto, incluso il nucleo centrale della richiesta sulla continuazione tra reati, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il ricorso era inammissibile nella sua parte principale perché introduceva, per la prima volta in sede di legittimità, profili e argomentazioni che non erano stati presentati originariamente al giudice dell’esecuzione. La procedura penale stabilisce un principio fondamentale: non si possono sollevare questioni nuove davanti alla Cassazione. Il suo compito è verificare la correttezza, in punto di diritto, della decisione impugnata sulla base di quanto era stato chiesto e discusso nel grado precedente.

Tuttavia, la Corte ha rilevato un vizio procedurale nel lavoro del Tribunale. La richiesta originaria della ricorrente conteneva anche un’istanza legata all’abrogazione del reato di cui all’art. 485 c.p., che avrebbe comportato la necessità di ricalcolare la pena escludendo quella relativa al reato non più previsto. Su questo punto specifico, il giudice dell’esecuzione non si era pronunciato affatto. Questa omissione di pronuncia costituisce una violazione di legge che impone l’annullamento con rinvio, affinché il giudice di merito possa sanare la lacuna e decidere sulla questione.

Le Conclusioni

La sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ribadisce che le istanze al giudice dell’esecuzione devono essere complete e articolate fin dal principio. Qualsiasi argomento o richiesta non avanzata in quella sede non potrà essere recuperata successivamente con un ricorso in Cassazione. In secondo luogo, sottolinea il dovere del giudice di esaminare e decidere su ogni singola domanda contenuta nell’istanza presentata. L’omessa pronuncia, anche solo su un punto, rende il provvedimento invalido e soggetto ad annullamento. La decisione, quindi, pur non entrando nel merito della continuazione tra reati, traccia confini procedurali netti, essenziali per la corretta amministrazione della giustizia nella delicata fase esecutiva.

È possibile chiedere l’applicazione della continuazione tra reati dopo che le sentenze sono diventate definitive?
Sì, l’art. 671 del codice di procedura penale prevede che si possa presentare un’istanza al giudice dell’esecuzione per ottenere il riconoscimento della continuazione tra reati giudicati con sentenze diverse e irrevocabili.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato solo parzialmente la decisione del Tribunale?
La Corte ha annullato l’ordinanza solo per la parte in cui il Tribunale aveva omesso di pronunciarsi su una specifica richiesta del ricorrente, relativa alla rideterminazione della pena per un reato abrogato (art. 485 c.p.). Questa omissione costituisce un vizio del provvedimento.

Si possono presentare nuovi motivi di ricorso per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
No, la sentenza conferma che il ricorso in Cassazione è inammissibile per le questioni che non sono state oggetto della richiesta originaria avanzata al giudice dell’esecuzione. Non è possibile introdurre argomenti nuovi in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati