Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3302 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3302 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 26/10/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a GRAGNANO il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 30/06/2023 del TRIBUNALE di BERGAMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Visti gli atti e l’ordinanza impugnata; letti i motivi del ricorso;
rilevato, preliminarmente, che la giurisprudenza di legittimità, riferimento al vincolo della continuazione in sede di esecuzione, ha individuato elementi da cui desumere l’ideazione unitaria, da parte del singolo agente una pluralità di condotte illecite, stabilendo che le violazioni dedotte dell’applicazione della continuazione ex art. 671 cod. proc. pen. devono costit parte integrante di un unico programma criminoso deliberato per conseguire un determiNOME fine, per il quale si richiede l’originaria progettazione di un ben individuata di illeciti, già concepiti almeno nelle loro caratteristiche ess (Sez. 1, n. 11564 del 13/11/2012, COGNOME, Rv. 255156);
che tale programma, a sua volta, non deve essere confuso con la sussistenza di una concezione di vita improntata all’illecito, perché in tal c reiterazione della condotta criminosa è espressione di un programma di vit improntata al crimine e che dal crimine intende trarre sostentamento pertanto, penalizzata da istituti quali la recidiva, l’abitualità, la professio reato e la tendenza a delinquere, secondo un diverso ed opposto parametr rispetto a quello sotteso all’istituto della continuazione, preordiNOME al favor rei» (Sez. 5, n. 10917 del 12/01/2012, COGNOME, Rv. 252950);
che la verifica di tale preordinazione non può essere compiuta sulla base indici meramente presuntivi ovvero di congetture processuali, essend necessario dimostrare che i reati che si ritengono avvinti dal vincolo continuazione invocato siano stati concepiti ed eseguiti nell’ambito d programma criminoso unitario (Sez. 1, n. 37555 del 13/11/2015, COGNOME, Rv 267596);
che, di conseguenza, «Il riconoscimento della continuazione, necessit anche in sede di esecuzione, non diversamente che nel processo di cognizione, una approfondita verifica della sussistenza di concreti indicatori, l’omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-tempo le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le ab programmate di vita, e del fatto che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenz non essendo sufficiente, a tal fine, valorizzare la presenza di taluno degli suindicati se i successivi reati risultino comunque frutto di determinaz estemporanea (Sez. U, n. 28659 del 18/05/2017, COGNOME, Rv. 270074)»;
che, per converso, non è necessaria la concomitante ricorrenza di tut predetti indicatori, potendo l’unitarietà del disegno criminoso essere apprez anche al cospetto di soltanto alcuni di detti elementi, purché significat
questo senso cfr., tra le tante, Sez. 1, n. 8513 del 09/01/2013, Cardinale, 254809; Sez. 1, n. 44862 del 05/11/2008, Lombardo, Rv. 242098);
che l’accertamento di tali indici è rimesso all’apprezzamento del giudice merito ed è insindacabile in sede di legittimità, quando il convincimento d giudice sia sorretto da una motivazione adeguata e congrua, senza vizi logici travisamento dei fatti;
che, nel caso in esame, il giudice dell’esecuzione ha escluso (salva un’uni eccezione, motivata dalla omogenea offensività e dalla strettissima contigui cronologica) la riconducibilità al medesimo disegno criminoso dei reati per cu NOME è stato condanNOME con sei diverse sentenze sul rilievo: del non assimilabilità delle condotte illecite e dei beni giuridici offesi; della d dei luoghi di loro commissione; del notevole distacco temporale che le separa;
che, a fronte di tali convincenti e lineari considerazioni, il ricorrente s considerazioni critiche di tangibile ed insuperabile genericità, in alcun m idonee ad evidenziare, nell’ordinanza impugnata, crepe logiche di sorta n tantomeno, a dimostrare che, all’atto del compimento di ciascuno dei rea accertati in sede giurisdizionale, egli avesse programmato, sia pure in term generali, la commissione di quelli successivi;
che NOME pone l’accento, in particolare, sull’astratta possibili riconoscere la continuazione tra solo alcuni di reati da lui commessi, facoltà d quale, come sopra ricordato, il giudice dell’esecuzione si è, in effetti, avva termini che appaiono, nell’ottica del giudice di legittimità, ineccepibili, tan ove si consideri che il ricorrente non ha indicato quali, tra i reati e nell’istanza, avrebbero potuto essere ritenuti espressione di un medesi disegno criminoso e per quale ragione;
che generica si palesa, sotto questo profilo, l’evocazione di una condizione bisogno economico che, sostiene il ricorrente, lo avrebbe portato a delinquer nell’arco di oltre tredici anni, allo scopo di procurarsi le risorse econo necessarie per adempiere ai debiti contratti a tassi usurari;
ritenuto che, pertanto, deve essere dichiarata la inammissibilità del rico con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione de causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favo della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 26/10/2023.