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Continuazione reati: no se manca un disegno criminoso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva l’applicazione della continuazione reati tra due furti in abitazione. Nonostante la vicinanza temporale e l’omogeneità dei reati, la Corte ha escluso la presenza di un medesimo disegno criminoso a causa delle diverse modalità esecutive: il secondo furto, infatti, è stato ritenuto estemporaneo e occasionale, motivato dalla ricerca di alcol, interrompendo così l’unicità del piano criminale.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione Reati: Quando Due Furti Vicini non Condividono lo Stesso Piano

L’istituto della continuazione reati, previsto dall’articolo 671 del codice di procedura penale, rappresenta una valvola di mitigazione del sistema sanzionatorio, consentendo di unificare pene per diversi reati se questi sono legati da un unico disegno criminoso. Tuttavia, non basta che i reati siano simili e commessi a breve distanza di tempo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come le modalità esecutive e la motivazione estemporanea possano escludere questo beneficio, anche in casi apparentemente omogenei.

I Fatti del Caso: Due Furti in Pochi Mesi

Il caso esaminato riguarda un individuo condannato per due episodi di furto in abitazione, avvenuti a distanza di circa due mesi, il primo a settembre e il secondo a novembre dello stesso anno. L’imputato, in sede di esecuzione della pena, ha presentato un’istanza per ottenere il riconoscimento della continuazione reati, sostenendo che entrambi gli episodi facessero parte di un medesimo programma criminale. L’obiettivo era ottenere un ricalcolo della pena complessiva in una misura più favorevole.

La Decisione del Tribunale e i Motivi del Ricorso

Il Tribunale competente rigettava l’istanza. Secondo il giudice, nonostante la vicinanza spazio-temporale e la natura simile dei delitti, mancavano gli elementi per affermare l’esistenza di un unico disegno criminoso. Contro questa decisione, l’interessato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e insistendo sull’unicità del suo piano delittuoso.

Le Motivazioni della Cassazione sul Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del giudice di merito, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici supremi hanno sottolineato come il Tribunale avesse correttamente valorizzato elementi decisivi che ostacolavano l’accoglimento della richiesta di continuazione reati.

In particolare, sono state evidenziate due marcate diversità:

1. Modalità Attuative Differenti: Mentre il primo furto poteva essere stato pianificato, il secondo era stato commesso con modalità del tutto estemporanee. L’autore del reato aveva approfittato di una circostanza puramente occasionale: i proprietari avevano lasciato le chiavi inserite nella porta d’ingresso dell’appartamento. Questo elemento indicava un’azione impulsiva e non preordinata.
2. Motivazione Specifica e Occasionale: Lo stesso ricorrente, durante il processo di cognizione, aveva dichiarato che il furto di novembre era avvenuto “per ragioni di ricerca dell’alcool”. Questa ammissione ha ulteriormente rafforzato la tesi di un atto non pianificato, dettato da un bisogno contingente e non da una strategia criminale unitaria.

La Cassazione ha concluso che il ricorso era generico e meramente confutativo, poiché non offriva argomenti in grado di scalfire la logicità della motivazione del provvedimento impugnato. La mancanza di un progetto unitario e la natura opportunistica del secondo episodio hanno reso impossibile applicare la disciplina della continuazione reati.

Le Conclusioni: L’Importanza delle Modalità Attuative

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per il riconoscimento della continuazione, la semplice omogeneità dei reati e la loro prossimità temporale non sono sufficienti. È indispensabile dimostrare l’esistenza di un “medesimo disegno criminoso”, inteso come un’unica ideazione che precede e avvolge tutte le condotte illecite. Quando uno degli episodi criminosi appare dettato dall’impulso del momento o da una circostanza fortuita, come in questo caso, il legame programmatico si spezza, impedendo l’applicazione del trattamento sanzionatorio più favorevole. La decisione sottolinea l’importanza di un’analisi concreta e dettagliata di ogni singolo episodio per verificare la reale sussistenza di una pianificazione unitaria.

Perché è stata negata la continuazione reati nonostante i due furti fossero simili e ravvicinati nel tempo?
La richiesta è stata negata perché mancava un medesimo disegno criminoso. Le modalità esecutive erano diverse: il secondo furto è stato commesso in modo estemporaneo, approfittando di chiavi lasciate nella porta, e motivato da una contingente “ricerca di alcol”, il che esclude una pianificazione unitaria con il primo reato.

Cosa significa che un ricorso è “generico e meramente confutativo”?
Significa che il ricorso si limita a contestare la decisione precedente senza addurre nuovi e specifici motivi di diritto in grado di metterne in discussione la correttezza logico-giuridica. Un simile ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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