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Continuazione reati: no se manca l’unicità del disegno

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un condannato per traffico di stupefacenti che chiedeva l’unificazione di due pene in virtù della continuazione reati. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. I giudici hanno confermato che la notevole distanza temporale tra i fatti e la partecipazione a differenti sodalizi criminali sono elementi che escludono l’esistenza di un medesimo disegno criminoso, presupposto essenziale per l’applicazione dell’istituto.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione Reati: Quando la Distanza Temporale Esclude il Disegno Unico

L’istituto della continuazione reati rappresenta un pilastro del diritto penale, consentendo di mitigare il trattamento sanzionatorio per chi commette più reati in esecuzione di un medesimo disegno criminoso. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una rigorosa verifica dei presupposti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce quali elementi possono escludere l’unicità del proposito criminale, rendendo impossibile l’unificazione delle pene. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio i confini di questo importante istituto.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un soggetto condannato con due distinte sentenze, entrambe per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti (artt. 73 e 74 T.U. Stupefacenti).

1. La prima condanna, divenuta definitiva nel 2017, riguardava fatti commessi fino a febbraio 2008 in diverse località della Campania, con una pena di nove anni e quattro mesi di reclusione.
2. La seconda condanna, definitiva nel 2021, si riferiva a reati della stessa natura commessi fino ad aprile 2015 in un’altra città, con una pena di sei anni e otto mesi.

Il condannato, tramite il suo difensore, aveva presentato istanza al Giudice dell’esecuzione (la Corte d’Appello) per ottenere il riconoscimento della continuazione reati tra le due condanne, con conseguente ricalcolo della pena in un’unica, più favorevole, sanzione. La Corte d’Appello aveva però respinto la richiesta, spingendo la difesa a ricorrere per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del giudice di merito. Secondo gli Ermellini, le doglianze presentate dalla difesa non costituivano una critica alla legittimità della motivazione, ma piuttosto un tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Il ricorso è stato giudicato meramente riproduttivo di argomentazioni già correttamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, la quale aveva fornito una motivazione logica, coerente e priva di vizi.

Le Motivazioni: la mancanza di unicità nel disegno criminoso

Il fulcro della decisione risiede nell’analisi degli elementi che escludono la continuazione reati. La Corte di Cassazione ha avallato il ragionamento del Giudice dell’esecuzione, secondo cui i fatti oggetto delle due condanne apparivano “slegati tra loro” e “frutto di separate volizioni”.

Gli elementi decisivi per escludere il medesimo disegno criminoso sono stati:

* La distanza temporale: Tra la fine della prima condotta (febbraio 2008) e la fine della seconda (aprile 2015) intercorre un lasso di tempo considerevole, di oltre sette anni. Una tale distanza è stata ritenuta un indice forte della mancanza di una programmazione unitaria iniziale.
* La differenza dei contesti spaziali: I reati erano stati commessi in luoghi diversi, suggerendo ambiti operativi distinti.
* La diversa composizione soggettiva: Il condannato aveva fatto parte di due differenti “sodalizi criminali”. La partecipazione a gruppi delinquenziali diversi è stata considerata un elemento sintomatico di progetti criminali autonomi e non riconducibili a un unico piano originario.

In sostanza, la Corte ha stabilito che l’ordinanza impugnata aveva correttamente valorizzato questi indici oggettivi per concludere che non vi era prova di un’unica ideazione criminosa che abbracciasse tutte le condotte illecite. I reati, pertanto, non potevano che essere considerati come espressione di decisioni delinquenziali separate e maturate in momenti diversi.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale in materia di continuazione reati: l’onere di dimostrare l’esistenza di un medesimo disegno criminoso grava su chi lo invoca. Indici oggettivi come una significativa distanza temporale tra i fatti, la diversità dei luoghi e la partecipazione a differenti gruppi criminali possono essere sufficienti a escludere l’unicità del proposito criminoso. La decisione sottolinea che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito, ma deve limitarsi a censurare vizi di legittimità, come la manifesta illogicità della motivazione, che in questo caso non sono stati ravvisati.

Cosa si intende per medesimo disegno criminoso ai fini della continuazione reati?
Si intende una programmazione unitaria e iniziale di una serie di violazioni della legge penale, ideate nelle loro linee essenziali prima della commissione del primo reato. Non è sufficiente una generica inclinazione a delinquere.

Quali elementi possono escludere il riconoscimento della continuazione tra più reati?
Elementi come una notevole distanza temporale tra le condotte, la diversità dei contesti territoriali in cui sono state commesse e la partecipazione dell’imputato a differenti gruppi o sodalizi criminali possono essere considerati indici della mancanza di un unico disegno criminoso.

Quali sono le conseguenze se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro (determinata in 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende, a meno che non sussistano specifiche ipotesi di esonero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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