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Continuazione in executivis: omessa pronuncia

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente un’ordinanza della Corte d’Appello di Napoli che aveva revocato una sospensione condizionale della pena. Il motivo dell’annullamento risiede nell’omessa pronuncia sull’istanza di applicazione della continuazione in executivis presentata dalla difesa. La Corte ha tuttavia rigettato il motivo di ricorso relativo alla natura della revoca, specificando che, per il giudice dell’esecuzione, la revoca è un atto obbligatorio e non discrezionale quando un nuovo delitto viene commesso entro i termini di legge.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Continuazione in Executivis: l’Obbligo di Pronuncia del Giudice

La recente sentenza della Corte di Cassazione, numero 5523 del 2024, offre importanti chiarimenti su due istituti fondamentali del diritto penale: la continuazione in executivis e la revoca della sospensione condizionale della pena. Il caso analizzato evidenzia come l’omessa pronuncia su un’istanza difensiva possa portare all’annullamento, seppur parziale, di un provvedimento, anche quando altri aspetti della decisione sono giuridicamente corretti.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Napoli, in qualità di giudice dell’esecuzione. Questa corte aveva disposto la revoca del beneficio della sospensione condizionale della pena, concesso a un individuo con una sentenza del 1998, divenuta irrevocabile nel 2000. La revoca è scattata a seguito di una nuova condanna, divenuta irrevocabile nel 2013, per un delitto di spaccio di stupefacenti commesso nel 2005, ovvero entro il quinquennio previsto dalla legge per la messa alla prova.

Contro tale ordinanza, il condannato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali: in primo luogo, lamentava che la Corte d’Appello non si fosse pronunciata su un’istanza incidentale per l’applicazione della continuazione in executivis tra diverse sentenze; in secondo luogo, sosteneva che la revoca della sospensione condizionale fosse un atto facoltativo e che il giudice non avesse motivato la sua decisione.

L’Istanza di Continuazione in Executivis Ignorata

Il primo motivo di ricorso si è rivelato fondato. La difesa aveva formalmente richiesto al giudice dell’esecuzione di applicare l’istituto della continuazione in executivis (art. 671 c.p.p.), che consente di unificare pene inflitte con sentenze diverse quando i reati sono stati commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso. L’accoglimento di tale istanza avrebbe potuto portare a una rideterminazione della pena complessiva in senso più favorevole.

La Corte di Cassazione, esaminando gli atti, ha constatato che la Corte d’Appello di Napoli aveva completamente ignorato tale richiesta. Questa omissione costituisce un vizio procedurale (omessa pronuncia), poiché il giudice ha l’obbligo di esaminare e decidere su tutte le istanze ritualmente presentate dalle parti.

Revoca della Pena Sospesa: Atto Obbligatorio o Discrezionale?

Il secondo motivo di ricorso è stato invece ritenuto infondato. Il ricorrente sosteneva che la revoca della sospensione condizionale fosse una scelta discrezionale del giudice, che avrebbe dovuto valutarne l’opportunità. La Cassazione ha respinto questa interpretazione, chiarendo una distinzione cruciale.

La revoca è facoltativa solo per il giudice della cognizione, cioè il giudice che emette la seconda sentenza di condanna. In fase di esecuzione, invece, se si verificano le condizioni previste dall’art. 168, primo comma, n. 1 del codice penale (commissione di un nuovo delitto entro cinque anni), la revoca del beneficio è obbligatoria e opera di diritto. Il giudice dell’esecuzione non ha alcuna discrezionalità in merito, ma deve semplicemente prendere atto del verificarsi della causa di revoca.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su una chiara distinzione tra i due motivi di ricorso. Da un lato, ha riconosciuto il vizio procedurale dell’omessa pronuncia. Il giudice dell’esecuzione, investito di una specifica richiesta di applicazione della continuazione in executivis, aveva il dovere di valutarla e fornire una risposta motivata, positiva o negativa che fosse. La sua inerzia ha violato il diritto di difesa e le norme procedurali.

Dall’altro lato, ha confermato la correttezza della revoca della sospensione condizionale. Citando un proprio precedente (sentenza n. 14853/2020), la Corte ha ribadito che, nei casi di revoca obbligatoria previsti dalla legge, il giudice dell’esecuzione deve procedere senza alcun margine di valutazione discrezionale, a prescindere dal fatto che la causa di revoca fosse o meno rilevabile dagli atti a disposizione del precedente giudice della cognizione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata, ma solo limitatamente alla mancata decisione sull’istanza di continuazione. Ha quindi rinviato il caso alla Corte di Appello di Napoli per un nuovo giudizio su questo specifico punto. Il resto del ricorso, relativo alla presunta natura facoltativa della revoca, è stato rigettato. La decisione sottolinea un principio fondamentale: ogni istanza difensiva merita una risposta dal giudice, e l’omissione di tale dovere costituisce un errore che invalida il provvedimento, anche se altre parti di esso sono legalmente ineccepibili.

Perché la decisione della Corte di Appello è stata annullata?
La decisione è stata annullata limitatamente a un punto specifico: la Corte di Appello non si è pronunciata sull’istanza di applicazione della continuazione in executivis presentata dalla difesa, commettendo un vizio di omessa pronuncia.

La revoca della sospensione condizionale della pena è sempre obbligatoria?
No. Secondo la Cassazione, la revoca è facoltativa per il giudice del secondo processo (giudice della cognizione). Tuttavia, diventa obbligatoria e di diritto per il giudice dell’esecuzione, qualora si verifichino le condizioni previste dalla legge (in questo caso, la commissione di un nuovo delitto entro cinque anni dalla prima condanna).

Cosa accadrà adesso nel procedimento?
Il caso torna alla Corte di Appello di Napoli, la quale dovrà obbligatoriamente esaminare e decidere sull’istanza di continuazione tra i reati. La revoca della sospensione condizionale, invece, rimane un punto fermo e non sarà oggetto di nuova discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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