Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1615 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1615 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 19/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il 02/01/1973
avverso l’ordinanza del 21/02/2024 della CORTE RAGIONE_SOCIALE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che:
– gli argomenti dedotti nell’unico motivo di ricorso siano manifestamente infondati, in quant in contrasto con la consolidata giurisprudenza della Corte di legittimità in punto di individuaz dei criteri da cui si può desumere l’esistenza di una volizione unitaria (cfr., per Sez. U, Sentenza n. 28659 del 18/05/2017, COGNOME, Rv. 270074: Il riconoscimento della continuazione, necessita, anche in sede di esecuzione, non diversamente che nel processo di cognizione, di una approfondita verifica della sussistenza di concreti indicatori, quali l’omogene delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le mod della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita, e del fatto che, al mome della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenziali, non essendo sufficiente, a tal fine, valorizzare la presenza di taluno degli i suindicati se i successivi reati risultino comunque frutto di determinazione estemporanea), attes che la distanza temporale e spaziale tra i reati che si chiede di porre in continuazione è un ind di valutazione della esistenza o meno di una volizione unitaria, che rende non illogica la decisio del giudice dell’esecuzione che ha ritenuto che al momento di commissione del primo reato in ordine temporale i successivi non potessero essere stati programmati almeno nelle loro linee essenziali;
– l’argomento secondo cui qualora i nove reati oggetto dell’istanza fossero stati valutati no in blocco, ma a coppie, sarebbe emerso che tra alcuni di essi non intercorre un periodo temporale molto ampio, ed anzi la ripetizione continua di reati dello stesso tipo dimostrerebbe che es sono commessi in modo seriale, non vizia il percorso logico del provvedimento impugnato, atteso che la circostanza che i reati siano stati commessi in modo seriale è indice sintomatico non d attuazione di un progetto criminoso unitario quanto di un’abitualità criminosa e di scelte di ispirate GLYPH alla GLYPH sistematica GLYPH e GLYPH contingente GLYPH consumazione GLYPH degli GLYPH illeciti (Sez. 1, Sentenza n. 35806 del 20/04/2016, COGNOME, Rv. 267580), né è indice dell’esistenza di una volizione criminale unitaria la circostanza che si tratti sempre di reati contro il patri non potendo confondersi il fine specifico, ovverosia il movente-scopo che individua una programmazione e deliberazione unitaria, con la tendenza stabilmente operante in un soggetto a risolvere i propri problemi esistenziali commettendo reati (Sez., 1 n. 13205 del 30/01/2020 Sciacca, n.m.; Sez. 1, n. 12905 del 17/03/2010, COGNOME, Rv. 246838);
– la circostanza, invece, che altra pronuncia del giudice dell’esecuzione abbia ammesso la continuazione tra sette ulteriori reati dello stesso tipo per cui pure è stato condanna ricorrente non rende manifestamente illogica la motivazione dell’ordinanza impugnata, trattandosi di reati che non si sovrappongono, atteso che quelli oggetto dell’ordinanza impugnata sono stati commessi tra il 1994 ed il 1997 e quelli oggetto dell’ordinanza in cui è st
riconosciuta la continuazione commessi tra il 1991 ed il 1992, dovendo confrontarsi il giudic dell’esecuzione con la precedente ordinanza di continuazione soltanto se siano in comune “alcuni dei reati per i quali sia chiesta l’unificazione” Sez. 1, Sentenza n. 6224 del 13/10/2023, d 2024, COGNOME, Rv. 285790) o medesimo “l’arco temporale al cui interno si collocano” (Sez. 1, Sentenza n. 2867 del 08/11/2023, dep. 2024, Palermo, Rv. 285809), circostanze insussistenti nel caso in esame;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 19 dicembre 2024
Il consigliere estensore
COGNOME Il presidente