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Contestazione suppletiva: potere insindacabile del PM

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di un Tribunale che aveva dichiarato l’improcedibilità per furto di energia per mancanza di querela. La Corte ha stabilito che il giudice non può impedire al Pubblico Ministero di effettuare una contestazione suppletiva, aggiungendo un’aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio, anche se i termini per la querela sono scaduti. Tale potere del PM è insindacabile e può essere esercitato fino alla chiusura dell’istruzione dibattimentale. La decisione del Tribunale, che aveva bloccato la modifica dell’imputazione ritenendola tardiva, è stata considerata illegittima, in violazione del contraddittorio e delle prerogative dell’accusa.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Contestazione Suppletiva: la Cassazione ribadisce il potere insindacabile del PM

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15103 del 2024, riafferma un principio cardine del processo penale: il potere del Pubblico Ministero di modificare l’imputazione in dibattimento tramite una contestazione suppletiva è un atto insindacabile da parte del giudice. Questa pronuncia chiarisce che il giudice non può dichiarare l’improcedibilità di un reato basandosi sull’imputazione originaria se il PM ha esercitato la sua prerogativa di modificarla, anche qualora tale modifica incida sul regime di procedibilità.

Il Fatto: dal Furto di Energia alla Questione Procedurale

Il caso trae origine da un’accusa di furto di energia elettrica. Un individuo era stato citato in giudizio per essersi impossessato di energia elettrica mediante un allaccio abusivo alla rete, escludendo così la registrazione dei consumi. A seguito della Riforma Cartabia, il reato contestato era divenuto procedibile a querela di parte.

Durante la prima udienza dibattimentale, il Tribunale rilevava che era decorso il termine per presentare la querela. Di fronte a questa prospettiva di improcedibilità, il Pubblico Ministero chiedeva di poter effettuare una contestazione suppletiva, aggiungendo all’accusa la circostanza aggravante della destinazione dell’energia a pubblico servizio (art. 625 n. 7 c.p.). Tale aggravante avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio, superando l’ostacolo della mancanza di querela.

La Decisione del Tribunale

Contrariamente alle aspettative, il Tribunale rigettava la richiesta del PM, ritenendola ‘tardiva’. Secondo il giudice di primo grado, una volta maturata la causa di improcedibilità (scadenza dei termini per la querela), l’azione penale era di fatto paralizzata, e il PM non aveva più il potere di ‘rianimarla’ con una modifica dell’imputazione. Di conseguenza, il Tribunale dichiarava il non doversi procedere nei confronti dell’imputato.

L’Appello del PM e il potere di Contestazione Suppletiva

Il Procuratore della Repubblica ricorreva per Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse violato la legge. L’argomento centrale del ricorso era che il potere di effettuare una contestazione suppletiva ai sensi dell’art. 517 c.p.p. è una prerogativa esclusiva dell’accusa, esercitabile fino alla chiusura dell’istruttoria dibattimentale. Il giudice non ha il potere di valutarne preventivamente l’ammissibilità o la tempestività, ma solo di decidere nel merito dell’imputazione così come modificata, garantendo alla difesa i necessari termini per controdedurre.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto integralmente il ricorso del Procuratore. Gli Ermellini hanno ribadito che, nel sistema processuale vigente, il Pubblico Ministero è l’unico titolare dell’azione penale e, di conseguenza, del potere di definirne l’oggetto. La contestazione suppletiva è lo strumento che consente di adeguare l’accusa a quanto emerge nel corso del dibattimento.

La Corte ha specificato i seguenti punti cruciali:

1. Potere Esclusivo del PM: La modifica dell’imputazione è un potere-dovere esclusivo del PM, che non richiede né il consenso dell’imputato né l’autorizzazione del giudice. Il giudice non può esercitare un sindacato preventivo sull’ammissibilità della contestazione.
2. Nessun Limite Temporale: Tale potere può essere esercitato in qualsiasi momento dopo l’apertura del dibattimento e prima della chiusura dell’istruzione dibattimentale. La ‘tardività’ rilevata dal Tribunale non ha fondamento normativo.
3. Irrilevanza della Preesistenza della Causa di Improcedibilità: Il fatto che fosse maturata una causa di improcedibilità sull’imputazione originaria non estingue il potere del PM di modificarla. È proprio la nuova contestazione a definire il nuovo perimetro del giudizio, inclusa la sua procedibilità.
4. Violazione del Contraddittorio: Impedendo la contestazione, il Tribunale ha di fatto anticipato la decisione finale, violando il contraddittorio e limitando ingiustificatamente l’esercizio dell’azione penale.

La Cassazione ha concluso che la decisione del Tribunale era illegittima e ha causato una nullità di ordine generale. Di conseguenza, la sentenza è stata annullata e gli atti sono stati rinviati al Tribunale per un nuovo giudizio, che dovrà svolgersi sulla base dell’imputazione come modificata dal PM.

Conclusioni

Questa sentenza è di fondamentale importanza perché riafferma la netta separazione dei ruoli tra accusa e giudice nel processo penale. Il potere del PM di formulare e modificare l’accusa è un pilastro del sistema accusatorio e non può essere limitato da una valutazione discrezionale del giudice. La decisione del Tribunale di bloccare la contestazione suppletiva è stata vista come un’indebita invasione nelle prerogative dell’accusa. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia serve come un chiaro monito: il giudice deve attendere la conclusione del dibattimento per giudicare i fatti e le accuse formulate, senza poterne impedire l’evoluzione processuale voluta dal titolare dell’azione penale.

Un giudice può impedire al Pubblico Ministero di effettuare una contestazione suppletiva durante il processo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice non può esercitare alcun sindacato preventivo sull’ammissibilità di una contestazione suppletiva proposta dal Pubblico Ministero, in quanto si tratta di un potere-dovere esclusivo dell’accusa.

La scadenza dei termini per la querela impedisce al PM di modificare l’imputazione per renderla procedibile d’ufficio?
No. La sentenza chiarisce che il maturare di una causa di improcedibilità (come la mancanza di querela) sull’imputazione originaria non preclude al PM di effettuare una contestazione suppletiva che, aggiungendo un’aggravante, modifichi il regime di procedibilità del reato rendendolo perseguibile d’ufficio.

Cosa accade se un giudice nega illegittimamente al PM la possibilità di modificare l’accusa?
La decisione del giudice è illegittima e determina una nullità di ordine generale per violazione delle norme relative all’esercizio dell’azione penale e al diritto di contraddittorio. La sentenza emessa sulla base di tale diniego viene annullata e il processo deve proseguire sulla base dell’imputazione che il PM intendeva contestare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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