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Contestazione suppletiva: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di improcedibilità per un furto di energia elettrica. A seguito della Riforma Cartabia, il reato era diventato procedibile a querela, ma la persona offesa non l’aveva presentata. Il Tribunale aveva quindi dichiarato il non doversi procedere. La Cassazione ha invece stabilito che la contestazione suppletiva di un’aggravante, effettuata dal pubblico ministero alla prima udienza utile, rende il reato procedibile d’ufficio e permette la prosecuzione del processo, superando la mancanza della querela.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Contestazione Suppletiva e Riforma Cartabia: Il Potere del PM Prevale

La Riforma Cartabia ha introdotto importanti novità nel sistema penale, una delle quali è l’estensione del regime di procedibilità a querela per diversi reati, tra cui il furto aggravato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, chiarendo i limiti e i poteri del pubblico ministero di fronte alla mancata presentazione della querela nei termini previsti dal regime transitorio. La Corte si è interrogata sulla validità di una contestazione suppletiva effettuata dal PM alla prima udienza per ‘salvare’ il processo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva accusato di furto aggravato per essersi impossessato abusivamente di energia elettrica manomettendo il contatore. A seguito dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), tale fattispecie di reato, precedentemente procedibile d’ufficio, è rientrata tra quelle perseguibili a querela di parte. La legge prevedeva un termine transitorio, scaduto il 30 marzo 2023, entro cui la persona offesa (in questo caso la società erogatrice dell’energia) avrebbe dovuto presentare la querela per i fatti commessi prima della riforma.

Nel caso specifico, nessuna querela veniva sporta. Alla prima udienza dibattimentale, tenutasi il 22 novembre 2023, il pubblico ministero operava una contestazione suppletiva, aggiungendo all’imputazione l’aggravante di aver commesso il fatto su un bene destinato a pubblico servizio (art. 625, n. 7, c.p.). Questa aggravante rende il reato di furto procedibile d’ufficio, superando così la necessità della querela.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di primo grado, tuttavia, non riteneva valida tale contestazione. Secondo il giudice, il termine per la proposizione della querela era ormai decorso, determinando una condizione di improcedibilità dell’azione penale. La contestazione del PM, essendo ‘tardiva’, non poteva sanare una condizione processuale ormai venuta meno. Di conseguenza, il Tribunale dichiarava il non doversi procedere nei confronti dell’imputato.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Contestazione Suppletiva

La Procura Generale ha impugnato la decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. I giudici supremi hanno accolto il ricorso, annullando la sentenza del Tribunale e fornendo una lettura coordinata delle norme processuali alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia.

La Corte ha distinto nettamente la mancanza di una condizione di procedibilità, come la querela, dall’estinzione del reato per prescrizione. Mentre la prescrizione è un evento sostanziale e irreversibile che estingue il reato, la condizione di procedibilità è un elemento processuale che può subire vicende alterne. Può mancare all’inizio, ma può anche sopravvenire.

Il potere del pubblico ministero di effettuare una contestazione suppletiva ai sensi dell’art. 517 c.p.p. è uno strumento fondamentale per adeguare l’imputazione a quanto emerge nel corso del processo. Tale potere, sottolinea la Corte, non ha scadenze o limitazioni temporali specifiche e può essere esercitato alla prima udienza utile. Nel caso di specie, non essendosi tenuta alcuna udienza nel periodo transitorio tra il 30 dicembre 2022 e il 30 marzo 2023, il PM si era trovato nell’oggettiva impossibilità di agire prima.

Negare l’efficacia della contestazione effettuata alla prima occasione possibile significherebbe far dipendere la sorte del processo dal caso (la calendarizzazione delle udienze) e sacrificare ingiustificatamente il principio di obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.), a fronte di un reato che, con la contestazione dell’aggravante, rivela la sua natura di offesa a un interesse pubblico.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che il pubblico ministero può validamente effettuare la contestazione suppletiva di una circostanza aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio anche dopo la scadenza del termine transitorio per la presentazione della querela, purché ciò avvenga alla prima udienza utile. Questa contestazione elimina l’ostacolo della mancanza di querela e permette al processo di proseguire. La sentenza riafferma la centralità del potere del PM di definire correttamente il capo di imputazione e garantisce che la procedibilità dei reati non sia determinata da fattori casuali come i tempi della giustizia, ma dalla natura effettiva del fatto contestato.

Dopo la Riforma Cartabia, se la querela non viene presentata entro il termine, il processo finisce sempre?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il pubblico ministero, alla prima udienza utile, effettua una contestazione suppletiva di una circostanza aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio, il processo può continuare.

Il potere del pubblico ministero di modificare l’imputazione ha un limite temporale?
Secondo questa sentenza, il potere di contestazione suppletiva di una circostanza aggravante (art. 517 c.p.p.) non ha scadenze o limitazioni specifiche all’interno del dibattimento. Può essere esercitato alla prima udienza utile, anche dopo la scadenza del termine transitorio per la presentazione della querela.

Qual è la differenza tra mancanza di querela e prescrizione del reato?
La prescrizione è un evento sostanziale e irreversibile che estingue il reato. La mancanza di querela, invece, è una condizione di procedibilità che, a differenza della prescrizione, può essere superata se intervengono elementi, come una contestazione suppletiva di un’aggravante, che modificano il regime di procedibilità rendendolo d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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