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Contestazione suppletiva: il PM può superare la querela?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Pubblico Ministero può procedere con una contestazione suppletiva, aggiungendo un’aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio, anche se il termine per presentare la querela è già scaduto. La sentenza ha annullato una decisione di primo grado che aveva dichiarato l’improcedibilità per un furto di energia elettrica, affermando che la modifica dell’imputazione rimuove l’ostacolo processuale della mancanza di querela, permettendo al processo di proseguire.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Contestazione Suppletiva: il PM Può Superare la Querela Tardiva?

La recente Riforma Cartabia ha esteso la necessità della querela a numerosi reati, sollevando interrogativi cruciali sulla gestione dei processi. Una questione centrale riguarda il potere del Pubblico Ministero (PM) di intervenire quando il termine per la querela è scaduto. Può una contestazione suppletiva, che introduce un’aggravante tale da rendere il reato procedibile d’ufficio, ‘salvare’ un processo destinato altrimenti all’archiviazione? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39178/2024, offre una risposta chiara, affermando la prevalenza dei poteri dell’accusa.

I Fatti del Caso: Il Furto di Energia Elettrica

Il caso ha origine da un’accusa di furto aggravato di energia elettrica. L’imputato era accusato di essersi impossessato illecitamente di energia per un valore di oltre 4.700 euro, tramite un allaccio abusivo alla rete. A seguito della Riforma Cartabia, questo tipo di reato è diventato procedibile a querela di parte. Tuttavia, la società erogatrice del servizio non aveva sporto querela entro il termine di novanta giorni previsto dalla legge.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del PM

Il Tribunale di primo grado, rilevando la scadenza del termine, aveva dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale. Secondo il giudice, il decorso del tempo aveva consolidato la mancanza della condizione di procedibilità, rendendo vano il tentativo del PM di effettuare una contestazione suppletiva in udienza. Il PM, infatti, intendeva aggiungere l’aggravante del furto su cose destinate a pubblico servizio, che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio. Ritenendo illegittima la preclusione del suo potere, il PM ha proposto ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Cassazione e la Contestazione Suppletiva

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, aderendo all’orientamento giurisprudenziale che riconosce la piena legittimità del PM a modificare l’imputazione fino alla chiusura del dibattimento. La Corte ha operato una distinzione fondamentale tra l’improcedibilità per mancanza di querela e l’estinzione del reato per prescrizione.

Mentre la prescrizione determina un effetto estintivo sostanziale che non può essere ‘revocato’, l’improcedibilità è una condizione processuale che va valutata al momento della decisione. Se, prima della sentenza, l’imputazione viene modificata tramite una contestazione suppletiva che elimina la necessità della querela, l’ostacolo processuale viene rimosso e il processo deve continuare.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il potere del PM, previsto dall’art. 517 del codice di procedura penale, non è soggetto a decadenze legate al termine per la querela. Impedire al PM di esercitare tale potere costituirebbe una violazione delle sue prerogative e del principio di obbligatorietà dell’azione penale.

Inoltre, i giudici hanno evidenziato come le recenti modifiche normative, in particolare l’art. 554-bis c.p.p. introdotto dalla Riforma Cartabia, spingano verso una maggiore corrispondenza tra l’accusa e le risultanze processuali. Il giudice stesso ha il dovere di sollecitare il PM ad adeguare l’imputazione se questa non riflette pienamente i fatti emersi.

Di conseguenza, una volta formulata la nuova contestazione, il thema decidendi (l’oggetto della decisione) si amplia per includere la nuova aggravante, e il giudice deve pronunciarsi sulla nuova e completa imputazione, non più soggetta alla condizione della querela.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza stabilisce un principio di notevole importanza pratica: la scadenza del termine per la querela non determina un effetto preclusivo irreversibile se, nel corso del processo, emergono elementi per una contestazione suppletiva che modifichi il regime di procedibilità. Il potere-dovere del PM di adeguare l’accusa prevale, garantendo che l’azione penale prosegua per i fatti nella loro corretta qualificazione giuridica. La decisione del Tribunale è stata quindi annullata, e gli atti sono stati rinviati per la prosecuzione del giudizio sulla base della nuova imputazione.

Può il Pubblico Ministero modificare l’imputazione per rendere un reato procedibile d’ufficio se è scaduto il termine per la querela?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Pubblico Ministero è sempre legittimato a effettuare una contestazione suppletiva di una circostanza aggravante che modifichi il regime di procedibilità del reato, anche se il termine per proporre la querela è già decorso.

Qual è la differenza tra improcedibilità per mancanza di querela ed estinzione del reato per prescrizione in questo contesto?
L’estinzione del reato per prescrizione è un evento sostanziale e definitivo che impedisce qualsiasi successiva contestazione. L’improcedibilità per mancanza di querela, invece, è una condizione processuale che va valutata al momento della decisione; se una contestazione suppletiva rende il reato procedibile d’ufficio prima della sentenza, l’ostacolo viene rimosso.

In che modo la Riforma Cartabia ha influenzato questa decisione?
La Riforma Cartabia, in particolare con l’introduzione dell’art. 554-bis del codice di procedura penale, ha rafforzato il principio di corrispondenza tra l’accusa e le risultanze processuali. Questo ha supportato la tesi secondo cui il PM ha non solo il potere, ma anche il dovere di adeguare l’imputazione, anche quando ciò incide sulla procedibilità, per garantire che il processo si svolga sul fatto per come emerso dagli atti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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