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Consumazione truffa: quando si perfeziona il reato?

Un soggetto ha richiesto l’estinzione di un reato di bancarotta fraudolenta, beneficio negato a causa di una successiva condanna per truffa. Il dibattito verteva sul momento esatto della consumazione truffa contrattuale. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato si perfeziona non con la consegna della merce o dell’assegno, ma nel momento del definitivo danno patrimoniale per la vittima, che in questo caso è coinciso con il protesto dell’assegno postdatato. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Consumazione Truffa Contrattuale: La Cassazione Chiarisce il Momento Decisivo

Determinare il momento esatto in cui un reato si considera perfezionato è una questione di fondamentale importanza nel diritto penale, con riflessi diretti sulla prescrizione e su altri istituti giuridici. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento cruciale sulla consumazione truffa contrattuale, stabilendo che il reato si compie non con l’inganno, ma con il verificarsi del danno effettivo per la vittima. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Estinzione del Reato

La vicenda giudiziaria prende le mosse dalla richiesta di un individuo, già condannato con sentenza di patteggiamento per bancarotta fraudolenta divenuta definitiva il 1° aprile 2011, di ottenere la declaratoria di estinzione del reato. Questo beneficio è previsto dalla legge se, entro un determinato periodo (cinque anni per i delitti), il condannato non commette un nuovo reato.

Tuttavia, a ostacolare la richiesta vi era una successiva condanna per truffa, divenuta definitiva nel 2019. L’imputato sosteneva che tale truffa fosse stata commessa in data antecedente al 1° aprile 2011 e che, pertanto, non potesse impedire l’estinzione del primo reato.

La Questione Giuridica: Quando si verifica la consumazione truffa contrattuale?

Il cuore della controversia risiedeva nell’individuare l’esatto momento consumativo della truffa. Si trattava di una cosiddetta “truffa contrattuale”, in cui l’imputato aveva ottenuto una fornitura di beni pagando con un assegno bancario postdatato, che era stato poi protestato. Le possibili opzioni per la consumazione del reato erano:

1. Il momento della consegna della merce (avvenuta a marzo 2011).
2. Il momento della consegna dell’assegno (avvenuta ad aprile 2011).
3. Il momento in cui l’assegno è stato protestato (avvenuto il 28 giugno 2011).

La difesa sosteneva la prima opzione, che avrebbe collocato il reato prima della data critica del 1° aprile 2011. I giudici di merito, in un lungo e complesso iter processuale, avevano faticato a individuare il corretto principio di diritto da applicare.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha rigettato il ricorso, ma ha colto l’occasione per correggere la motivazione dei giudici precedenti e stabilire un principio di diritto chiaro e definitivo.

Il Principio delle Sezioni Unite

Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che la truffa è un reato istantaneo e di danno. Ciò significa che il perfezionamento del reato non avviene quando il soggetto passivo assume un’obbligazione a causa dell’inganno, ma nel momento in cui si realizza l’effettivo conseguimento del profitto da parte dell’agente e, contestualmente, la definitiva perdita patrimoniale (deminutio patrimonii) da parte della vittima.

L’Applicazione al Caso Concreto: Il Protesto dell’Assegno

Applicando questo principio al caso specifico, la Cassazione ha stabilito che né la consegna della merce né la dazione dell’assegno potevano essere considerati momenti consumativi. Il danno per la persona offesa è diventato definitivo e certo solo il 28 giugno 2011, data in cui l’assegno è stato protestato. Solo in quel momento, infatti, la potenziale lesione al patrimonio si è trasformata in una perdita effettiva.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra l’atto fraudolento e l’evento del reato. La consumazione truffa contrattuale richiede la compresenza di due elementi: l’ingiusto profitto per l’autore e il danno per la vittima. La semplice consegna di un assegno postdatato rappresenta l’artificio, ma il danno non è ancora concreto, poiché il titolo potrebbe teoricamente essere onorato alla scadenza. È solo con il protesto che si materializza il definitivo depauperamento patrimoniale, momento che segna il perfezionamento del reato. Poiché il 28 giugno 2011 è una data successiva al 1° aprile 2011, il nuovo reato è stato commesso nel periodo di osservazione, impedendo l’estinzione della precedente condanna.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale: nella truffa contrattuale, l’analisi deve concentrarsi sull’impatto economico reale e definitivo. La decisione ha importanti implicazioni pratiche, non solo per l’istituto dell’estinzione del reato, ma anche per il calcolo dei termini di prescrizione. Per professionisti e cittadini, è un monito a considerare il momento della perdita patrimoniale effettiva come il vero spartiacque legale nel reato di truffa.

In un caso di truffa contrattuale, quando si considera consumato il reato?
Risposta: Il reato di truffa contrattuale si considera consumato non quando viene assunto l’impegno o eseguito l’artificio (come la consegna di un assegno), ma nel momento in cui si realizza l’effettivo conseguimento del bene da parte dell’agente e la definitiva perdita economica da parte della vittima.

La consegna di un assegno postdatato che poi viene protestato, a quale momento fa risalire la consumazione della truffa?
Risposta: La consumazione della truffa non coincide con la consegna dell’assegno, ma con il momento del suo protesto. È in quella data che il danno patrimoniale per la vittima diventa definitivo e certo.

Perché la data di consegna della merce non è stata considerata rilevante per la consumazione del reato?
Risposta: La data di consegna della merce rappresenta solo uno degli elementi, cioè l’acquisizione del profitto da parte dell’agente. Per la consumazione completa del reato è necessario anche il verificarsi del danno definitivo per la vittima, che in questo caso è avvenuto in un momento successivo con il protesto dell’assegno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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