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Consumazione reato custode: quando si prescrive?

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha annullato una decisione di proscioglimento per prescrizione, stabilendo un principio fondamentale sulla consumazione reato custode. Il reato di agevolazione colposa della sottrazione di un bene sequestrato (art. 335 c.p.) si presume consumato non al momento del sequestro, ma al momento dell’accertamento della sua mancanza. Tale presunzione può essere vinta solo da una prova rigorosa che dimostri una data di commissione anteriore. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Consumazione Reato Custode: La Scoperta del Bene Mancante Fissa l’Inizio della Prescrizione

Determinare il momento esatto in cui un reato si considera commesso è cruciale nel diritto penale, soprattutto ai fini della prescrizione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale che riguarda la consumazione reato custode, stabilendo che, in assenza di prove contrarie, il reato si presume avvenuto non quando il bene è stato affidato, ma quando le autorità ne accertano la scomparsa.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal sequestro di un autocarro, avvenuto nel febbraio 2017, a causa della mancanza di copertura assicurativa. Il conducente del veicolo veniva nominato custode giudiziario, con l’obbligo di custodire il mezzo in un luogo idoneo a impedirne l’uso o la sottrazione.

Passano gli anni e, nel febbraio 2021, viene disposta la confisca definitiva del veicolo. Poiché il custode non provvedeva alla consegna volontaria, la polizia giudiziaria si recava presso il luogo di custodia indicato nel gennaio 2022, ma con una sorpresa: l’autocarro era sparito.

Il Tribunale di primo grado, chiamato a giudicare il custode per il reato di cui all’art. 335 del codice penale (agevolazione colposa della sottrazione di cose sequestrate), dichiarava il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Il giudice, infatti, aveva presunto che la sottrazione del veicolo fosse avvenuta in un’epoca molto vicina alla data del sequestro (2017), facendo così decorrere e maturare i termini per l’estinzione del reato.

La Decisione della Cassazione: Ribaltato il Verdetto

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la sentenza, sostenendo una tesi opposta: il reato doveva considerarsi consumato molto più tardi, ovvero al momento dell’accertamento della mancanza del veicolo (gennaio 2022) o, al più, in un’epoca prossima alla notifica dell’ordine di consegna (febbraio 2021).

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, annullando la sentenza di proscioglimento e rinviando il processo al Tribunale per un nuovo giudizio. La Suprema Corte ha ritenuto la presunzione del Tribunale illogica e giuridicamente errata.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha ribadito un principio giurisprudenziale consolidato, applicabile non solo a questo caso ma anche a fattispecie simili come la violazione di sigilli (art. 349 c.p.). Il principio è il seguente: il momento della consumazione reato custode può essere ritenuto coincidente con quello dell’accertamento della violazione, a meno che non venga fornita una prova rigorosa di una data di commissione anteriore.

Questa presunzione si basa su elementi logici, indizi e massime di esperienza. È irragionevole presumere che un bene affidato a un custode sparisca immediatamente dopo il sequestro. Al contrario, è logico pensare che la violazione degli obblighi di custodia si protragga nel tempo e diventi penalmente rilevante nel momento in cui lo Stato, attraverso i suoi organi, tenta di rientrare in possesso del bene e ne constata l’irreperibilità.

Nel caso specifico, la condotta colposa del custode ha assunto un’evidenza concreta solo quando, a seguito dell’ordine di confisca del febbraio 2021, egli avrebbe dovuto consegnare il veicolo e non l’ha fatto. È da quel momento che la sua negligenza ha causato la definitiva dispersione del bene. L’imputato, inoltre, non aveva mai denunciato un eventuale furto o smarrimento del mezzo in precedenza, un fatto che rafforza la tesi accusatoria.

Conclusioni

La sentenza chiarisce un punto di diritto di notevole importanza pratica. Sposta l’onere della prova: spetta all’imputato dimostrare, con prove concrete, che la sottrazione del bene è avvenuta in una data anteriore a quella dell’accertamento, se vuole beneficiare della prescrizione. Per i custodi giudiziari, questo significa che la responsabilità penale non si esaurisce con il passare del tempo dal sequestro, ma rimane latente fino al momento in cui l’autorità giudiziaria richiede la restituzione del bene. Questa decisione rafforza la tutela dei beni sottoposti a sequestro e garantisce che gli obblighi del custode siano presi con la massima serietà, poiché il “conto alla rovescia” della prescrizione potrebbe iniziare molto più tardi del previsto.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di agevolazione colposa della sottrazione di un bene sequestrato?
In assenza di prove contrarie, la prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui l’autorità accerta la mancanza del bene e non dalla data in cui è stato disposto il sequestro.

È possibile dimostrare che il reato è stato commesso in un momento precedente a quello dell’accertamento?
Sì, è possibile, ma la sentenza specifica che spetta all’imputato fornire una prova rigorosa dell’esistenza di situazioni particolari o anomale che dimostrino che la dispersione del bene è avvenuta in una data antecedente a quella della sua scoperta.

Quale evento, secondo la Corte, ha reso concretamente rilevante la condotta negligente del custode in questo caso?
La condotta colposa è diventata concretamente rilevante nel momento in cui al custode è stato notificato il provvedimento di confisca, poiché da quell’istante è sorto l’obbligo specifico di consegnare il bene, e la sua irreperibilità ha manifestato la violazione dei doveri di custodia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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