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Consenso prelievo ematico: quando è valido?

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha contestato l’uso dei risultati di un test alcolemico su sangue, sostenendo una violazione procedurale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il consenso prelievo ematico, fornito dall’imputato dopo essere stato informato dei suoi diritti, rende i risultati pienamente utilizzabili nel processo, superando la natura invasiva dell’esame.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Consenso Prelievo Ematico: La Cassazione Conferma la Validità del Test

Il tema del consenso prelievo ematico per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza è cruciale e spesso fonte di dibattito legale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il consenso esplicito e informato del conducente rende pienamente legittimi i risultati del test, anche se di natura invasiva. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Il Controllo Notturno e il Test in Ospedale

Il caso ha origine da un controllo stradale. La Polizia Giudiziaria fermava un automobilista che mostrava evidenti sintomi di ebbrezza alcolica: alito vinoso, movimenti irregolari, andatura incerta del veicolo e fari spenti. Di fronte a questa situazione, gli agenti informavano il conducente della sua facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia e gli chiedevano il consenso per essere accompagnato in ospedale al fine di effettuare un prelievo di liquidi biologici per verificare il tasso alcolemico. L’uomo acconsentiva.

Sulla base dei risultati, che confermavano lo stato di ebbrezza, l’automobilista veniva condannato in primo e secondo grado. La pena finale, dopo la riforma parziale della Corte d’Appello, era stata fissata in nove mesi di arresto e 4.000 euro di ammenda.

Il Ricorso: Presunta Violazione delle Norme sull’Accertamento

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, lamentando l’inutilizzabilità dei risultati del test. La tesi difensiva si basava sulla presunta violazione delle procedure previste dall’articolo 186 del Codice della Strada. Sostanzialmente, si contestava il modo in cui era stato acquisito il campione biologico, ritenendolo non conforme alle garanzie di legge.

Il Ruolo Decisivo del Consenso al Prelievo Ematico

Il punto centrale su cui la Corte di Cassazione si è soffermata è proprio la natura del consenso prestato dall’automobilista. La Corte ha ricordato un suo precedente orientamento (sentenza n. 52877/2016), secondo cui il conducente ha il diritto di opporre un “espresso dissenso” al prelievo ematico richiesto dalla polizia. Data la natura invasiva dell’esame, un accertamento effettuato contro la volontà esplicita del soggetto sarebbe illegittimo e i suoi risultati inutilizzabili.

Tuttavia, la situazione cambia radicalmente quando, come nel caso di specie, il consenso viene manifestato in modo espresso. Se il conducente, dopo essere stato debitamente avvisato dei suoi diritti, accetta di sottoporsi al prelievo, non vi è alcun ostacolo alla legittima utilizzabilità dei risultati.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, ritenendolo una mera riproposizione di argomenti già correttamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. I giudici di merito avevano fornito una motivazione logica e adeguata, sottolineando che gli agenti avevano agito sulla base di evidenti sintomi di ubriachezza e, soprattutto, avevano ottenuto il consenso dell’imputato per il test in ospedale. La Cassazione ha quindi confermato che, in presenza di un consenso esplicito, le prove raccolte sono pienamente valide.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: nel bilanciamento tra la necessità di accertare un reato grave come la guida in stato di ebbrezza e la tutela dell’inviolabilità della persona, il consenso informato dell’interessato gioca un ruolo dirimente. La possibilità di rifiutare un esame invasivo è una garanzia per il cittadino, ma la scelta di acconsentirvi volontariamente rende l’accertamento pienamente legittimo. La decisione, pertanto, respinge il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

I risultati di un prelievo ematico per alcol test fatto in ospedale sono sempre validi?
No. La loro validità è strettamente legata al consenso del conducente. Se il conducente manifesta un “espresso dissenso”, il prelievo effettuato su richiesta della Polizia Giudiziaria è illegittimo e i suoi risultati sono inutilizzabili.

Cosa rende legittimo un prelievo ematico se richiesto dalla Polizia Giudiziaria per un alcol test?
Secondo la Corte, il prelievo diventa legittimo quando il conducente, dopo essere stato informato della facoltà di farsi assistere da un avvocato, manifesta espressamente il proprio consenso a essere condotto in ospedale per l’accertamento.

La polizia può obbligare un conducente a sottoporsi al prelievo di sangue?
No. La sentenza ribadisce che, a causa del suo carattere invasivo, il conducente può opporre un “espresso dissenso”. Un eventuale accertamento effettuato contro la sua volontà sarebbe illegittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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