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Consenso prelievo ematico: orale è valido per la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un automobilista condannato per guida in ebbrezza dopo un incidente. La Corte ha stabilito che il consenso prelievo ematico per l’alcol test è valido anche se prestato oralmente, soprattutto se l’imputato è impossibilitato a firmare. Confermato anche il diniego della particolare tenuità del fatto e la confisca del veicolo.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Consenso Prelievo Ematico: Anche Orale è Valido per la Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10651 del 2024, affronta temi cruciali in materia di guida in stato di ebbrezza, focalizzandosi sulla validità del consenso prelievo ematico prestato in forma orale e sui limiti di applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa pronuncia offre chiarimenti importanti sia per gli operatori del diritto che per i cittadini, ribadendo principi fondamentali della procedura penale.

I Fatti del Caso: Incidente e Accertamento dello Stato di Ebbrezza

Il caso riguarda un automobilista che, alla guida del proprio veicolo, perdeva il controllo del mezzo uscendo di strada e terminando la corsa in un campo. L’incidente non coinvolgeva terzi, ma provocava lesioni personali al solo conducente. Intervenute le forze dell’ordine e trasportato al Pronto Soccorso, l’uomo veniva sottoposto a esami per accertare il suo stato di salute. In tale contesto, gli veniva richiesto di sottoporsi a un prelievo di campioni di sangue e urine finalizzato a verificare il tasso alcolemico. L’automobilista prestava il proprio consenso oralmente, alla presenza dei suoi genitori, ma non poteva sottoscrivere il verbale a causa di una lesione al braccio destro. Gli esami rivelavano un tasso alcolemico molto elevato, pari a 2,25 g/l, portando alla sua condanna nei primi due gradi di giudizio.

La Decisione della Cassazione e il Consenso Prelievo Ematico

L’imputato proponeva ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi: la presunta nullità dell’accertamento per mancanza di consenso scritto, l’assenza di nesso causale tra l’ebbrezza e l’incidente, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e l’illegittimità della confisca del veicolo. La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la condanna.

La validità del consenso orale

Il punto centrale della sentenza riguarda la validità del consenso prelievo ematico. La difesa sosteneva la nullità degli accertamenti per l’assenza di un consenso scritto e sottoscritto. La Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile, chiarendo che la legge non impone la forma scritta per tale consenso. È stato valorizzato il fatto che l’imputato avesse espresso la propria adesione in forma orale, pur essendo impossibilitato a firmare per le lesioni subite, e che ciò fosse avvenuto alla presenza di testimoni (i genitori). La Corte ha ribadito che la prova dell’avvenuta informazione dei propri diritti e del consenso prestato può essere fornita anche tramite la deposizione degli agenti operanti.

Il diniego della particolare tenuità del fatto

Un altro motivo di ricorso era il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto” (art. 131-bis c.p.). L’imputato evidenziava di essere incensurato e che la pena era stata fissata al minimo. La Corte ha ritenuto il motivo infondato, sottolineando che la valutazione della tenuità del fatto deve basarsi sulla concreta pericolosità della condotta. L’aver provocato un incidente stradale, unito a un tasso alcolemico ben superiore alla soglia massima, costituisce un elemento di gravità oggettiva che impedisce di qualificare il fatto come di particolare tenuità.

La confisca del veicolo “in uso”

Infine, la Cassazione ha respinto anche il motivo relativo alla confisca del veicolo, che l’imputato sosteneva fosse di proprietà di un’altra persona. La Corte ha ricordato che, ai fini della confisca per guida in ebbrezza, il concetto di “appartenenza” non si limita alla proprietà formale risultante dai registri pubblici, ma si estende al dominio effettivo e concreto sul bene. Se l’imputato ha il possesso o la detenzione non occasionale del veicolo, la confisca è legittima.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione, con questa sentenza, ha inteso rafforzare alcuni principi cardine. In primo luogo, ha prevalso un approccio sostanziale rispetto a quello puramente formale: ciò che conta è la reale manifestazione di volontà dell’interessato, non la sua forma documentale, specialmente quando esistono giustificazioni oggettive per l’assenza di una firma. In secondo luogo, è stato ribadito che la guida in stato di ebbrezza, soprattutto quando causa un incidente, rappresenta una condotta di intrinseca pericolosità sociale. Tale pericolosità osta all’applicazione di istituti di favore come la particolare tenuità del fatto, che sono riservati a offese di minima entità. Infine, la nozione di “appartenenza” del veicolo è stata interpretata in senso ampio per prevenire facili elusioni della sanzione accessoria della confisca.

Le conclusioni

La pronuncia conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso in tema di sicurezza stradale. Stabilisce che le garanzie procedurali, come il consenso informato, devono essere rispettate nella sostanza, senza cadere in formalismi che potrebbero compromettere l’accertamento dei reati. Allo stesso tempo, delinea in modo netto i confini per l’applicazione di benefici di legge, escludendoli in casi di oggettiva gravità come quello di un incidente stradale provocato da un conducente con un tasso alcolemico molto elevato.

Il consenso al prelievo di sangue per l’alcol test deve essere per forza scritto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il consenso può essere espresso anche in forma orale. La prova di tale consenso può essere fornita anche tramite la testimonianza degli agenti operanti, soprattutto quando, come nel caso di specie, l’interessato era impossibilitato a firmare a causa di lesioni.

Quando si può applicare la causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in caso di guida in ebbrezza?
La sentenza chiarisce che la particolare tenuità del fatto non può essere riconosciuta quando la condotta presenta una significativa pericolosità. L’aver provocato un incidente stradale e l’elevato tasso alcolemico riscontrato sono elementi concreti che escludono l’applicazione di tale beneficio, poiché indicano una gravità oggettiva del fatto.

Un veicolo può essere confiscato anche se è intestato a un’altra persona?
Sì. Ai fini della confisca per guida in ebbrezza, la nozione di ‘appartenenza’ del veicolo non è solo formale (l’intestazione nei pubblici registri), ma anche sostanziale. Se l’imputato ha un effettivo e concreto dominio sulla cosa, come un possesso o una detenzione non occasionale, il veicolo può essere confiscato anche se intestato a terzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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