LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca veicolo reato ambientale: l’appello generico

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per reato ambientale. I motivi, ritenuti generici, contestavano la condanna e la confisca del veicolo. La Corte ha confermato che la confisca del veicolo usato per il reato è obbligatoria e che il ricorso non presentava argomenti nuovi, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Veicolo Reato Ambientale: Inammissibile il Ricorso Generico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia di confisca veicolo reato ambientale e sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La vicenda riguarda un imprenditore, legale rappresentante di una società di trasporti, condannato per violazioni ambientali previste dal D.Lgs. 152/2006. La Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, confermando sia la condanna che la misura della confisca del mezzo aziendale.

I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

L’imprenditore era stato condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte di Appello alla pena di 3 mesi di arresto e 1.000 euro di ammenda. L’accusa era relativa a un reato ambientale commesso nell’esercizio della sua attività, accertato il 1° ottobre 2020. A seguito della condanna, era stata disposta la confisca del veicolo commerciale utilizzato per commettere l’illecito.

Contro la sentenza di appello, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali, volti a contestare:

* La mancata rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale;
* La conferma del giudizio di colpevolezza;
* La mancata revoca del sequestro del veicolo.

L’Analisi della Corte di Cassazione: la confisca del veicolo nel reato ambientale

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, giudicandoli nel loro complesso manifestamente infondati. Secondo i giudici, le argomentazioni della difesa erano palesemente generiche e si limitavano a riproporre questioni già ampiamente discusse e decise nei precedenti gradi di giudizio.

I Motivi del Ricorso Ritenuti Inammissibili

La Corte ha sottolineato come i giudici di merito avessero già fornito adeguate motivazioni su tutti i punti sollevati. In particolare, era già stata spiegata la superfluità di una nuova istruttoria, così come erano state chiarite le ragioni che impedivano l’assoluzione dell’imputato. Presentare gli stessi argomenti in Cassazione, senza evidenziare vizi specifici della sentenza impugnata, rende il ricorso generico e, di conseguenza, inammissibile.

La Natura Obbligatoria della Confisca

Un punto cruciale della decisione riguarda la confisca del veicolo per reato ambientale. La Cassazione ha ribadito che la confisca del mezzo di trasporto utilizzato per commettere l’azione illecita non è una scelta discrezionale del giudice, ma una misura di natura obbligatoria prevista dalla legge. Pertanto, la richiesta di revoca del sequestro non poteva trovare accoglimento, essendo una conseguenza diretta e necessaria della condanna per quel tipo di reato.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nell’applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, viene condannato a versare una somma alla Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito equitativamente dal giudice.

La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso non solo fossero infondati, ma che fossero anche stati presentati in modo da non superare il vaglio preliminare di ammissibilità. La genericità e la natura ripropositiva delle censure hanno quindi portato a una declaratoria di inammissibilità, con le conseguenti sanzioni economiche a carico del ricorrente, fissate in questo caso in 3.000 euro, oltre alle spese processuali.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre due importanti insegnamenti. In primo luogo, evidenzia l’importanza di formulare ricorsi specifici e non meramente ripetitivi di argomenti già respinti. Un ricorso in Cassazione deve individuare vizi logici o giuridici precisi nella sentenza impugnata, non limitarsi a contestare la valutazione dei fatti. In secondo luogo, conferma la severità della normativa ambientale: la confisca del veicolo per reato ambientale è una conseguenza automatica della condanna, rendendo il bene strumentale all’illecito definitivamente indisponibile per l’autore del reato.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono manifestamente infondati, palesemente generici e si limitano a riproporre temi già affrontati e decisi dai giudici di merito, senza sollevare nuove e specifiche questioni di legittimità.

In caso di reato ambientale, la confisca del veicolo utilizzato è sempre obbligatoria?
Sì, la decisione della Corte chiarisce che la confisca del mezzo di trasporto utilizzato per commettere l’azione illecita ha natura obbligatoria. Non si tratta di una misura discrezionale del giudice, ma di una conseguenza prevista dalla legge in caso di condanna.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stabilito dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati