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Confisca veicolo: quando è legittima? Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la confisca di un veicolo utilizzato per trasportare un ‘jammer’, un dispositivo per disturbare le comunicazioni. La sentenza stabilisce che per la confisca veicolo non è necessario che l’uso sia indispensabile, ma è sufficiente dimostrare un ‘nesso di strumentalità’ concreto e stabile con l’attività criminosa. In questo caso, l’auto non era un mezzo occasionale, ma parte integrante di un piano criminale più ampio, come dimostrato dalla presenza di altri arnesi da scasso a bordo e dalla necessità di spostarsi per commettere reati contro il patrimonio.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Veicolo e Reati: Il Nesso di Strumentalità secondo la Cassazione

L’utilizzo di un’auto per commettere un reato può portare alla sua definitiva perdita? La questione della confisca veicolo è un tema delicato, che bilancia il diritto di proprietà con l’esigenza di prevenire futuri illeciti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che per procedere alla confisca non è necessario che l’auto sia ‘indispensabile’ per il crimine, ma è sufficiente che esista un collegamento stabile e funzionale con l’attività delittuosa. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal sequestro di un’autovettura a bordo della quale era stato trovato un dispositivo ‘jammer’ funzionante, uno strumento illegale capace di inibire le comunicazioni telefoniche e telematiche. Il conducente era stato condannato per il reato previsto dall’art. 617-quinquies del codice penale e la Corte d’Appello aveva ordinato la confisca dell’automobile.

La difesa aveva impugnato la decisione, sostenendo che l’uso del veicolo fosse stato puramente occasionale, un semplice mezzo per trasportare un piccolo dispositivo che avrebbe potuto essere portato anche a piedi o con altri mezzi. La Corte di Cassazione, in un primo momento, aveva annullato la confisca, chiedendo ai giudici di merito di motivare meglio il ‘nesso di asservimento’ tra l’auto e il reato. La Corte d’Appello, riesaminando il caso, ha confermato nuovamente la confisca, portando la questione per la seconda volta dinanzi alla Suprema Corte.

La Questione Giuridica sulla Confisca Veicolo

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione dell’articolo 240 del codice penale, che disciplina la confisca delle ‘cose che servirono a commettere il reato’. La giurisprudenza si è a lungo interrogata sulla natura di questo legame. È sufficiente un qualsiasi utilizzo del bene nell’azione criminale, o è richiesto un rapporto più stretto, quasi di indispensabilità?

La difesa puntava su un’interpretazione restrittiva, affermando che l’auto era stata solo un contenitore occasionale. La Procura, invece, sosteneva che il veicolo fosse parte integrante di un più ampio piano criminale, destinato alla commissione di reati contro il patrimonio (furti, rapine), come suggerito dalla presenza a bordo anche di numerosi arnesi da scasso, ricetrasmittenti e decodificatori.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una motivazione chiara e destinata a diventare un punto di riferimento in materia. I giudici hanno superato l’idea di un necessario ‘nesso di indispensabilità’, affermando che per legittimare la confisca veicolo è sufficiente accertare un nesso di strumentalità ‘in concreto’ tra la cosa e il reato.

Secondo la Corte, non basta un rapporto di mera occasionalità, ma è necessario uno ‘stretto nesso strumentale’ che riveli la possibilità futura del ripetersi di un’attività punibile. Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che l’autovettura non fosse un semplice mezzo di trasporto, ma uno strumento funzionale all’intero progetto criminoso per diverse ragioni:
1. Trasporto del ‘jammer’: L’auto è servita a trasportare il dispositivo funzionante.
2. Contesto criminale più ampio: La presenza di arnesi da scasso e altri strumenti illeciti ha dimostrato che il trasporto del jammer era prodromico a ulteriori reati contro il patrimonio.
3. Logistica del crimine: Muoversi in due persone sul territorio alla ricerca di ‘occasioni’ criminali, trasportare attrezzi e l’eventuale refurtiva sarebbe stato irragionevole e difficile da realizzare a piedi o con mezzi più piccoli, come un ciclomotore.

L’autovettura, quindi, non era un accessorio casuale, ma un elemento che facilitava e rendeva più probabile la commissione di futuri reati, mantenendo viva ‘l’attrattiva del reato’. Questo legame funzionale e stabile ha giustificato pienamente la misura di sicurezza patrimoniale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un principio fondamentale: la confisca di un bene non richiede che questo sia l’unico strumento possibile per commettere un reato. Ciò che conta è il suo ruolo concreto nel piano criminale. Se un veicolo è stabilmente integrato nell’attività illecita, facilitandola e aumentandone le probabilità di successo e ripetizione, può essere confiscato. La decisione serve da monito, sottolineando che anche beni di uso comune, come un’automobile, possono essere considerati ‘strumenti del reato’ se inseriti in un contesto di stabile asservimento a finalità illecite.

Quando un veicolo utilizzato per un reato può essere confiscato?
Un veicolo può essere confiscato quando si dimostra l’esistenza di un ‘nesso di strumentalità’ concreto e stabile tra il suo utilizzo e il reato commesso. Non è sufficiente un uso puramente occasionale, ma deve emergere un collegamento funzionale che riveli la probabilità che il bene venga usato per commettere futuri reati.

È necessario che il veicolo sia ‘indispensabile’ per commettere il reato ai fini della confisca?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è richiesto un rapporto di indispensabilità. È sufficiente un nesso di strumentalità che colleghi oggettivamente il veicolo al reato, anche se non in via esclusiva o insostituibile.

Perché in questo caso specifico l’uso dell’auto non è stato considerato ‘meramente occasionale’?
L’uso non è stato ritenuto occasionale perché l’auto era parte di un piano criminale più ampio. La presenza a bordo non solo del ‘jammer’, ma anche di arnesi da scasso e altri dispositivi, insieme alla necessità logistica di muoversi sul territorio per commettere reati contro il patrimonio e trasportare eventuale refurtiva, ha dimostrato un rapporto di ‘asservimento’ stabile e non episodico del veicolo all’attività criminosa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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