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Confisca veicolo per droga: quando è legittima?

La Corte di Cassazione conferma la legittimità della confisca di un motoveicolo utilizzato per lo spaccio di stupefacenti. La sentenza stabilisce che, ai fini della confisca del veicolo, non è necessaria una modifica strutturale del mezzo, ma è sufficiente dimostrare un nesso di strumentalità stabile e non occasionale con l’attività criminosa. In questo caso, l’uso abituale del motociclo per le consegne, provato da messaggi sul telefono, è stato ritenuto un elemento decisivo per giustificare il provvedimento.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca veicolo per spaccio: quando il legame con il reato la giustifica?

La confisca veicolo in casi di spaccio di sostanze stupefacenti è un tema di grande attualità giurisprudenziale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui presupposti necessari per applicare questa misura, specificando che l’uso abituale del mezzo per l’attività illecita è sufficiente a giustificarla, anche in assenza di modifiche strutturali. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne i principi e le implicazioni pratiche.

I fatti di causa

Il caso ha origine dalla sentenza di un Tribunale che, in seguito a un accordo di patteggiamento, condannava una persona per il reato di detenzione ai fini di spaccio di 1.8 kg di sostanze stupefacenti. Oltre alla pena concordata, il giudice disponeva la confisca e la distruzione della droga, nonché la confisca del telefono cellulare e di un motoveicolo di proprietà dell’imputata, in quanto ritenuti strumenti del reato.

Il ricorso in Cassazione: il veicolo usato solo occasionalmente?

La difesa ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando specificamente la legittimità della confisca del motoveicolo. Secondo la tesi difensiva, il giudice di merito non avrebbe fornito una motivazione adeguata a supporto del provvedimento ablativo. In particolare, si sosteneva che mancasse la prova di un nesso specifico e stabile tra il mezzo e il reato. Il motoveicolo, infatti, non era stato modificato strutturalmente per occultare la droga né era stato provato un suo utilizzo sistematico per il trasporto, potendosi configurare un uso meramente occasionale.

La confisca veicolo e il nesso di strumentalità

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha ribadito i principi consolidati in materia di confisca veicolo facoltativa, prevista dall’art. 240 del codice penale. I giudici hanno chiarito che, per disporre la confisca di un bene utilizzato per commettere un reato, è necessario che il giudice argomenti in concreto l’esistenza di un ‘nesso di strumentalità’ tra il bene e l’illecito. Questo nesso non richiede che il bene sia ‘indispensabile’ per la commissione del reato, ma è sufficiente che esista un collegamento funzionale effettivo e non meramente occasionale.

Le motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha ritenuto che il Tribunale avesse correttamente applicato questi principi. Le motivazioni della decisione si fondano su elementi concreti emersi dalle indagini. In particolare, dall’analisi del telefono cellulare dell’imputata erano stati estratti numerosi messaggi scambiati con un complice. Tali conversazioni dimostravano in modo palese che l’imputata utilizzava abitualmente e su espressa direttiva il proprio motoveicolo per effettuare numerose consegne di droga in diverse zone della città.

L’interlocutore, infatti, forniva gli indirizzi e si sincerava che lei usasse proprio la moto per gli spostamenti. Questo ha permesso di accertare un legame stretto, evidente e non occasionale tra il veicolo e l’attività di spaccio. Il motoveicolo non era un mezzo scelto a caso, ma lo strumento abitualmente destinato a commettere i reati. La Corte ha quindi sottolineato che, sebbene le modifiche strutturali possano essere un indice del nesso di strumentalità, la loro assenza non esclude la confisca quando altre circostanze, come in questo caso, dimostrano un collegamento stabile del veicolo con l’attività criminosa.

Le conclusioni

La sentenza consolida un importante principio: per la confisca veicolo utilizzato per lo spaccio non è determinante la presenza di vani segreti o altre alterazioni, ma la prova di un suo impiego funzionale e sistematico all’attività illecita. L’uso abituale, anche di un mezzo di trasporto comune e non modificato, è sufficiente a dimostrare quel ‘nesso di strumentalità’ che giustifica la misura ablativa. Questa decisione serve da monito, chiarendo che qualsiasi bene che diventi uno strumento stabile per la commissione di reati è a rischio di confisca, a prescindere dalle sue caratteristiche strutturali.

È necessaria una modifica strutturale del veicolo per disporne la confisca in un caso di spaccio di droga?
No. Secondo la sentenza, la modifica strutturale del mezzo (es. creazione di doppi fondi) non è un requisito necessario per la confisca. Ciò che conta è il collegamento stabile del veicolo con l’attività criminosa, che può essere provato anche da altre circostanze.

Cosa si intende per ‘nesso di strumentalità’ tra il veicolo e il reato ai fini della confisca?
Per ‘nesso di strumentalità’ si intende il legame funzionale concreto tra il bene e il reato. Non è richiesto un rapporto di ‘indispensabilità’, ma è sufficiente dimostrare che il bene abbia avuto un ruolo effettivo e non meramente casuale o occasionale nel compimento dell’illecito. In questo caso, l’uso abituale della moto per le consegne ha integrato tale nesso.

In caso di patteggiamento, il giudice deve motivare in modo specifico la confisca facoltativa di un bene?
Sì. La Corte afferma che il giudice non può disporre la confisca con una formula astratta o generica, ma deve argomentare in concreto la sussistenza del nesso di strumentalità tra il bene e il reato commesso, valutando il ruolo effettivo che il bene ha avuto nella realizzazione dell’illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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