LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca urbanistica per fotovoltaico anche se reato

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di diversi imputati e di una società coinvolti nella realizzazione illecita di impianti fotovoltaici. Il caso verteva sull’artificiosa suddivisione di un grande parco fotovoltaico per eludere le normative urbanistiche e ottenere indebitamente incentivi. La Corte ha confermato la confisca urbanistica dei terreni, stabilendo che tale misura può essere mantenuta anche se il reato di lottizzazione abusiva è stato dichiarato prescritto, a condizione che la responsabilità sia stata accertata nel corso del giudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Urbanistica per Fotovoltaico: La Cassazione Conferma la Sanzione Anche con Reato Prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un complesso caso di reati ambientali e finanziari legati al settore delle energie rinnovabili. La pronuncia chiarisce importanti principi in materia di lottizzazione abusiva e confisca urbanistica, soprattutto in relazione all’istituto della prescrizione. La vicenda riguardava un gruppo di imprenditori e una società accusati di aver artificiosamente frazionato un grande impianto fotovoltaico per eludere le normative e accedere a cospicui incentivi statali.

I Fatti: Lo “Spacchettamento” degli Impianti Fotovoltaici

Al centro del processo vi era un’operazione immobiliare e industriale finalizzata alla creazione di un grande parco fotovoltaico. Invece di richiedere l’Autorizzazione Unica, procedura più complessa prevista per gli impianti di grandi dimensioni, gli imputati avevano suddiviso il progetto in più lotti di potenza inferiore. Per ciascun lotto, avevano presentato una semplice Denuncia di Inizio Attività (DIA), un procedimento semplificato non idoneo per un’opera di tale portata.

Questo stratagemma, definito “spacchettamento”, aveva un duplice obiettivo:
1. Eludere la normativa urbanistica: evitare i controlli e le valutazioni di impatto ambientale previste per i grandi impianti industriali su terreni agricoli.
2. Ottenere incentivi pubblici: accedere ai fondi del “Conto Energia” destinati a impianti di dimensioni più contenute, massimizzando i profitti.

Le indagini hanno portato a contestare i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e, soprattutto, lottizzazione abusiva.

La Decisione della Cassazione sulla Confisca Urbanistica

Nei gradi di merito, alcuni reati, tra cui la lottizzazione abusiva, sono stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione. Tuttavia, i giudici avevano confermato la confisca urbanistica dei terreni interessati dall’intervento. Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, una volta estinto il reato, anche la sanzione accessoria della confisca dovesse essere annullata.

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi, confermando integralmente la decisione d’appello. I giudici supremi hanno stabilito che la confisca urbanistica è una misura che può sopravvivere alla prescrizione del reato presupposto. Questo principio si fonda sulla natura specifica della sanzione, che non è puramente punitiva, ma mira a ripristinare l’ordine territoriale violato dall’abuso edilizio.

La Responsabilità dell’Ente e la Truffa Aggravata

La Corte ha inoltre confermato la responsabilità amministrativa della società coinvolta ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Anche in questo caso, la prescrizione del reato di truffa non ha impedito l’accertamento della responsabilità dell’ente, data l’autonomia di tale illecito. Secondo la Corte, era evidente che l’operazione fraudolenta era stata posta in essere nell’interesse e a vantaggio della società, che non aveva adottato modelli organizzativi idonei a prevenire tali condotte.

Le Motivazioni

La sentenza si basa su principi giuridici consolidati. In primo luogo, la Corte ha ribadito che l’assoluzione nel merito prevale sulla prescrizione solo quando l’innocenza dell’imputato è palese ed evidente (“ictu oculi”). Nel caso di specie, le prove raccolte dimostravano chiaramente la sussistenza della lottizzazione abusiva e del meccanismo fraudolento, rendendo impossibile un proscioglimento con formula piena.

Il punto centrale della motivazione riguarda la confisca urbanistica. Richiamando la fondamentale sentenza “Perroni” delle Sezioni Unite, la Cassazione ha spiegato che, quando la sussistenza del reato (nei suoi elementi oggettivi e soggettivi) è stata accertata in un giudizio che ha garantito il pieno contraddittorio, la confisca deve essere mantenuta. L’illecita trasformazione del territorio è un fatto oggettivo i cui effetti negativi permangono, e la confisca serve a rimuoverli, indipendentemente dall’esito penale per il singolo individuo. L’estinzione del reato per prescrizione non sana l’abuso commesso.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre importanti lezioni per gli operatori del settore immobiliare e delle energie rinnovabili. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:
1. Massima Attenzione alle Procedure: Gli stratagemmi per eludere le normative urbanistiche, come lo “spacchettamento” di progetti, sono considerati reati gravi con conseguenze patrimoniali pesanti.
2. La Confisca Sopravvive alla Prescrizione: Imprenditori e proprietari terrieri devono essere consapevoli che la confisca urbanistica è una sanzione estremamente efficace. Anche se un lungo processo porta alla prescrizione del reato, la perdita economica derivante dalla confisca dei beni rimane.
3. Responsabilità Societaria: Le aziende devono dotarsi di solidi modelli organizzativi (Modello 231) per prevenire la commissione di reati da parte dei propri vertici. La responsabilità dell’ente è autonoma e può essere accertata anche se le accuse contro le persone fisiche vengono meno per motivi procedurali.

È possibile la confisca di un terreno per lottizzazione abusiva se il reato è stato dichiarato prescritto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che se la sussistenza del reato, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo, è stata accertata in un giudizio che ha garantito il pieno contraddittorio, la confisca del bene deve essere mantenuta anche in caso di intervenuta prescrizione. Questo perché la confisca urbanistica ha una funzione ripristinatoria dell’assetto territoriale violato.

Suddividere un grande impianto fotovoltaico in più impianti piccoli per usare una procedura autorizzativa più semplice è un reato?
Sì. Secondo la sentenza, tale pratica, definita “spacchettamento”, costituisce un artificio volto a eludere la normativa urbanistica e integra il reato di lottizzazione abusiva, in quanto realizza una trasformazione del territorio agricolo a fini industriali senza le dovute autorizzazioni previste per gli impianti di grandi dimensioni.

Una società può essere sanzionata ai sensi del D.Lgs. 231/2001 se il reato commesso dai suoi amministratori è prescritto?
Sì. La sentenza ribadisce che la responsabilità amministrativa dell’ente è autonoma rispetto a quella penale della persona fisica. Pertanto, il giudice deve procedere all’accertamento della responsabilità della società anche qualora il reato presupposto si sia estinto per prescrizione, a patto che sia dimostrato che il reato è stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati