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Confisca terzo estraneo: il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile, per carenza di interesse, il ricorso presentato dalla proprietaria di un’autovettura, terza estranea ai fatti, contro l’ordinanza che confermava la confisca del veicolo. La decisione si fonda sul fatto che la sentenza di patteggiamento a carico dell’utilizzatore del mezzo era divenuta irrevocabile, rendendo definitiva anche la confisca e assorbendo la misura cautelare del sequestro. Di conseguenza, l’eventuale annullamento dell’ordinanza impugnata non avrebbe prodotto alcun effetto pratico, da qui la mancanza di interesse a ricorrere. La Corte ha chiarito che l’unico rimedio esperibile per la proprietaria, a questo punto, è l’incidente di esecuzione.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Terzo Estraneo: Se la Sentenza è Definitiva, l’Appello Cautelare è Inammissibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 37380/2025, affronta un tema cruciale nella procedura penale: la tutela del confisca terzo estraneo, ovvero colui che, pur non essendo coinvolto in un reato, si vede sottrarre la proprietà di un bene perché utilizzato dall’imputato. Il caso esaminato chiarisce i limiti degli strumenti di impugnazione a disposizione del terzo proprietario, specialmente quando la sentenza che dispone la confisca diventa irrevocabile.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Savona. L’imputato era stato condannato a una pena detentiva e pecuniaria per reati legati agli stupefacenti. Contestualmente, il giudice aveva disposto la confisca di tutti i beni in sequestro, tra cui un’autovettura di valore.

Il veicolo, tuttavia, non era di proprietà dell’imputato, ma di una donna, completamente estranea ai fatti illeciti. Quest’ultima, vedendosi privata del suo bene, aveva proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento. La Suprema Corte, in una precedente pronuncia, aveva correttamente riqualificato il ricorso come appello cautelare ai sensi dell’art. 322-bis c.p.p., trasmettendo gli atti al Tribunale di Savona, competente a decidere.

Il Tribunale, però, anziché limitarsi a valutare la legittimità del vincolo cautelare sul bene, aveva rigettato l’impugnazione, confermando di fatto la confisca. Contro questa decisione, la proprietaria del veicolo ha nuovamente proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla confisca al terzo estraneo

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile per una ragione dirimente: la sopravvenuta carenza di interesse. I giudici hanno rilevato che, nel frattempo, la sentenza di patteggiamento emessa nei confronti dell’imputato era diventata irrevocabile. Questo passaggio ha avuto un effetto decisivo sulla sorte del veicolo.

L’irrevocabilità della sentenza ha reso definitiva anche la misura della confisca, trasformando il precedente vincolo cautelare (il sequestro) in un provvedimento ablativo finale. Di conseguenza, qualsiasi discussione sulla legittimità della misura cautelare originaria è divenuta priva di scopo. Un eventuale annullamento dell’ordinanza impugnata non avrebbe potuto restituire il bene alla proprietaria, poiché la sua espropriazione era ormai sancita da una decisione giudiziaria non più modificabile.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio logico e procedurale. L’appello cautelare è uno strumento designato per contestare la legittimità di una misura provvisoria, come il sequestro preventivo, in attesa della decisione finale sul merito. Quando interviene la sentenza definitiva che dispone la confisca, la misura cautelare viene “assorbita” da quella finale. Il sequestro cessa di esistere come misura autonoma e si trasforma in confisca.

A quel punto, non ha più senso discutere della legittimità del sequestro. La questione si sposta sulla legittimità della confisca definitiva. La Corte ha sottolineato che, sebbene l’ordinanza del Tribunale di Savona fosse errata (poiché aveva invaso la competenza del giudice della cognizione integrando la motivazione della sentenza di patteggiamento), l’annullamento di tale provvedimento sarebbe stato inutile.

L’interesse ad agire, requisito fondamentale di ogni impugnazione, deve essere concreto ed attuale. In questo caso, la ricorrente non avrebbe ottenuto alcun vantaggio pratico dalla pronuncia di annullamento, dato che la confisca era ormai definitiva. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un importante principio per la tutela del confisca terzo estraneo. Se un bene di proprietà di un terzo viene confiscato con una sentenza di patteggiamento, è fondamentale che il proprietario agisca con gli strumenti corretti e tempestivi. Una volta che la sentenza diventa irrevocabile, la via dell’appello cautelare contro il sequestro è preclusa per mancanza di interesse.

L’unico rimedio che rimane al terzo per far valere le proprie ragioni è l’incidente di esecuzione, come previsto dall’art. 676 c.p.p. Questo procedimento consente di contestare, in sede esecutiva, la legittimità del provvedimento ablativo definitivo, dimostrando la propria buona fede e l’estraneità al reato. La decisione, quindi, non nega la tutela al terzo, ma la canalizza verso lo strumento processuale corretto una volta che il processo di cognizione si è concluso.

Cosa può fare il proprietario di un bene confiscato se è estraneo al reato (confisca terzo estraneo)?
Finché la sentenza che dispone la confisca non è definitiva, il terzo può contestare il vincolo cautelare (sequestro) attraverso l’appello cautelare previsto dall’art. 322-bis del codice di procedura penale.

Perché il ricorso della proprietaria è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, nel frattempo, la sentenza di patteggiamento che disponeva la confisca era diventata irrevocabile. Questo ha reso la confisca definitiva, assorbendo il sequestro. Di conseguenza, un’eventuale decisione sul sequestro non avrebbe più avuto alcun effetto pratico.

Quale strumento giuridico rimane al terzo estraneo dopo che la sentenza di confisca è diventata definitiva?
Una volta che la sentenza è diventata irrevocabile, l’unico rimedio a disposizione del terzo proprietario per contestare la confisca è l’incidente di esecuzione, ai sensi dell’art. 676 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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