LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca stupefacenti: annullata per detenzione

La Corte di Cassazione ha annullato la confisca di 7.235,00 euro a un soggetto condannato per detenzione di stupefacenti di lieve entità. La decisione si fonda sull’applicazione dell’art. 85-bis del d.P.R. 309/90, che, nella versione vigente all’epoca dei fatti, escludeva la possibilità di confisca stupefacenti per la specifica fattispecie di reato contestata, ordinando la restituzione della somma.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Stupefacenti: La Cassazione Annulla Sequestro di Denaro per Lieve Detenzione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione relativa alla confisca stupefacenti, stabilendo un principio di stretta legalità. Con la sentenza in esame, la Suprema Corte ha annullato la confisca di oltre 7.000 euro a carico di un individuo condannato per detenzione di sostanze stupefacenti di lieve entità, ordinando l’immediata restituzione della somma.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e confermata in appello per il reato di cui all’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, che punisce la detenzione di stupefacenti per fatti di lieve entità. Oltre alla pena, i giudici di merito avevano disposto la confisca della somma di 7.235,00 euro, rinvenuta in possesso dell’imputato al momento dell’arresto.

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che tale somma non potesse essere considerata “profitto” del reato, in quanto la contestazione riguardava la “detenzione” e non la “cessione” della sostanza. Secondo la tesi difensiva, mancava quindi il presupposto per applicare la misura ablatoria prevista dall’art. 240 del codice penale.

La Posizione del Procuratore Generale

È interessante notare come anche il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, con una requisitoria scritta, abbia concluso per l’annullamento del provvedimento impugnato, sebbene limitatamente alla parte relativa alla confisca, chiedendo un nuovo esame della questione.

Le Motivazioni della Cassazione sul tema della confisca stupefacenti

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendolo e annullando la sentenza senza bisogno di un ulteriore giudizio. Il ragionamento dei giudici, tuttavia, si è discostato da quello proposto dalla difesa. La Suprema Corte non si è soffermata sulla distinzione tra detenzione e cessione per qualificare il denaro come profitto del reato. Ha invece basato la sua decisione su un dato normativo dirimente.

Il punto centrale della motivazione risiede nell’applicazione dell’art. 85-bis del d.P.R. 309/90, nella versione vigente all’epoca del fatto (18 marzo 2022). Tale norma, infatti, escludeva espressamente l’applicabilità della confisca per le condanne relative alla fattispecie di lieve entità prevista dal comma 5 dell’art. 73. In altre parole, la legge stessa vietava di confiscare beni in relazione a quel specifico reato. Di conseguenza, la confisca disposta dai giudici di merito era illegittima fin dall’origine, in quanto applicata in violazione di una precisa disposizione di legge.

Le Conclusioni: Restituzione della Somma e Principio di Legalità

In applicazione di questo principio, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente alla statuizione sulla confisca. Ha quindi eliminato tale misura e ordinato la restituzione della somma di 7.235,00 euro all’avente diritto. La sentenza ribadisce un cardine fondamentale del diritto penale: il principio di legalità. Nessuna pena o misura di sicurezza, inclusa la confisca, può essere applicata se non è espressamente prevista dalla legge per il reato commesso. In questo caso, la previsione normativa era chiara nell’escludere la confisca, rendendo la decisione della Cassazione un atto dovuto a tutela dei diritti dell’imputato.

È sempre possibile confiscare il denaro trovato a una persona accusata di un reato di droga di lieve entità?
No. La sentenza chiarisce che la confisca non è automatica. Nel caso specifico, per un reato di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90), una specifica norma (l’art. 85-bis dello stesso decreto), vigente all’epoca del fatto, escludeva esplicitamente tale possibilità.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la confisca della somma di 7.235,00 euro?
La confisca è stata annullata perché, al momento del fatto (18 marzo 2022), la legge allora in vigore (art. 85-bis d.P.R. 309/90) vietava specificamente di applicare la confisca per la fattispecie di reato contestata, ovvero quella prevista dall’art. 73, comma 5.

Cosa significa “annullamento senza rinvio” in questo contesto?
Significa che la decisione della Corte di Cassazione è definitiva. La sentenza precedente è stata cancellata nella parte relativa alla confisca, e non ci sarà un nuovo processo d’appello sulla questione. La cancelleria deve disporre l’immediata restituzione del denaro all’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati