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Confisca sproporzione stupefacenti: la Cassazione

In un caso di detenzione di stupefacenti, la Corte di Cassazione ha annullato una confisca di denaro. La sentenza chiarisce che la confisca ordinaria non è applicabile se il reato contestato è la sola detenzione. Tuttavia, la Corte apre alla possibilità di una confisca per sproporzione, introdotta da una nuova legge, spiegando che tale misura può essere applicata retroattivamente. Il caso è stato rinviato al Tribunale per una nuova valutazione basata sui corretti presupposti normativi.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Sproporzione e Reati di Droga: La Cassazione e l’Applicazione Retroattiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14095/2024) affronta un tema di grande attualità: i limiti e le modalità di applicazione della confisca per sproporzione in materia di stupefacenti, soprattutto alla luce delle recenti modifiche legislative. Il caso riguarda un soggetto condannato per la mera detenzione di una piccola quantità di droga, al quale era stata confiscata una somma di denaro. La decisione della Suprema Corte chiarisce la differenza tra confisca ordinaria e confisca allargata, e stabilisce importanti principi sulla sua applicabilità a reati commessi prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Milano, con una sentenza di patteggiamento, aveva condannato un individuo per il reato di detenzione di lieve entità di sostanze stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90). Contestualmente, il Tribunale aveva disposto d’ufficio la confisca di 1.025,00 euro trovati in possesso dell’imputato, basandosi sull’ammissione dello stesso che tale somma fosse il provento di una pregressa attività di spaccio.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando esclusivamente la confisca. La difesa ha sostenuto che, essendo il reato contestato la sola detenzione e non lo spaccio, mancasse il nesso di diretta derivazione tra il denaro e il crimine per cui era stata pronunciata la condanna. In altre parole, il denaro non poteva essere considerato il “profitto” del reato di detenzione.

La Distinzione Cruciale: Confisca Ordinaria vs. Confisca per Sproporzione

La Corte di Cassazione accoglie il ragionamento della difesa sulla prima parte. La giurisprudenza è concorde nell’affermare che la confisca ordinaria (art. 240 c.p.) richiede un legame diretto tra il bene da confiscare e il reato specifico. Nel caso della mera detenzione di droga, il denaro, anche se derivante da vendite passate, non costituisce il profitto di quel reato. Pertanto, la confisca ordinaria era stata disposta erroneamente.

Qui, però, entra in gioco la confisca per sproporzione (o confisca allargata), disciplinata dall’art. 240-bis c.p. Questo strumento non richiede la prova del nesso diretto con il reato, ma si basa su tre presupposti:

1. Una condanna (o un patteggiamento) per uno dei reati-spia elencati dalla norma.
2. La disponibilità di denaro o beni di valore sproporzionato rispetto al reddito o all’attività economica del condannato.
3. La mancata giustificazione della provenienza lecita di tali beni.

L’Impatto della Nuova Legge sulla Confisca per Sproporzione

Il punto centrale della sentenza risiede in una recente modifica legislativa. Con il Decreto Legge n. 123/2023 (convertito nella Legge n. 159/2023), il legislatore ha esteso l’ambito di applicazione della confisca per sproporzione a tutte le fattispecie previste dall’art. 73 del Testo Unico Stupefacenti, inclusa quella di lieve entità (comma 5) oggetto del processo.

Questo significa che, sebbene il reato fosse stato commesso nel 2020, al momento della sentenza del Tribunale di Milano (11 gennaio 2024), la nuova legge era già in vigore.

La Questione della Retroattività e la Natura della Misura

Ci si chiede se una norma così incisiva possa essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore. La Cassazione risponde affermativamente, basandosi sulla natura giuridica della confisca per sproporzione. Le Sezioni Unite l’hanno qualificata come una misura di sicurezza patrimoniale, non come una pena.

Secondo l’art. 200 del codice penale, le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione (cioè della sentenza), non del reato. Di conseguenza, esse possono essere applicate retroattivamente. L’unico limite è che la legge che le introduce sia in vigore quando il giudice emette la sua decisione.

Le Motivazioni della Cassazione

Alla luce di questi principi, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Tribunale di Milano ha commesso un errore giuridico. Ha applicato la confisca ordinaria, che non era ammissibile, ignorando la possibilità, offerta dalla nuova normativa, di disporre la confisca per sproporzione. Il Tribunale avrebbe dovuto verificare se sussistevano i presupposti di quest’ultima: la sproporzione tra la somma di denaro e i redditi leciti dell’imputato e la mancata giustificazione della sua provenienza.

Poiché questa valutazione non è stata fatta, la Corte ha annullato la sentenza limitatamente al punto della confisca, rinviando il caso a un’altra sezione del Tribunale di Milano.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante affermazione della portata applicativa della confisca per sproporzione nel contrasto ai reati legati agli stupefacenti. Si conferma che questa misura, in quanto misura di sicurezza, può operare retroattivamente, a condizione che la legge sia in vigore al momento della sentenza di primo grado. La decisione, tuttavia, non è una condanna automatica: il giudice di merito ha il dovere di compiere un’attenta valutazione sulla sproporzione del patrimonio e sulla capacità dell’imputato di giustificarne la provenienza lecita. Il caso torna quindi al primo grado per questa specifica analisi.

È possibile confiscare del denaro a una persona condannata solo per detenzione di stupefacenti e non per spaccio?
Non attraverso la confisca ordinaria, poiché il denaro non è il profitto diretto del reato di detenzione. Tuttavia, la confisca è possibile attraverso l’istituto della “confisca per sproporzione”, se si dimostra che la somma è sproporzionata rispetto ai redditi leciti della persona e questa non riesce a giustificarne la provenienza.

La nuova legge che estende la confisca per sproporzione ai reati di droga minori si applica anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, trattandosi di una “misura di sicurezza” e non di una pena, si applica la legge in vigore al momento della decisione del giudice e non quella del momento in cui è stato commesso il reato. Ha quindi efficacia retroattiva.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la confisca in questo caso?
La Corte ha annullato la confisca perché il Tribunale aveva utilizzato un fondamento giuridico errato (la confisca ordinaria), omettendo di verificare i presupposti specifici della “confisca per sproporzione” (come la sproporzione patrimoniale), che era l’unica misura applicabile in base alla nuova legge vigente al momento della sentenza. Per questo motivo, ha rinviato il caso al Tribunale per una nuova e corretta valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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