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Confisca senza motivazione: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento limitatamente alla confisca di denaro e telefoni cellulari. La decisione è basata sulla totale assenza di motivazione da parte del giudice di primo grado riguardo la natura e i presupposti della confisca, evidenziando come una confisca senza motivazione sia illegittima anche in caso di accordo tra le parti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca senza motivazione: Anche nel patteggiamento il giudice deve spiegare il perché

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12770/2024) ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: qualsiasi provvedimento che incide sul patrimonio, come la confisca, deve essere adeguatamente motivato, anche quando deriva da una sentenza di patteggiamento. La pronuncia chiarisce che una confisca senza motivazione è illegittima, poiché il giudice non può limitarsi a una generica disposizione di ablazione dei beni in sequestro, ma deve esplicitare le ragioni che la giustificano.

I fatti di causa

Il caso trae origine da una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (il cosiddetto patteggiamento) emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia. Due persone venivano condannate a una pena di cinque anni di reclusione e 20.000 euro di multa ciascuno per reati legati agli stupefacenti. Oltre alla pena detentiva e pecuniaria, il giudice disponeva genericamente “la confisca e distruzione di quanto in sequestro”, senza fornire alcuna spiegazione specifica sui beni oggetto del provvedimento (somme di denaro, telefoni cellulari e un’autovettura).

I difensori degli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, lamentando proprio l’errata applicazione della legge penale per l’omessa motivazione sulla confisca. Secondo le difese, il giudice non aveva specificato il tipo di confisca applicata, né aveva argomentato sulla proporzionalità della misura o sul legame effettivo tra i beni sequestrati e il reato commesso.

La decisione della Corte e la confisca senza motivazione

La Suprema Corte ha accolto i ricorsi, seppur parzialmente. In primo luogo, ha confermato che il ricorso per cassazione contro la parte di una sentenza di patteggiamento che dispone la confisca è sempre ammissibile. Nel merito, i giudici di legittimità hanno censurato l’operato del giudice di primo grado, rilevando come la sentenza impugnata fosse effettivamente affetta dal vizio denunciato.

Il Tribunale si era limitato a disporre la confisca in modo generico, senza indicare l’oggetto specifico della misura e, soprattutto, senza esplicitare le ragioni giuridiche che la sorreggevano. Tale modus operandi è stato ritenuto illegittimo, specialmente in presenza di beni eterogenei come denaro, cellulari e un’automobile.

Confisca facoltativa e obbligo di motivazione

La Cassazione ha ricordato che, a norma dell’art. 240 del codice penale, la confisca facoltativa può essere disposta solo per le cose che sono servite o sono state destinate a commettere il reato, oppure ne costituiscono il prodotto o il profitto. In questi casi, il giudice è tenuto a esercitare un potere discrezionale, dando conto delle ragioni che lo spingono a sottrarre tali beni alla disponibilità del colpevole. Questa motivazione deve basarsi su considerazioni di prevenzione speciale, ossia sull’esigenza di impedire la commissione di futuri reati.
Nel caso di specie, trattandosi di denaro e telefoni cellulari, la confisca era di natura facoltativa. Pertanto, il giudice avrebbe dovuto spiegare perché riteneva che tali beni fossero collegati al reato e perché la loro ablazione fosse necessaria. L’assenza totale di motivazione ha reso la disposizione nulla.

Il caso dell’autovettura

Diversa è stata la sorte del ricorso relativo all’autovettura. La Corte ha dichiarato inammissibile questa parte del gravame, poiché il veicolo risultava di proprietà di un terzo estraneo al procedimento e non dell’imputata che aveva presentato ricorso. Di conseguenza, quest’ultima non aveva legittimazione a contestare la confisca del bene.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano su un principio cardine dello stato di diritto: ogni provvedimento che limita i diritti fondamentali, incluso quello di proprietà, deve essere supportato da una giustificazione comprensibile e verificabile. Nel contesto del patteggiamento, sebbene vi sia un accordo tra le parti sulla pena, il giudice mantiene un ruolo di garanzia e controllo sulla legalità delle statuizioni accessorie come la confisca. Un ordine generico di “confisca di quanto in sequestro” viola l’obbligo di motivazione, poiché non consente di comprendere il ragionamento del giudice né di verificare la corretta applicazione della legge. La Corte ha sottolineato che la confisca facoltativa richiede una valutazione discrezionale che deve essere esplicitata, dimostrando il nesso eziologico tra i beni e il reato e l’opportunità della misura a fini preventivi. La mancanza di tale percorso argomentativo rende la decisione arbitraria e, quindi, illegittima.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla confisca delle somme di denaro e dei telefoni cellulari, rinviando il caso al Tribunale di Venezia per un nuovo giudizio sul punto. Il nuovo giudice dovrà valutare se sussistono i presupposti per la confisca e, in caso affermativo, dovrà fornire una motivazione adeguata e puntuale, in linea con i principi enunciati dalla Suprema Corte. La condanna e la pena inflitta sono invece diventate irrevocabili. Questa sentenza riafferma con forza che l’accordo sulla pena non trasforma il processo in un mero atto notarile, ma lascia intatto il dovere del giudice di motivare adeguatamente ogni sua decisione, specialmente quelle che incidono sui diritti patrimoniali.

È possibile impugnare una confisca disposta in una sentenza di patteggiamento?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il ricorso avverso la statuizione sulla confisca contenuta in una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti è pienamente ammissibile.

Perché la Corte ha annullato la confisca di denaro e cellulari?
La confisca è stata annullata perché il giudice di primo grado ha omesso completamente di motivare la sua decisione. Non ha specificato né la natura (obbligatoria o facoltativa) della confisca, né il legame tra i beni sequestrati (denaro e cellulari) e il reato contestato, violando così l’obbligo di motivazione previsto dalla legge.

Cosa succede quando una confisca viene disposta senza un’adeguata motivazione?
Una confisca disposta senza motivazione è illegittima e può essere annullata. La sentenza viene annullata su quel punto specifico e il caso viene rinviato a un nuovo giudice, che dovrà riesaminare la questione e fornire, se del caso, una motivazione completa e conforme ai principi di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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