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Confisca senza motivazione: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento limitatamente alla confisca di una somma di denaro. La decisione è stata presa a causa della totale assenza di motivazione da parte del giudice di merito riguardo alla confisca stessa. Secondo la Corte, una confisca senza motivazione costituisce una misura di sicurezza illegale, vizio che permette di ricorrere in Cassazione anche contro una sentenza di patteggiamento.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Senza Motivazione nel Patteggiamento: La Cassazione Interviene

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13167/2025) ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento: ogni provvedimento giudiziario, inclusa l’applicazione di una misura di sicurezza come la confisca, deve essere adeguatamente motivato. La decisione in esame chiarisce che una confisca senza motivazione è illegale e può essere annullata, anche quando disposta nell’ambito di una sentenza di patteggiamento, che notoriamente ha limiti stringenti di impugnabilità. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti del Caso: Dal Patteggiamento al Ricorso

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Milano. Un imputato, accusato del reato di illecita cessione di stupefacenti, aveva concordato la pena con il Pubblico Ministero. Oltre alla pena detentiva e pecuniaria, il giudice aveva disposto la confisca della sostanza stupefacente e di una somma di denaro, pari a 1.030,00 euro, trovata in possesso dell’imputato.

La difesa dell’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione non contestando la pena concordata, ma unicamente la parte della sentenza relativa alla confisca del denaro. Il motivo del ricorso era netto e preciso: il Tribunale aveva ordinato la confisca della somma in totale assenza di motivazione, senza spiegare perché quel denaro dovesse essere sottratto al suo possessore.

La questione della confisca senza motivazione davanti alla Corte

Il cuore della questione giuridica riguardava i limiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione avverso una sentenza di patteggiamento. L’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, infatti, limita severamente i motivi di ricorso in questi casi. Tuttavia, la difesa ha sostenuto che la totale mancanza di motivazione sulla confisca non fosse un semplice errore, ma una vera e propria violazione di legge.

La Suprema Corte ha accolto questa tesi, richiamando un suo precedente orientamento (sentenza Bozzi, n. 15525/2019). Secondo gli Ermellini, una motivazione mancante o meramente apparente riguardo all’applicazione di una misura di sicurezza, come la confisca, si traduce in un’ipotesi di “illegalità della misura di sicurezza”. Questa illegalità è assimilabile a una “violazione di legge” ai sensi dell’art. 111 della Costituzione, che impone l’obbligo di motivazione per tutti i provvedimenti giurisdizionali. Di conseguenza, il ricorso è stato ritenuto pienamente ammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nel merito, la Corte ha rilevato che il Tribunale di Milano si era limitato a disporre la confisca del denaro senza spendere una sola parola per giustificarla. Non era stato chiarito se quella somma fosse considerata il provento diretto dell’attività di spaccio o se fosse stata confiscata perché l’imputato non ne aveva dimostrato la legittima provenienza. Questa “esiziale carenza argomentativa”, come definita dalla Corte, rende la misura patrimoniale illegittima.

Il giudice, infatti, ha l’obbligo di spiegare il nesso tra il bene confiscato e il reato commesso. Ordinare la confisca di una somma di denaro, specialmente se di importo superiore al prezzo della singola dose ceduta, richiede una spiegazione logico-giuridica che nel caso di specie era completamente assente. Tale omissione viola il diritto di difesa e i principi costituzionali del giusto processo.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

Sulla base di queste argomentazioni, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente alla parte in cui disponeva la confisca del denaro. Il caso è stato rinviato al Tribunale di Milano, in diversa composizione, per un nuovo esame sul punto. Il nuovo giudice dovrà valutare nuovamente se procedere alla confisca e, in caso affermativo, dovrà fornire una motivazione completa e adeguata che ne spieghi le ragioni. Questa sentenza ribadisce con forza che nessuna decisione che incide sui diritti patrimoniali dei cittadini può essere presa in modo arbitrario o immotivato, nemmeno nell’ambito di un rito semplificato come il patteggiamento.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di patteggiamento per la confisca?
Sì, è possibile se si contesta l’illegalità della misura di sicurezza. Secondo la Corte, una confisca disposta senza alcuna motivazione è da considerarsi illegale, rendendo ammissibile il ricorso per cassazione anche contro una sentenza di patteggiamento.

Perché la mancanza di motivazione sulla confisca è un vizio così grave?
Perché viola l’articolo 111 della Costituzione, che impone l’obbligo di motivazione per tutti i provvedimenti giurisdizionali. Una confisca non motivata è una misura arbitraria che lede i diritti patrimoniali e il diritto di difesa. La Corte la qualifica come “illegalità della misura di sicurezza”, assimilabile a una violazione di legge.

Cosa succede dopo l’annullamento della Cassazione in questo caso?
La sentenza viene annullata solo per quanto riguarda la confisca del denaro. Il caso torna al Tribunale di Milano, che dovrà riesaminare specificamente quel punto. Il nuovo giudice dovrà decidere se confiscare o meno la somma e, in caso affermativo, dovrà fornire una motivazione completa e giuridicamente fondata per la sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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