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Confisca senza motivazione: annullata dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di un Tribunale limitatamente alla confisca di una somma di denaro disposta nell’ambito di un patteggiamento per detenzione di stupefacenti. La decisione si fonda sull’assoluto difetto di motivazione del provvedimento, in quanto il giudice di merito non ha specificato la base giuridica della confisca, limitandosi a un generico riferimento a quanto in sequestro e citando una norma inconferente. La Suprema Corte ha ribadito che ogni provvedimento di confisca, anche in sede di patteggiamento, deve essere sorretto da una motivazione puntuale che ne giustifichi l’applicazione.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Senza Motivazione: La Cassazione Stabilisce un Principio Cruciale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento giuridico: nessun provvedimento che incide sul patrimonio di un cittadino, come la confisca, può essere emesso senza un’adeguata giustificazione. Il caso in esame, relativo a una confisca senza motivazione disposta in seguito a un patteggiamento per reati di droga, offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del potere giudiziario e le garanzie a tutela dell’imputato.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Bari. Un individuo, accusato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti, aveva concordato la pena con il Pubblico Ministero. Il giudice, nell’accogliere l’accordo, aveva disposto, oltre alla pena pattuita, anche la confisca di quanto in sequestro, che includeva non solo la droga ma anche una somma di denaro.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione contro questa parte della sentenza. La sua doglianza era chiara: il Tribunale aveva disposto la confisca del denaro ritenendolo illegittimamente provento del reato, nonostante l’imputato avesse dichiarato che la somma appartenesse alla madre convivente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso ammissibile e fondato, procedendo all’annullamento della sentenza limitatamente alla confisca del denaro. La Corte ha chiarito che, sebbene il patteggiamento limiti le possibilità di impugnazione, la statuizione sulla confisca, in quanto misura di sicurezza non concordata tra le parti, può essere oggetto di ricorso.

La decisione di annullare la confisca si basa su un vizio radicale del provvedimento del Tribunale: l’assoluto difetto di motivazione.

Le Motivazioni: Perché una Confisca Senza Motivazione è Illegittima

Il cuore della pronuncia della Cassazione risiede nell’analisi della motivazione della confisca, o meglio, della sua totale assenza. Il Tribunale si era limitato a ordinare genericamente “la confisca e distruzione della sostanza stupefacente e di quanto altro in sequestro”, citando a supporto l’art. 85 del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990).

La Cassazione ha rilevato due errori fondamentali:

1. Genericità del Provvedimento: L’ordine di confiscare “quanto altro in sequestro” non specificava quali beni fossero oggetto della misura ablativa, né il perché. Questa genericità è inammissibile quando si dispone una misura così invasiva.
2. Erroneità del Riferimento Normativo: L’art. 85 citato dal Tribunale disciplina le pene accessorie (come la sospensione della patente o del porto d’armi) e non ha nulla a che vedere con la confisca. Si tratta, quindi, di un riferimento normativo del tutto inconferente che non permette di comprendere la ratio decidendi del giudice.

La Corte ha inoltre escluso che si potesse trattare di un mero errore materiale, ad esempio intendendo citare l’art. 240-bis c.p. (confisca in casi particolari). Questo perché tale tipo di confisca, basata sulla sproporzione tra i beni posseduti e il reddito dichiarato, richiede una motivazione specifica e la valutazione di elementi precisi, totalmente assenti nella sentenza impugnata. Allo stesso modo, per disporre la confisca del denaro come profitto del reato, il giudice avrebbe dovuto motivare sulla pertinenzialità, cioè sul legame diretto tra quella somma e l’attività di spaccio, cosa che non è stata fatta.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce con forza un principio di garanzia fondamentale: l’obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali non è un mero formalismo, ma la base della loro legittimità e del controllo democratico sull’esercizio del potere. Anche in un rito accelerato come il patteggiamento, quando il giudice adotta una misura non concordata tra le parti, come la confisca, ha il dovere di spiegare in modo chiaro e puntuale le ragioni giuridiche e fattuali della sua decisione. Una confisca senza motivazione è, e deve essere considerata, illegittima. La decisione tutela il diritto di proprietà e assicura che nessuna ablazione patrimoniale possa avvenire in modo arbitrario, ma solo sulla base di una legge chiara e di un ragionamento giudiziale trasparente e verificabile.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per la parte relativa alla confisca?
Sì. Come chiarito dalla Corte, la misura di sicurezza della confisca, se non è stata oggetto di accordo tra le parti, può essere impugnata autonomamente anche se disposta con una sentenza di patteggiamento.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la confisca del denaro?
La confisca è stata annullata per un “assoluto difetto di motivazione”. Il giudice del Tribunale non ha indicato la norma di legge che giustificava la confisca del denaro e ha citato un articolo di legge non pertinente, rendendo la sua decisione arbitraria e non comprensibile nelle sue fondamenta giuridiche.

Cosa deve fare un giudice per disporre legittimamente una confisca?
Un giudice deve sempre fornire una motivazione specifica. Deve indicare la norma di legge applicata e spiegare perché i beni in questione rientrano in quella previsione, ad esempio dimostrando che sono il profitto di un reato o che esiste una sproporzione ingiustificata rispetto ai redditi dell’imputato, a seconda del tipo di confisca disposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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