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Confisca reati tributari: obbligatoria e non discrezionale

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di un Tribunale che, pur condannando l’amministratrice di una società per l’omesso versamento di ritenute fiscali, aveva omesso di disporre la confisca del profitto del reato. La Suprema Corte ha ribadito che la confisca reati tributari, ai sensi dell’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000, è un atto dovuto e non discrezionale per il giudice in caso di condanna, annullando la decisione sul punto e rinviando al Tribunale per la sua applicazione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Confisca nei Reati Tributari: Un Obbligo Inderogabile per il Giudice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia fiscale: in caso di condanna per reati tributari, la confisca del profitto illecitamente ottenuto non è una facoltà, ma un obbligo per il giudice. Questa decisione sottolinea il rigore del sistema sanzionatorio volto a recuperare le somme sottratte all’erario, chiarendo che non vi è spazio per valutazioni discrezionali. L’analisi del caso offre spunti cruciali sull’automatismo della confisca reati tributari.

Il Caso: Omissione di Versamento e Condanna

Il Tribunale di Ascoli Piceno aveva condannato la legale rappresentante di una società a responsabilità limitata per il reato previsto dall’art. 10-bis del D.Lgs. 74/2000. L’accusa era di aver omesso il versamento di ritenute dovute in qualità di sostituto d’imposta per l’anno 2019, per un importo significativo di oltre 187.000 euro, risultante dalla dichiarazione annuale (modello 770). La condanna penale era stata fissata in quattro mesi di reclusione.

Tuttavia, nella sua decisione, il giudice di primo grado aveva omesso di disporre la confisca del profitto del reato, ovvero la somma corrispondente alle ritenute non versate.

Il Ricorso del Procuratore Generale: La Confisca Reati Tributari Dimenticata

Contro questa sentenza ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore Generale presso la Corte d’appello di Ancona. Il motivo del ricorso era molto specifico: la mancata applicazione della confisca. Il Procuratore ha sostenuto che la confisca del profitto nei reati tributari è una statuizione obbligatoria imposta dalla legge, la cui applicazione non è soggetta alla discrezionalità del giudice. In caso di condanna, il giudice deve disporre la confisca. L’omissione, pertanto, configurava una violazione di legge.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo pienamente la tesi del Procuratore Generale. I giudici hanno richiamato l’articolo 12-bis del D.Lgs. n. 74 del 2000, che stabilisce in modo inequivocabile che “nel caso di condanna […] è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo”.

La Corte ha specificato che si tratta di una “statuizione obbligatoria a contenuto predeterminato”, per la quale non esistono spazi di valutazione o discrezionalità per il giudice di merito. L’omessa disposizione della confisca da parte del Tribunale è stata quindi giudicata indebita, in quanto in diretto contrasto con la chiara previsione normativa. Di conseguenza, la sentenza è stata annullata limitatamente a questo punto.

Le Conclusioni: Automatismo della Confisca e Rinvio al Tribunale

La decisione della Cassazione ha un’importante implicazione pratica: rafforza il principio secondo cui chi commette un reato tributario non può trattenere i vantaggi economici che ne derivano. La confisca è uno strumento essenziale per ripristinare l’ordine economico violato. La Corte ha annullato la sentenza con rinvio al Tribunale di Ascoli Piceno. Il rinvio si è reso necessario perché la Corte di Cassazione, essendo giudice di legittimità, non può procedere ad accertamenti di fatto, come la quantificazione esatta del profitto da confiscare. Sarà quindi il Tribunale, in diversa composizione, a dover accertare il profitto del reato e a disporne la confisca, applicando correttamente la legge.

Nei reati tributari, il giudice può scegliere se applicare o meno la confisca del profitto?
No, la confisca del profitto del reato è obbligatoria. L’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 stabilisce che, in caso di condanna, essa è “sempre ordinata”, senza lasciare alcuno spazio di discrezionalità al giudice.

Cosa si intende per profitto del reato nel caso di omesso versamento di ritenute?
Il profitto del reato corrisponde al vantaggio economico derivato dall’illecito. In questo caso specifico, è pari all’ammontare delle ritenute che l’imputata, in qualità di sostituto d’imposta, aveva l’obbligo di versare allo Stato e che invece ha omesso di pagare, quantificato in 187.226,48 euro.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio e non ha disposto direttamente la confisca?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non può compiere accertamenti di fatto. Poiché la determinazione precisa del profitto da confiscare è un accertamento che spetta al giudice di merito, la Corte ha annullato la sentenza sul punto e ha rinviato il caso al Tribunale affinché provvedesse a tale accertamento e disponesse la confisca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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