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Confisca per sproporzione: nuove regole su stupefacenti

Un uomo viene condannato per detenzione e spaccio di stupefacenti. Il Tribunale, pur condannandolo, dispone la restituzione di una cospicua somma di denaro (€ 19.100) e dei telefoni cellulari trovati in suo possesso. La Procura ricorre in Cassazione, sostenendo la necessità di applicare la confisca per sproporzione sul denaro e la confisca degli strumenti del reato (telefoni e bilancino). La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, evidenziando una recente modifica legislativa che estende la confisca per sproporzione anche ai reati di lieve entità in materia di droga. La sentenza viene annullata con rinvio per una nuova valutazione su questi punti.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Sproporzione e Reati di Droga: La Cassazione e le Nuove Regole

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un tema cruciale nel diritto penale patrimoniale: la confisca per sproporzione. Questo provvedimento chiarisce l’applicabilità di tale misura anche ai reati di lieve entità in materia di stupefacenti, a seguito di una importante modifica legislativa. Analizziamo i dettagli di una decisione che impone ai giudici di merito una valutazione più rigorosa sulla provenienza di beni e denaro trovati in possesso di persone condannate per spaccio.

Il Caso: Spaccio, Denaro e la Decisione del Tribunale

I fatti alla base della sentenza riguardano un individuo condannato dal Tribunale per aver detenuto e ceduto cocaina. Durante una perquisizione domiciliare, le forze dell’ordine avevano rinvenuto, oltre a una quantità di stupefacente, un bilancino di precisione, due telefoni cellulari e una somma in contanti di 19.100,00 euro, in parte occultata in giardino.

Nonostante la condanna per i reati contestati, il giudice di primo grado aveva disposto la restituzione del denaro e dei telefoni all’imputato, omettendo di pronunciarsi sul bilancino. La motivazione si basava sul presupposto che non fosse stato provato un nesso diretto tra quella somma e il reato di spaccio, escludendo quindi la configurabilità della confisca come profitto del reato.

Il Ricorso del Procuratore e la Confisca per Sproporzione

Il Procuratore generale ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Violazione di legge sulla confisca del denaro: Il ricorrente ha sostenuto che il Tribunale avrebbe dovuto applicare la cosiddetta confisca per sproporzione (o confisca allargata), prevista dall’articolo 240-bis del codice penale. Questa misura consente di confiscare denaro o beni di cui il condannato non può giustificare la provenienza lecita e il cui valore è sproporzionato rispetto al suo reddito. Lo stesso Tribunale, nella sentenza, aveva evidenziato la “cospicua somma di denaro” come “sproporzionata” rispetto alla capacità economica dell’imputato.
2. Omessa confisca degli strumenti del reato: Il Procuratore ha inoltre lamentato la mancata confisca del bilancino di precisione e dei telefoni cellulari, beni che, secondo l’accusa, costituivano strumenti utilizzati per commettere il reato.

La Novità Normativa e l’Impatto sui Reati Lievi

Il punto centrale della decisione della Cassazione ruota attorno a una modifica legislativa introdotta nel 2023. In precedenza, la confisca per sproporzione non era applicabile ai reati di lieve entità in materia di stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990). Tuttavia, il d.l. n. 123 del 2023 ha eliminato questa eccezione. Poiché la sentenza di primo grado è stata emessa dopo l’entrata in vigore di questa nuova norma, il Tribunale avrebbe dovuto tenerne conto e valutare i presupposti per la sua applicazione.

La Questione della Confisca di Bilancino e Telefoni

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto fondato. La Corte ha ricordato che, ai sensi dell’art. 240 del codice penale, possono essere confiscate “le cose che servirono a commettere il reato”. Per disporre tale misura, è necessario provare un nesso di pertinenzialità tra l’oggetto e l’illecito, ossia un legame strumentale stabile e non meramente occasionale.

Nel caso specifico, il Tribunale non aveva fornito alcuna motivazione per la restituzione dei telefoni, nonostante le indagini avessero rivelato che l’acquirente della droga contattava l’imputato su una specifica utenza. Allo stesso modo, non si era pronunciato sulla sorte del bilancino, strumento tipicamente legato all’attività di spaccio.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per la confisca per sproporzione, il giudice deve verificare tre requisiti: una condanna per uno dei reati-spia (inclusi ora anche quelli ex art. 73, comma 5), la disponibilità di beni di valore sproporzionato rispetto al reddito e la mancata giustificazione della loro provenienza lecita. Il Tribunale, pur avendone l’onere, non ha svolto questa analisi. Per quanto riguarda gli strumenti del reato, la Corte ha sottolineato che il giudice del rinvio dovrà valutare se esista un asservimento stabile di telefoni e bilancino all’attività criminosa, tale da giustificarne la confisca per prevenire la reiterazione di condotte illecite.

Conclusioni

La sentenza è stata annullata con rinvio al Tribunale, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi espressi dalla Cassazione. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: rafforza gli strumenti di aggressione ai patrimoni di origine illecita, estendendo l’applicazione della confisca per sproporzione anche a reati di spaccio considerati di minore gravità. Inoltre, ribadisce l’obbligo per i giudici di motivare puntualmente le decisioni sulla confisca degli strumenti del reato, valutando in concreto il loro legame funzionale con l’attività criminosa.

È possibile applicare la confisca per sproporzione anche per reati di lieve entità legati agli stupefacenti?
Sì. A seguito delle modifiche legislative introdotte dal d.l. 15 settembre 2023, n. 123, è stata eliminata l’eccezione che escludeva i reati di lieve entità (previsti dall’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990) dall’ambito di applicazione di questa misura. Pertanto, oggi è applicabile anche a tali fattispecie.

Per confiscare il denaro trovato a una persona condannata per spaccio, è sempre necessario dimostrare che sia il profitto diretto di quel reato?
No, non sempre. Mentre la confisca ordinaria richiede la prova che il denaro sia il profitto diretto del reato, la ‘confisca per sproporzione’ non lo esige. È sufficiente che vi sia una condanna per un reato presupposto, che il valore del denaro sia sproporzionato rispetto al reddito del condannato e che quest’ultimo non riesca a giustificarne la legittima provenienza.

Quando possono essere confiscati oggetti come telefoni cellulari o bilancini di precisione in un procedimento per spaccio?
Possono essere confiscati ai sensi dell’art. 240 del codice penale se viene dimostrato un ‘nesso di pertinenzialità’ con il reato. Ciò significa che deve essere provato un collegamento stabile e funzionale tra l’oggetto e l’attività criminosa, indicando che esso è stato uno strumento essenziale per commettere il reato e non solo utilizzato occasionalmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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