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Confisca per sproporzione: novità per reati di droga

Un individuo condannato per detenzione di stupefacenti di lieve entità ha impugnato la confisca di una somma di denaro. La Corte di Cassazione ha annullato la confisca diretta, non essendo il denaro profitto del reato di detenzione. Tuttavia, ha rinviato il caso al tribunale per valutare l’applicabilità della nuova normativa sulla confisca per sproporzione, che ora include anche i reati minori legati alla droga, verificando la coerenza tra il patrimonio dell’imputato e i suoi redditi.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per sproporzione: la Cassazione applica la nuova legge ai reati di droga

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande attualità: la confisca per sproporzione del denaro trovato in possesso di una persona condannata per detenzione di stupefacenti di lieve entità. La decisione chiarisce l’ambito di applicazione delle nuove norme introdotte nel 2023, estendendo la possibilità di confiscare beni di provenienza ingiustificata anche a reati minori in materia di droga. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo, a seguito di un patteggiamento, a un anno e quattro mesi di reclusione e 2.000 euro di multa per il reato di detenzione di stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. Oltre alla pena, il giudice di primo grado aveva ordinato la confisca di 640 euro trovati in possesso dell’imputato.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando esclusivamente la confisca del denaro. La difesa sosteneva due punti principali:
1. Il reato contestato era di ‘mera detenzione’ e non di spaccio. Di conseguenza, la somma di denaro non poteva essere considerata il ‘profitto’ diretto di tale reato, mancando il cosiddetto vincolo di pertinenzialità richiesto dall’art. 240 del codice penale.
2. Al momento dei fatti, il reato di lieve entità non rientrava tra i reati presupposto per l’applicazione della confisca allargata (o per sproporzione) prevista dall’art. 240-bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione e la confisca per sproporzione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ma con una decisione complessa. Ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla confisca del denaro, ma ha rinviato il caso al Tribunale di Foggia per un nuovo giudizio sul punto. La condanna per il reato è invece divenuta definitiva.

La Corte ha distinto due tipi di confisca: quella diretta (art. 240 c.p.) e quella allargata o per sproporzione (art. 240-bis c.p.), giungendo a conclusioni diverse per ciascuna.

Le Motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su un’attenta analisi della normativa e delle sue recenti modifiche.

Confisca Diretta e Mancanza del Nesso Causale

In primo luogo, la Corte ha concordato con la difesa sul fatto che la confisca diretta, ai sensi dell’art. 240 c.p., non fosse applicabile. Questo tipo di confisca richiede un legame causale diretto e immediato tra il bene e il reato per cui è stata emessa condanna. Poiché l’imputato era stato condannato per la sola detenzione e non per la vendita di stupefacenti, il denaro trovato in suo possesso non poteva essere considerato il ‘profitto’ di quel reato. Anche se si potesse ipotizzare che il denaro provenisse da precedenti attività di spaccio, queste non erano oggetto della condanna in esame, facendo così venire meno il nesso richiesto dalla legge.

La Novità Legislativa sulla Confisca per Sproporzione

Il punto cruciale della sentenza riguarda però la confisca per sproporzione. La Corte ha evidenziato che il quadro normativo è cambiato con il d.l. 15 settembre 2023, n. 123 (convertito in legge n. 159/2023). Questa modifica ha ampliato l’art. 85-bis del d.P.R. 309/1990, includendo espressamente anche la fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5) tra i reati che possono giustificare l’applicazione della confisca per sproporzione.

Questa misura consente di confiscare beni di cui il condannato ha la disponibilità quando il loro valore è sproporzionato rispetto al suo reddito dichiarato e quando non è in grado di fornire una giustificazione credibile sulla loro provenienza.

L’Applicazione Retroattiva della Nuova Norma

La Corte ha poi stabilito che questa nuova norma è applicabile al caso di specie. Sebbene la legge penale di regola non sia retroattiva, per le misure di sicurezza come la confisca vige un principio diverso. La legge applicabile è quella in vigore al momento della sentenza di primo grado. Poiché la sentenza del Tribunale di Foggia era stata emessa il 22 dicembre 2023, ovvero dopo l’entrata in vigore della nuova legge (novembre 2023), la norma che estende la confisca per sproporzione era pienamente applicabile.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la confisca diretta del denaro perché illegittima, ma ha aperto la strada a una nuova valutazione da parte del giudice di merito. Quest’ultimo dovrà ora accertare se sussistono i presupposti per la confisca per sproporzione: dovrà verificare se esiste una sproporzione tra i beni nella disponibilità dell’imputato (inclusi i 640 euro) e i suoi redditi, e se manca una giustificazione plausibile sulla provenienza di tali beni. Questa sentenza rappresenta un importante precedente, confermando la volontà del legislatore di rafforzare gli strumenti di contrasto ai patrimoni illeciti derivanti dal traffico di stupefacenti, anche quando si tratta di reati considerati di lieve entità.

Il denaro trovato in possesso di chi è condannato per sola detenzione di stupefacenti può essere confiscato come profitto del reato?
No. Secondo la Corte, la confisca diretta del denaro (ex art. 240 c.p.) non è possibile perché il reato di ‘mera detenzione’ non produce un profitto economico diretto. Il denaro non ha un nesso causale immediato con il reato per cui è stata emessa la condanna.

La nuova legge sulla confisca per sproporzione per i reati di droga è retroattiva?
Sì, ma entro certi limiti. La Corte ha chiarito che la norma si applica retroattivamente, nel senso che il regime legale di riferimento è quello in vigore al momento in cui viene emessa la sentenza di primo grado, anche se i fatti sono stati commessi in precedenza.

Cosa deve fare il giudice del rinvio dopo l’annullamento della confisca?
Il giudice del rinvio deve effettuare una nuova valutazione. Non può più disporre la confisca diretta, ma deve accertare se ricorrono i presupposti per la confisca per sproporzione (o allargata) introdotta dalla nuova legge: verificare l’eventuale sproporzione tra il valore dei beni disponibili all’imputato e il suo reddito, e l’assenza di una giustificazione credibile sulla loro provenienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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