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Confisca per sproporzione: no alla retroattività

La Corte di Cassazione ha annullato la confisca di una somma di denaro disposta nei confronti di un soggetto condannato per detenzione di stupefacenti di lieve entità. La decisione si fonda sul principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole. Al momento della sentenza di primo grado, la legge non consentiva la confisca per sproporzione per quel tipo di reato. Una modifica legislativa successiva, che ha esteso l’applicabilità della misura, non può essere applicata a fatti giudicati in precedenza, garantendo così la certezza del diritto.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Sproporzione e Stupefacenti: la Cassazione Fissa i Limiti della Retroattività

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15071/2024) riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: l’irretroattività della legge penale più sfavorevole. Il caso riguarda l’applicazione della confisca per sproporzione a un soggetto condannato per detenzione di stupefacenti di lieve entità, offrendo chiarimenti cruciali sul rapporto tra modifiche legislative e sentenze già emesse. La decisione sottolinea come il momento determinante per individuare la legge applicabile sia quello della sentenza di primo grado, proteggendo il cittadino da inasprimenti normativi successivi.

I Fatti del Caso: Detenzione di Droga e Sequestro di Denaro

La vicenda trae origine da una sentenza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, che applicava una pena, su richiesta delle parti, a un soggetto per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990.

Oltre alla pena detentiva, il giudice aveva ordinato la confisca di una somma di 4.300 euro trovata nella disponibilità dell’imputato. La ragione di tale provvedimento di ablazione non era un legame diretto tra il denaro e il reato (profitto), ma l’applicazione della cosiddetta confisca per sproporzione (o confisca allargata), disciplinata dall’art. 240-bis del codice penale. Il giudice aveva ritenuto che l’imputato non avesse fornito una giustificazione plausibile sulla provenienza del denaro e che la somma fosse sproporzionata rispetto al suo reddito dichiarato.

Il Ricorso in Cassazione: L’Erronea Applicazione della Confisca per Sproporzione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando unicamente la legittimità della confisca. Il motivo del ricorso era fondato su un punto di diritto preciso: al momento dell’emissione della sentenza di primo grado (2 maggio 2023), la legge escludeva espressamente il reato di lieve entità (art. 73, comma 5) dall’ambito di applicazione della confisca per sproporzione.

L’art. 85-bis del d.P.R. 309/1990, infatti, nella sua formulazione all’epoca vigente, prevedeva che la confisca allargata si applicasse ai delitti previsti dall’articolo 73, “esclusa la fattispecie di cui al comma 5”. Pertanto, secondo la difesa, il giudice di primo grado aveva commesso un errore di diritto applicando una misura non prevista dalla legge per quel specifico reato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la confisca senza rinvio. La motivazione della Corte è un’importante lezione sul principio di legalità e di successione delle leggi nel tempo in materia penale.

I giudici hanno innanzitutto confermato che, alla data della sentenza impugnata, la confisca per sproporzione non era applicabile al reato di detenzione di stupefacenti di lieve entità. Successivamente, il quadro normativo è cambiato. Con il d.l. 15 settembre 2023, n. 123 (convertito con modificazioni dalla legge 13 novembre 2023, n. 159), il legislatore ha modificato l’art. 85-bis, eliminando l’esclusione e rendendo così la confisca allargata applicabile anche a tale fattispecie.

Il punto cruciale, tuttavia, è stabilire quale legge debba governare il caso. La Corte ha ribadito che, per le misure di sicurezza come la confisca, vige il principio tempus regit actum, temperato dal principio di irretroattività della legge più sfavorevole. In base a questo principio, consolidato in giurisprudenza, il regime legale di riferimento deve essere individuato nella legge in vigore al momento in cui viene emessa la decisione di primo grado. Questo momento cristallizza la situazione giuridica e costituisce un limite invalicabile per l’applicazione retroattiva di eventuali disposizioni successive più punitive.

La Corte ha inoltre precisato che non era possibile disporre altre forme di confisca, come quella diretta del profitto del reato (art. 73, comma 7-bis), poiché nel caso di mera detenzione non è dimostrabile un nesso diretto tra il denaro rinvenuto e un’attività di spaccio che generi un profitto illecito.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta una garanzia fondamentale per la certezza del diritto. La Corte di Cassazione ha stabilito che la legittimità di una misura patrimoniale come la confisca per sproporzione deve essere valutata sulla base della legge vigente al momento del giudizio di primo grado. Le modifiche legislative successive, che inaspriscono il trattamento sanzionatorio, non possono retroagire a scapito dell’imputato.

Di conseguenza, la Corte ha annullato la parte della sentenza relativa alla confisca e ha ordinato l’immediato dissequestro della somma e la sua restituzione all’avente diritto. Questa decisione riafferma che le garanzie individuali prevalgono su eventuali cambi di rotta del legislatore, assicurando che nessuno possa essere sottoposto a una sanzione non prevista dalla legge al tempo della sua condotta e del relativo giudizio.

La confisca per sproporzione può essere applicata a un reato di lieve entità per detenzione di stupefacenti?
Dipende dalla legge in vigore al momento della sentenza di primo grado. La Corte ha stabilito che, se al momento della decisione la legge escludeva tale reato dal novero dei presupposti per la confisca per sproporzione, questa non può essere disposta, anche se una legge successiva ha modificato la norma in senso sfavorevole all’imputato.

Una modifica legislativa che estende i casi di confisca per sproporzione può essere applicata retroattivamente?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per la confisca, si applica la legge in vigore al momento in cui viene emessa la decisione di primo grado. Una successiva legge più severa non può essere applicata retroattivamente a fatti giudicati in precedenza.

Cosa succede al denaro sequestrato se la confisca viene annullata?
Se la confisca viene annullata in via definitiva, la Corte ordina il dissequestro e la restituzione della somma all’avente diritto, come avvenuto in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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