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Confisca per sproporzione: la Cassazione decide

La Cassazione ha confermato la confisca per sproporzione di una somma di denaro trovata in possesso di un imputato per spaccio di lieve entità. La Corte ha ritenuto legittima l’applicazione della nuova disciplina dell’art. 240-bis c.p., anche retroattivamente, e ha sottolineato che, a fronte di una sproporzione tra il denaro e i redditi leciti, spetta all’imputato fornire una giustificazione credibile e specifica, cosa non avvenuta nel caso di specie.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Sproporzione: Anche per Piccole Somme Senza Prova Lecita

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18608 del 2024, interviene su un tema di grande attualità: la confisca per sproporzione applicata a reati di lieve entità e a somme di denaro modeste. La decisione chiarisce l’ambito di applicazione delle recenti modifiche legislative e l’onere probatorio a carico dell’imputato, stabilendo principi importanti anche per i casi meno eclatanti di accumulazione patrimoniale illecita.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato, tramite patteggiamento, per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/90) e resistenza a pubblico ufficiale. Contestualmente alla condanna, il Tribunale di Torino disponeva la confisca di una somma di circa 240 euro, trovata nella sua disponibilità al momento dell’arresto.

L’imputato ricorreva in Cassazione, lamentando una motivazione carente e generica riguardo alla confisca. Sosteneva che non vi fossero prove concrete del fatto che quella somma fosse il provento dell’attività di spaccio, non essendo stata osservata alcuna cessione di droga. Affermava, inoltre, che parte del denaro provenisse dalla sua attività di venditore ambulante, una circostanza che, a suo dire, il giudice di merito non avrebbe approfondito a sufficienza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della confisca disposta dal Tribunale. La decisione si fonda su un’attenta analisi della nuova normativa e dei principi che regolano la confisca per sproporzione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato il suo ragionamento su tre pilastri fondamentali.

1. L’Applicabilità della Nuova Normativa sulla Confisca per Sproporzione

Il punto centrale è l’applicazione dell’art. 240-bis del codice penale, che disciplina la cosiddetta confisca per sproporzione. La Corte ha evidenziato come una recente modifica legislativa (legge n. 159/2023) abbia incluso il reato di spaccio di lieve entità tra i delitti che possono giustificare questo tipo di confisca.

Un aspetto cruciale è la temporalità dell’applicazione della norma. La Cassazione ha ribadito che le misure di sicurezza patrimoniali, come la confisca, sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione (ovvero la data della sentenza di primo grado) e non da quella in vigore al momento della commissione del reato. Poiché la sentenza impugnata era stata emessa dopo l’entrata in vigore della nuova legge, l’applicazione dell’art. 240-bis era pienamente legittima.

2. La Presunzione di Illeceità e l’Onere della Prova

Il cuore della motivazione risiede nel meccanismo presuntivo della confisca per sproporzione. Il Tribunale aveva correttamente rilevato una palese sproporzione tra la somma di denaro sequestrata e le condizioni economiche e di vita dell’imputato (senza fissa dimora, senza un’occupazione stabile e con precedenti penali specifici).

Una volta che l’accusa prova tale sproporzione, scatta una presunzione iuris tantum (cioè superabile con prova contraria) di illecita provenienza dei beni. A questo punto, l’onere della prova si inverte: spetta all’imputato dimostrare, con allegazioni specifiche e verificabili, la provenienza lecita del denaro. Nel caso di specie, l’imputato si era limitato a un vago riferimento a un’attività di venditore ambulante, senza fornire alcun dettaglio concreto su modalità, proventi o ragioni della detenzione del contante. Questa genericità non è stata ritenuta sufficiente a superare la presunzione di illeceità.

3. La Rigorosità della Motivazione per Somme Modeste

Pur riconoscendo che la nozione di sproporzione richiede una motivazione tanto più rigorosa quanto più modesta è l’entità delle somme sequestrate, la Corte ha ritenuto che, nel caso concreto, il giudice di merito avesse adempiuto adeguatamente a tale onere. La motivazione del Tribunale, basata sulla totale assenza di fonti di reddito lecite e sulla condizione di vita dell’imputato, è stata considerata sufficiente a giustificare la confisca, nonostante l’importo non elevato.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande impatto pratico. Essa chiarisce che la confisca per sproporzione è uno strumento potente, applicabile anche a reati non connotati da particolare gravità e a patrimoni di modesta entità. Il principio chiave è che chiunque sia condannato per uno dei reati presupposto e possegga beni sproporzionati rispetto alla propria situazione reddituale documentabile, è tenuto a fornire una giustificazione puntuale e credibile della loro provenienza lecita. Dichiarazioni vaghe o generiche non bastano a evitare la misura ablativa. La decisione rafforza la lotta all’accumulazione di capitali illeciti, colpendo i proventi del crimine anche a livello micro-economico.

È possibile applicare la confisca per sproporzione per reati di spaccio di lieve entità?
Sì. La sentenza conferma che, a seguito della modifica introdotta dalla legge n. 159 del 2023, anche il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/90 (spaccio di lieve entità) rientra tra quelli che consentono l’applicazione della confisca per sproporzione ai sensi dell’art. 240-bis del codice penale.

In caso di sproporzione tra beni posseduti e reddito, chi deve dimostrare la provenienza del denaro?
Una volta che l’accusa ha dimostrato l’esistenza di una sproporzione, scatta una presunzione legale di provenienza illecita. A quel punto, l’onere della prova si inverte e spetta all’interessato fornire allegazioni specifiche e verificabili che dimostrino l’origine lecita dei beni per superare tale presunzione.

Una nuova legge più severa sulla confisca può essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La sentenza chiarisce che le misure di sicurezza patrimoniali, come la confisca, sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione (cioè al momento della decisione del giudice di primo grado), e non necessariamente dalla legge in vigore al momento in cui è stato commesso il reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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