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Confisca per riciclaggio: l’intero importo è a rischio

Un soggetto condannato per riciclaggio chiedeva di limitare la confisca al suo profitto personale. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la confisca per riciclaggio si applica all’intero importo transitato, considerato ‘prodotto’ del reato, e non solo al guadagno netto del riciclatore.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Riciclaggio: L’Intera Somma È a Rischio, non Solo il Guadagno

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 45621/2024) ha ribadito un principio fondamentale in materia di confisca per riciclaggio, stabilendo che la misura non si limita al solo profitto personale del reo, ma si estende all’intero valore dei beni oggetto dell’operazione illecita. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, volto a sottrarre alla criminalità ogni risultato derivante dalle sue attività.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un patteggiamento per il reato di riciclaggio. L’imputato aveva messo a disposizione il proprio conto corrente per ricevere una somma di 26.750,00 euro, proveniente da un delitto presupposto. Successivamente, la maggior parte di tale somma era stata restituita agli autori del reato originario, mentre l’imputato aveva trattenuto per sé un compenso di 600,00 euro. Il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto la confisca, diretta o per equivalente, dell’intera somma di 26.750,00 euro, qualificandola come profitto del reato. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la confisca avrebbe dovuto limitarsi al suo effettivo profitto personale, ovvero i 600,00 euro.

La Questione Giuridica: Profitto vs. Prodotto del Reato

Il fulcro della controversia legale risiede nella distinzione tra “profitto” e “prodotto” del reato. L’imputato sosteneva che il suo arricchimento, e quindi il profitto confiscabile, fosse limitato al compenso ricevuto per la sua collaborazione. La Procura e, infine, la Cassazione, hanno invece adottato un’interpretazione più ampia, basata sulla natura stessa del reato di riciclaggio.

L’Analisi della Cassazione sulla Confisca per Riciclaggio

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, allineandosi alla più recente e consolidata giurisprudenza di legittimità. I giudici hanno chiarito che, ai sensi dell’art. 648-quater del codice penale, l’oggetto della confisca per riciclaggio non è solo il profitto, ma anche il prodotto del crimine. L’obiettivo della norma è sottrarre alla criminalità qualsiasi risultato dell’attività illecita, inclusi i beni che sono stati oggetto delle fasi di trasformazione e reinvestimento.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che, nel reato di riciclaggio, il “prodotto” è costituito dall’intero valore delle somme la cui provenienza delittuosa viene ostacolata. L’intera somma di 26.750,00 euro, essendo stata oggetto dell’operazione di “lavaggio”, rappresenta il risultato empirico dell’attività illecita. Pertanto, essa è interamente confiscabile. Secondo la Corte, il denaro o i beni manipolati per nasconderne l’origine non sono solo il profitto del reato presupposto (ad esempio, una truffa), ma diventano il prodotto stesso del reato di riciclaggio. Limitare la confisca al solo compenso del riciclatore vanificherebbe lo scopo della norma, che è quello di impedire che i capitali illeciti vengano reimmessi nel circuito economico legale. La Corte ha inoltre precisato che eventuali duplicazioni di provvedimenti ablativi (ad esempio, una confisca anche a carico dell’autore del reato presupposto) non sono una questione da affrontare in sede di legittimità, ma eventualmente in sede esecutiva.

le conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione conferma un principio di massima importanza: chiunque partecipi a un’operazione di riciclaggio rischia la confisca non solo del proprio guadagno, ma dell’intero capitale movimentato. La misura ablativa ha una funzione deterrente e ripristinatoria, mirando a colpire il patrimonio criminale nella sua interezza. La distinzione tra profitto e prodotto è cruciale: nel riciclaggio, il prodotto è l’intero valore “ripulito”, e come tale è interamente soggetto a confisca, diretta o per equivalente. Questa interpretazione rigorosa rafforza gli strumenti di contrasto alla criminalità economica, assicurando che il crimine non paghi.

Nel reato di riciclaggio, la confisca riguarda solo il guadagno personale o l’intera somma “lavata”?
La confisca riguarda l’intera somma oggetto dell’operazione di riciclaggio. La Corte di Cassazione chiarisce che si confisca il “prodotto” del reato, identificato con l’intero valore dei beni movimentati, e non solo il “profitto” personale del riciclatore.

Perché viene confiscato l’intero importo anche se parte di esso è stato restituito?
Perché l’intero importo ha costituito l’oggetto materiale dell’attività illecita di riciclaggio, volta a ostacolarne la provenienza delittuosa. La successiva restituzione di parte della somma non cambia la natura dell’operazione né il fatto che l’intera cifra sia il risultato empirico del reato e quindi confiscabile.

Che differenza c’è tra “prodotto” e “profitto” del reato ai fini della confisca per riciclaggio?
Il “profitto” è il vantaggio economico netto ottenuto dal reo (nel caso specifico, 600 euro). Il “prodotto”, invece, è il risultato materiale dell’azione criminale. La sentenza stabilisce che nel riciclaggio il prodotto è l’intera somma o il bene che è stato oggetto dell’operazione di “lavaggio” (i 26.750 euro), ed è questo valore ad essere soggetto a confisca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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