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Confisca per equivalente: no alla retroattività

Due imputati, il cui reato di truffa aggravata è stato dichiarato prescritto, ricorrono contro la confisca dei beni. La Cassazione annulla la sentenza, stabilendo che la norma sulla confisca per equivalente (art. 578-bis c.p.p.) non si applica retroattivamente a fatti anteriori al 2018. Il caso è rinviato per verificare se si tratti di confisca diretta, l’unica possibile in questo scenario.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Equivalente e Prescrizione: La Cassazione Fissa i Paletti sulla Retroattività

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13937 del 2024, affronta un tema cruciale all’incrocio tra prescrizione del reato e misure patrimoniali: l’applicabilità della confisca per equivalente. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: la norma che consente la confisca anche in caso di estinzione del reato per prescrizione non può essere applicata retroattivamente a fatti commessi prima della sua entrata in vigore. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria riguarda due persone condannate in primo grado per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. In particolare, erano accusate di aver organizzato finti corsi di formazione, ottenendo illecitamente un pagamento di circa 18.000 euro tramite l’emissione di fatture basate su documentazione falsa.

In sede di appello, la Corte territoriale ha dichiarato il reato estinto per intervenuta prescrizione. Tuttavia, pur prosciogliendo gli imputati, ha confermato le statuizioni civili e, soprattutto, la confisca della somma di denaro considerata profitto del reato. Contro questa decisione, gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, contestando proprio la legittimità della confisca.

Il Ricorso in Cassazione e i Limiti della confisca per equivalente

Il nucleo del ricorso si è concentrato sulla violazione di legge relativa alla confisca per equivalente. La difesa ha sostenuto che la disposizione dell’art. 578-bis del codice di procedura penale, che permette al giudice di disporre la confisca anche a seguito di una declaratoria di prescrizione, non fosse applicabile al caso di specie. Il motivo? Tale norma è stata introdotta nel 2018, mentre i fatti contestati erano antecedenti a tale data.

La questione, quindi, era stabilire se questa norma avesse natura puramente processuale (e quindi applicabile anche ai processi in corso) o se avesse anche una natura sostanziale, tale da sottostare al principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (n. 4145 del 2022) che ha chiarito la natura della confisca per equivalente. Questa forma di confisca, a differenza di quella ‘diretta’, ha una spiccata componente sanzionatoria.

Vediamo la differenza:

Confisca Diretta: È una misura di sicurezza che colpisce il vantaggio economico direttamente* derivante dal reato. Se il profitto è una somma di denaro, la confisca di un importo equivalente è considerata diretta.
* Confisca per Equivalente: Interviene quando il profitto diretto non è rintracciabile. In questo caso, si aggrediscono altri beni del patrimonio del reo per un valore corrispondente. Questa misura assume un carattere punitivo, assimilabile a una pena.

Proprio in virtù di questa natura sanzionatoria, la Cassazione ha affermato che la confisca per equivalente deve rispettare il principio di irretroattività. L’art. 578-bis c.p.p., introdotto nel 2018, ha natura anche sostanziale e non può, pertanto, essere applicato a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Di conseguenza, per i reati commessi prima del 2018 e successivamente prescritti, la confisca può essere mantenuta solo se è ‘diretta’, ovvero se colpisce proprio il profitto specifico del reato. Nel caso di specie, il denaro ricevuto per i corsi fittizi.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Torino. Il compito del giudice del rinvio sarà ora quello di accertare la natura della confisca disposta. Dovrà verificare se la somma di 17.982,00 euro sia stata confiscata quale profitto diretto e immediato del delitto di truffa. Solo in caso affermativo la misura potrà essere mantenuta nonostante l’intervenuta prescrizione. In caso contrario, trattandosi di una confisca per equivalente illegittimamente disposta in via retroattiva, dovrà essere revocata. Questa sentenza ribadisce un principio di garanzia fondamentale, impedendo l’applicazione di misure punitive a fatti commessi quando tali misure non erano ancora previste dalla legge.

È possibile mantenere la confisca di beni se il reato viene dichiarato prescritto?
Sì, ma a condizioni precise. Per i reati commessi prima dell’entrata in vigore dell’art. 578-bis c.p.p. (2018), la confisca può essere mantenuta solo se si tratta di ‘confisca diretta’, cioè se colpisce il profitto specifico e immediato del reato.

Perché la norma sulla confisca dopo la prescrizione (art. 578-bis c.p.p.) non si applica ai fatti precedenti al 2018?
Perché la confisca per equivalente ha una natura sanzionatoria e punitiva. Come tale, è soggetta al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, che vieta di applicare una norma più severa a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Qual è la differenza fondamentale tra confisca diretta e confisca per equivalente?
La confisca diretta colpisce il bene che è il frutto diretto del reato (es. il denaro ottenuto da una truffa). La confisca per equivalente, invece, colpisce beni di pari valore presenti nel patrimonio del reo quando il profitto diretto non è reperibile. La prima è una misura di sicurezza, la seconda ha una funzione prevalentemente sanzionatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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