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Confisca per equivalente: la parola alle Sezioni Unite

Due imputati per corruzione ricorrono in Cassazione contro la statuizione sulla confisca dei profitti illeciti. La Corte, rilevando un profondo contrasto giurisprudenziale sulla corretta applicazione della confisca per equivalente in caso di concorso di persone nel reato, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per chiarire se il profitto debba essere confiscato per intero a ciascuno o ripartito.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Equivalente tra Coimputati: la Cassazione Chiama le Sezioni Unite a Fare Chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22935 del 2024, ha rimesso alle Sezioni Unite una questione cruciale e lungamente dibattuta: come si applica la confisca per equivalente quando un reato è commesso da più persone? La decisione che verrà presa avrà un impatto significativo sulla lotta ai reati economici, definendo i limiti dell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati in concorso.

Il Caso: Confisca dopo un Patteggiamento per Corruzione

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal GIP del Tribunale di Vicenza nei confronti di due soggetti, imputati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione tra privati e altri reati-scopo. Oltre alla pena concordata, il giudice aveva disposto la confisca dei profitti illeciti.

Nello specifico, nei confronti di un imputato era stata ordinata la confisca diretta di oltre 350.000 euro e, in caso di incapienza, la confisca per equivalente. Per l’altro coimputato, invece, era stata disposta direttamente la confisca per equivalente per un importo superiore a 226.000 euro.

Entrambi gli imputati hanno impugnato la sentenza esclusivamente riguardo alle statuizioni sulla confisca, lamentando errori nella motivazione e violazioni di legge. Il punto centrale del dissenso verteva sulla determinazione delle quote di profitto effettivamente percepite da ciascuno e sulla legittimità di applicare una confisca senza una prova certa di tale percezione.

Il Cuore del Problema sulla Confisca per Equivalente

Il dilemma giuridico che la Cassazione si è trovata ad affrontare non è nuovo. Quando più persone commettono un reato e ne traggono un profitto, la confisca per equivalente deve colpire ciascuno per l’intero importo (principio solidaristico), con il limite del totale profitto accertato per evitare duplicazioni, oppure deve essere limitata alla quota che ciascuno ha effettivamente incassato?

La questione è complessa perché tocca principi fondamentali del diritto penale, come la personalità della responsabilità penale e la proporzionalità della sanzione.

I Tre Orientamenti della Giurisprudenza a Confronto

L’ordinanza di rimessione ricostruisce con grande chiarezza il panorama giurisprudenziale, evidenziando tre distinti filoni interpretativi, tutti nati da diverse letture di una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite del 2008 (la cosiddetta “Fisia Italimpianti”).

1. Il Principio Solidaristico Puro

Un primo orientamento, più rigoroso, sostiene che la confisca per equivalente possa essere disposta per l’intero valore del profitto nei confronti di ciascun concorrente. La logica si basa sulla teoria monistica del concorso di persone, secondo cui ogni partecipe risponde per l’intero fatto illecito. La confisca, in quest’ottica, è una sanzione che colpisce la produzione del profitto illecito, a prescindere da chi lo abbia materialmente incassato. L’importante è che il totale confiscato non superi il profitto complessivo del reato.

2. La Via di Mezzo: Solidarietà solo se la Quota è Incerta

Un secondo orientamento, più garantista, interpreta la sentenza del 2008 in modo diverso. Sostiene che il principio solidaristico si applichi solo come extrema ratio, cioè quando non è possibile individuare la quota di profitto attribuibile a ciascun concorrente. Se, invece, è possibile accertare quanto ognuno ha percepito, la confisca deve essere limitata a tale importo. Questo approccio cerca di bilanciare l’esigenza repressiva con il principio che la sanzione debba colpire un arricchimento effettivo.

3. La Ripartizione Necessaria

Infine, un terzo filone giurisprudenziale spinge l’interpretazione garantista ancora più in là, affermando che la ripartizione del profitto debba sempre essere tentata. Anche quando non è possibile stabilire con esattezza le quote, il giudice non potrebbe applicare il principio solidaristico. Dovrebbe invece procedere a una suddivisione basata su criteri come il grado di responsabilità di ciascuno o, in mancanza di altri elementi, dividere il profitto in parti uguali tra tutti i concorrenti, applicando i principi civilistici delle obbligazioni solidali.

Le Motivazioni

La Sesta Sezione della Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto così profondo e radicato, ha ritenuto indispensabile l’intervento delle Sezioni Unite. La mancanza di un criterio univoco crea incertezza giuridica e porta a decisioni potenzialmente difformi in casi simili. La questione non è meramente teorica, ma ha conseguenze pratiche enormi, determinando l’entità dei patrimoni che possono essere aggrediti dallo Stato.

Il quesito posto alle Sezioni Unite è articolato e mira a coprire tutte le possibili sfaccettature del problema: la confisca per equivalente in caso di pluralità di concorrenti può essere disposta per l’intero profitto nei confronti di ciascuno? Oppure solo quando non è possibile determinare le singole quote? O, ancora, deve essere sempre ripartita e, in tal caso, con quale criterio (grado di responsabilità o parti uguali)?

Le Conclusioni

La decisione che le Sezioni Unite prenderanno segnerà un punto fermo nella materia della confisca per equivalente. Fornirà a giudici e avvocati un principio di diritto chiaro e vincolante, essenziale per garantire uniformità di trattamento e certezza del diritto. La scelta tra il rigoroso principio solidaristico e un approccio basato sulla ripartizione del profitto influenzerà non solo le future sentenze, ma anche le strategie processuali in tutti i procedimenti per reati economici con una pluralità di imputati. Si attende una pronuncia che sappia bilanciare efficacemente la necessità di reprimere i guadagni illeciti con la tutela dei principi costituzionali.

Qual è la questione di diritto principale rimessa alle Sezioni Unite?
La questione è se, in caso di reato commesso da più persone, la confisca per equivalente del profitto possa essere applicata per l’intero importo a ciascun concorrente (indipendentemente da quanto abbia percepito), oppure se debba essere sempre ripartita tra di loro e con quali criteri.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto necessario questo intervento?
La Corte ha riscontrato un contrasto di giurisprudenza ampio e annoso, con almeno tre diversi orientamenti interpretativi sul tema. Questa divergenza crea incertezza e può portare a decisioni diverse per casi analoghi, rendendo necessario un intervento chiarificatore del massimo organo della giurisprudenza di legittimità.

Quali sono i tre principali orientamenti giurisprudenziali in conflitto?
1. Orientamento solidaristico: la confisca può essere disposta per l’intero profitto nei confronti di ogni concorrente. 2. Orientamento intermedio: la confisca per l’intero si applica solo se è impossibile accertare le quote di profitto percepite da ciascuno; altrimenti, è limitata alla quota individuale. 3. Orientamento della ripartizione: la confisca deve essere sempre ripartita, in base al grado di responsabilità o, in subordine, in parti uguali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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