LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca per equivalente e limiti solidali: la Cassazione

Una sentenza della Corte di Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per truffa e altri reati, stabilendo principi chiave sulla confisca per equivalente. La Corte ha precisato che la confisca a carico di un concorrente non può superare il profitto dei reati a lui specificamente attribuiti. Inoltre, ha ribadito che gli aumenti di pena per la continuazione tra reati devono essere sempre adeguatamente motivati dal giudice, pena l’annullamento della sentenza sul punto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per Equivalente: La Cassazione Fissa i Paletti nel Concorso di Persone

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14654/2024) offre importanti chiarimenti su due istituti fondamentali del diritto penale: la confisca per equivalente in caso di concorso di persone e l’obbligo di motivazione per l’aumento di pena derivante dalla continuazione tra reati. Il caso riguardava una complessa vicenda di truffe nel settore farmaceutico, ma i principi affermati dalla Corte hanno una portata generale e di grande interesse pratico.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale vedeva due imputati ricorrere in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Uno dei due aveva raggiunto un ‘concordato in appello’, vedendo il suo ricorso immediatamente dichiarato inammissibile, poiché l’accordo sulla pena preclude ulteriori contestazioni sulla responsabilità.

Il focus della decisione si è quindi concentrato sul ricorso della coimputata, condannata per reato associativo e numerose truffe. La difesa sollevava diverse questioni, tra cui le più rilevanti erano:
1. La carenza di motivazione sugli aumenti di pena applicati per la continuazione tra i vari reati.
2. L’errata determinazione del profitto da sottoporre a confisca e l’illegittima estensione della confisca per equivalente a profitti di reati non a lei direttamente attribuiti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando la sentenza impugnata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio su due punti specifici: il trattamento sanzionatorio e la confisca.

I giudici hanno rigettato i motivi relativi all’affermazione di responsabilità, ritenendoli tentativi di ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una ‘doppia conforme’ (due sentenze di merito con lo stesso esito). Si sono invece concentrati sui profili di diritto relativi alla pena e alle misure patrimoniali.

Le Motivazioni: Analisi della Confisca per Equivalente

La parte più innovativa della sentenza riguarda la confisca per equivalente. La Corte ha affrontato due aspetti cruciali.

Come si Calcola il Profitto del Reato?

La difesa sosteneva che il profitto da confiscare dovesse essere il prezzo ricavato dalla vendita illecita dei farmaci, e non il loro valore di mercato. La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando un principio consolidato: il profitto del reato di truffa è il vantaggio economico che deriva direttamente dalla condotta illecita. In questo caso, tale vantaggio è rappresentato dal valore dei farmaci ottenuti fraudolentemente. Ciò che l’autore del reato fa successivamente con i beni (venderli a un prezzo inferiore, regalarli o usarli) è irrilevante ai fini della quantificazione del profitto confiscabile.

I Limiti della Responsabilità Solidale nella Confisca

Il punto centrale è stato quello della responsabilità solidale. In caso di concorso di persone nel reato, vige un principio solidaristico per cui ogni concorrente risponde per l’intera azione delittuosa. Tuttavia, la Corte ha specificato che questo non si traduce in una confisca per equivalente indiscriminata. Se è possibile individuare la quota di profitto concretamente attribuibile a un singolo concorrente, la confisca nei suoi confronti non può superare tale importo. Nel caso di specie, essendo stata condannata solo per le truffe commesse a partire da una certa data, la confisca a suo carico doveva essere limitata al profitto generato da quegli specifici episodi, e non estesa al profitto dell’intero schema criminoso contestato ad altri.

Le Motivazioni: L’Obbligo di Motivazione per la Continuazione

La Corte ha inoltre accolto il motivo relativo alla mancanza di motivazione per gli aumenti di pena applicati per la continuazione (art. 81 c.p.). I giudici di merito avevano applicato aumenti consistenti (un anno per un reato, nove mesi per un altro) senza fornire alcuna spiegazione sulle ragioni di tali scelte. La Cassazione ha ribadito che il potere discrezionale del giudice nella determinazione della pena non è arbitrario. Soprattutto di fronte ad aumenti significativi, è necessario un percorso motivazionale che dia conto dei criteri seguiti, al fine di consentire un controllo sulla logicità e proporzionalità della pena inflitta. Un’omissione su questo punto vizia la sentenza e ne impone l’annullamento.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza due garanzie fondamentali nel diritto penale. In primo luogo, il principio della personalità della responsabilità penale si estende anche alle sanzioni patrimoniali come la confisca per equivalente, che deve essere ancorata alla partecipazione effettiva e al profitto individuale, ove determinabile. In secondo luogo, viene riaffermata la centralità dell’obbligo di motivazione delle decisioni giudiziarie, specialmente quando incidono sulla libertà personale attraverso la quantificazione della pena. Il giudice deve sempre spiegare il ‘perché’ delle sue scelte, garantendo trasparenza e possibilità di controllo.

In caso di concorso di persone, la confisca per equivalente può riguardare il profitto totale del reato per ciascun concorrente?
No. La sentenza chiarisce che la confisca per equivalente a carico di un singolo concorrente, sebbene basata su un principio di solidarietà, non può eccedere la quota di profitto del reato a lui specificamente attribuibile, qualora tale quota sia individuata o chiaramente individuabile.

Come si calcola il profitto di una truffa che ha per oggetto dei beni (es. farmaci)?
Il profitto corrisponde al valore di mercato dei beni ottenuti illecitamente al momento della commissione del reato. Non rileva il prezzo, eventualmente inferiore, a cui tali beni vengono successivamente rivenduti dall’autore del reato, poiché si tratta di un’attività successiva e distinta.

Il giudice deve sempre motivare l’aumento di pena per la continuazione tra reati?
Sì. La Corte ha stabilito che il giudice ha l’obbligo di rendere una motivazione specifica e dettagliata per l’aumento di pena applicato in caso di continuazione, soprattutto quando gli aumenti sono di entità consistente. L’omessa motivazione su questo punto rende la sentenza illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati