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Confisca per equivalente: annullata se il reato è prescritto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34488/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla sorte della confisca per equivalente in caso di prescrizione del reato. Nel caso di specie, un’imprenditrice, prosciolta in appello per prescrizione da un reato fiscale, si è vista confermare che la confisca dei suoi beni, disposta in primo grado, viene eliminata automaticamente (‘ipso iure’). La Suprema Corte ha chiarito che, per i reati commessi prima dell’entrata in vigore dell’art. 578-bis c.p.p., la declaratoria di estinzione del reato comporta la caducazione della misura ablativa, senza necessità di un’espressa revoca, rendendo così inammissibile un ricorso sul punto per carenza di interesse.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per equivalente: Revoca automatica in caso di prescrizione del reato

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 34488 del 2025, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza pratica: la sorte della confisca per equivalente quando il reato presupposto viene dichiarato estinto per prescrizione. La decisione offre chiarimenti cruciali, ribadendo un principio consolidato a tutela delle garanzie dell’imputato, specialmente per i fatti commessi in passato. La questione centrale è se la confisca, una volta disposta, possa sopravvivere a una declaratoria di prescrizione o se, al contrario, debba essere necessariamente revocata.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolta la legale rappresentante di una società di trasporti e logistica. In primo grado, il Tribunale l’aveva condannata per due distinti reati fiscali: l’occultamento di scritture contabili (art. 10 D.Lgs. 74/2000) e la presentazione di dichiarazione infedele (art. 4 D.Lgs. 74/2000), disponendo contestualmente la confisca per equivalente del profitto illecito.

In sede di appello, il giudizio è stato completamente ribaltato. La Corte d’appello ha assolto l’imputata dal primo reato ‘per non aver commesso il fatto’ e ha dichiarato l’estinzione del secondo reato per intervenuta prescrizione. Tuttavia, nella sua decisione, la Corte territoriale ha omesso qualsiasi pronuncia sulla confisca per equivalente, lasciando di fatto in vita un vincolo reale sui beni della donna.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della confisca per equivalente

Di fronte a questa omissione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione. Il motivo principale del ricorso era proprio la mancata revoca della confisca per equivalente. Secondo la ricorrente, la pronuncia di assoluzione e la declaratoria di prescrizione avrebbero dovuto comportare, come conseguenza logica e giuridica, anche la cancellazione della misura patrimoniale. La difesa ha sottolineato che, trattandosi di un reato commesso nel 2014, non poteva trovare applicazione la normativa più recente (art. 578-bis c.p.p.), che consente in certi casi di mantenere la confisca anche in caso di prescrizione.

La questione sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se il giudice d’appello, nel dichiarare la prescrizione, avesse l’obbligo di revocare esplicitamente la confisca disposta in primo grado e se la sua omissione costituisse un errore censurabile in Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso, ha fornito una motivazione di estremo interesse che chiarisce definitivamente la questione. I giudici hanno spiegato che l’eliminazione della statuizione sulla confisca per equivalente consegue ‘automaticamente’ alla decisione liberatoria di proscioglimento.

Il punto centrale del ragionamento si basa su un principio affermato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sentenza ‘Esposito’ n. 4145/2023). Questo principio stabilisce una netta distinzione temporale nell’applicazione dell’art. 578-bis c.p.p., la norma che permette al giudice di decidere sulla confisca anche in caso di estinzione del reato per prescrizione.

La Suprema Corte ha chiarito che l’art. 578-bis c.p.p. ha una natura parzialmente sostanziale e non può essere applicato retroattivamente alla confisca per equivalente, data la sua natura sanzionatoria. Di conseguenza, per i reati commessi prima della sua entrata in vigore (marzo 2018), come nel caso di specie, vale la regola precedente: la confisca per equivalente non può sopravvivere a una sentenza di condanna. Se la condanna viene meno, perché il reato è prescritto, anche la confisca, che ne è un accessorio, viene meno.

L’effetto è ‘ipso iure’, cioè si produce per legge, senza bisogno di una pronuncia esplicita del giudice. La declaratoria di prescrizione del reato ‘estingue’ automaticamente l’ordine di confisca. Per questa ragione, il ricorso è stato dichiarato inammissibile: la ricorrente non aveva un interesse concreto a ottenere una pronuncia di revoca che, di fatto, si era già prodotta per effetto automatico della legge.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio di garanzia. Per tutti i reati fiscali commessi prima del marzo 2018, la declaratoria di estinzione per prescrizione comporta la revoca automatica e implicita della confisca per equivalente precedentemente disposta. Non è necessaria una statuizione espressa del giudice d’appello. Questa eliminazione ‘ipso iure’ della misura patrimoniale significa che qualsiasi pretesa dello Stato sui beni oggetto di confisca cessa nel momento stesso in cui il reato viene dichiarato prescritto. Di conseguenza, un eventuale ricorso volto a ottenere una revoca esplicita è destinato a essere dichiarato inammissibile per carenza di interesse, poiché l’effetto desiderato si è già verificato per legge.

Cosa succede alla confisca per equivalente se il reato fiscale viene dichiarato prescritto?
Per i reati commessi prima dell’entrata in vigore dell’art. 578-bis c.p.p. (marzo 2018), la declaratoria di prescrizione del reato comporta l’eliminazione automatica (‘ipso iure’) della confisca per equivalente disposta in una precedente sentenza di condanna. Non è necessaria un’espressa statuizione di revoca.

Perché l’articolo 578-bis del Codice di Procedura Penale non è sempre applicabile?
L’art. 578-bis c.p.p. non è applicabile in modo retroattivo alla confisca per equivalente a causa della natura sanzionatoria di quest’ultima. Come stabilito dalle Sezioni Unite, l’applicazione retroattiva violerebbe il principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole. Pertanto, per i reati commessi prima della sua introduzione, la confisca non può essere mantenuta in caso di prescrizione.

Se la revoca della confisca è automatica, perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse ad agire. Poiché l’effetto della revoca della confisca si è prodotto automaticamente (‘ipso iure’) con la declaratoria di prescrizione in appello, la ricorrente non aveva più un interesse giuridicamente rilevante a ottenere una pronuncia esplicita di revoca dalla Corte di Cassazione. L’effetto giuridico desiderato si era già verificato per legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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