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Confisca patteggiamento: quando il ricorso è generico

Un soggetto, condannato con patteggiamento per detenzione di stupefacenti, ha impugnato in Cassazione la sentenza per carenza di motivazione sulla confisca. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché generico: non è sufficiente lamentare l’assenza di motivazione, ma è necessario fornire elementi specifici che escludano l’obbligatorietà della confisca. Questa pronuncia chiarisce gli oneri di specificità del ricorso in caso di confisca patteggiamento.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca nel Patteggiamento: L’Importanza di un Ricorso Specifico

La sentenza di patteggiamento, pur essendo il risultato di un accordo tra le parti, non esonera il giudice dal dovere di motivare le sue decisioni, specialmente quando si tratta di misure accessorie come la confisca. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, chiarendo al contempo i requisiti di specificità che un ricorso deve avere per essere ammissibile. L’analisi della Corte sul tema della confisca patteggiamento offre importanti spunti sulla corretta redazione degli atti di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Velletri, con una sentenza di patteggiamento, aveva condannato un imputato per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La pena concordata era di quattro mesi di reclusione e 1.000 euro di multa. Oltre a ciò, il giudice aveva disposto la sospensione condizionale della pena, il beneficio della non menzione e, punto cruciale della vicenda, la confisca e la distruzione dello stupefacente e ‘degli ulteriori reperti in sequestro’.

Il Ricorso in Cassazione: Carenza di Motivazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basandosi su un unico motivo: la totale assenza di motivazione riguardo alla confisca dei beni ulteriori rispetto alla sostanza stupefacente. Secondo la difesa, il giudice avrebbe dovuto spiegare le ragioni per cui riteneva necessario o opportuno applicare tale misura ablativa anche agli altri oggetti sequestrati.

L’Analisi della Corte sulla Confisca Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha iniziato la sua analisi ribadendo un principio consolidato: anche in caso di sentenza emessa a seguito di patteggiamento, l’organo giudicante è tenuto a motivare l’applicazione di una misura accessoria come la confisca. La natura ‘sintetica’ della motivazione tipica di questo rito non può tradursi in una sua totale assenza, specialmente quando si incidono i diritti patrimoniali dell’imputato.

La Genericità del Ricorso come Causa di Inammissibilità

Nonostante il riconoscimento del dovere di motivazione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione risiede nella genericità dell’impugnazione. La Cassazione ha sottolineato che il ricorrente si è limitato a lamentare un vizio formale (l’assenza di motivazione) senza però entrare nel merito della questione. In altre parole, la difesa non ha fornito alcun elemento concreto per dimostrare che la confisca non fosse obbligatoria ai sensi dell’art. 240, comma 2, del codice penale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che, per contestare efficacemente un provvedimento di confisca in sede di patteggiamento, non è sufficiente affermare che manca la motivazione. È indispensabile che il ricorrente adduca elementi specifici che possano far dubitare della natura obbligatoria della misura. Ad esempio, avrebbe dovuto argomentare perché i ‘reperti ulteriori’ non erano collegati al reato o non ne costituivano il prodotto o il profitto.

La mancanza di tali argomentazioni rende l’impugnazione astratta e non permette alla Corte di valutare se la presunta omissione del giudice di merito sia stata effettivamente decisiva. Poiché il ricorso non ha fornito alcun appiglio per escludere che si trattasse di confisca obbligatoria, la doglianza è stata giudicata ‘inammissibilmente generica’.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un importante principio processuale: la specificità dei motivi di ricorso. Chi impugna una sentenza di patteggiamento per carenza di motivazione sulla confisca ha l’onere non solo di evidenziare il vizio, ma anche di fornire alla Corte gli elementi di fatto e di diritto necessari per dimostrare che una motivazione, anche se succinta, sarebbe stata necessaria per giustificare un provvedimento non palesemente obbligatorio. In assenza di ciò, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

In una sentenza di patteggiamento, il giudice deve motivare la confisca?
Sì, secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, anche in caso di sentenza emessa ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen., il giudice che dispone una confisca è tenuto a motivare le ragioni per le quali ritiene il provvedimento necessario o opportuno.

Perché un ricorso contro la confisca può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è considerato generico, e quindi inammissibile, quando si limita a lamentare un vizio (come l’assenza di motivazione) senza fornire elementi specifici e concreti che sostengano la tesi difensiva. Nel caso di specie, il ricorrente avrebbe dovuto spiegare perché i beni confiscati non rientravano nei casi di confisca obbligatoria.

Cosa deve fare la difesa per evitare che un ricorso sulla confisca venga giudicato generico?
La difesa deve addurre elementi che escludano che si tratti di confisca obbligatoria ai sensi dell’art. 240, comma 2, c.p. Non basta denunciare la mancanza di motivazione, ma è necessario argomentare nel merito, spiegando perché i beni sequestrati non sarebbero, per loro natura o provenienza, soggetti a confisca obbligatoria in relazione al reato contestato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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